All'andata si segue il segnavia 101, al ritorno il sentiero degli Stradini. In generale si trovano indicazioni per l'Anello dei Campelli.
Percorso semplice nella traversata della forcella dei Mughi, mentre il sentiero degli Stradini, nella sua semplicità, ha qualche passaggio un po' esposto e protetto con funi metalliche.
Bei panorami sulle rocce dello Zuccone Campelli e nelle giornate terse sulle Orobie, sulle Alpi Retiche, la pianura e le Alpi Occidentali.
Discreto sviluppo paragonato al non grande dislivello.
Dall’arrivo della cabinovia si prende la stradina che sale e in breve porta ai Piani di Bobbio veri e propri.
Oltre le dolci pendenze delle piste il piccolo gruppo dello Zuccone Campelli presenta due valloni. Si sale a prendere quello di sinistra camminando per una stradina e i pascoli fino al termine dello skilift di sinistra.
Qui due possibilità (entrambe segnavia 101), a sinistra il sentiero estivo, che fa un giro più largo, a destra quello invernale (che si percorre benissimo anche in estate), che sale più diretto rimanendo ai piedi delle pareti rocciose dello Zucco Barbisino (possibile attraversamento di nevaio residuo a inizio stagione).
Percorso in un modo o nell’altro il bellissimo vallone dei Mughi, i due sentieri si ricongiungono appena sotto la bocchetta dei Mughi (2010 m), punto più alto dell’anello, dove ci si affaccia sul versante brembano.
Si scende di là per sentiero tendendo a destra, e dopo poco si percorrono brevi saliscendi ai piedi delle rocce e attraversando pascoli e valloncelli ameni.
Alla fine di questo tratto si raggiunge una casera e poco oltre ci si affaccia sui Piani di Artavaggio. Si trova un bivio per il sentiero degli Stradini. Qui si può raggiungere in breve a sinistra il vicino rifugio Cazzaniga Merlini.
In ogni caso, si torna al bivio e si seguono le indicazioni per il sentiero degli Stradini e il rifugio Lecco. Dopo una prima discesa, si prosegue per prati pianeggianti e si risale infine a una spalletta erbosa dove ci si affaccia sul vallone del Faggio che cala ripido su Moggio.
Lo si attraversa rimanendo al margine delle rocce del sovrastante Zucco di Pesciola, con qualche passaggio un po’ esposto su cenge erbose, ma facilitato da corde fisse e gradini dove oppportuno.
Superato il tratto più impegnativo, si prosegue in falsopiano puntando alla visibile bocchetta di Pesciola, raggiunta la quale ci si affaccia sui Piani di Bobbio e sul vicino rifugio Lecco, da cui in breve per i prati delle pista si torna alla cabinovia.