Per i meno avvezzi utile imbrago e longe per assicurarsi alle catene presenti lungo il percorso in cresta.
Con impianti dei Piani di Bobbio aperti il percorso risulta decisamente breve.
Per Moggio: da Lecco proseguire per Balisio-Valsassina, giunti a Moggio deviare a destra verso il centro del paese: quando si giunge in una piazzetta con senso unico (al contrario, quindi vietato proseguire) si imbocca a destra Via del Roncaiolo, dove è possibile posteggiare. Il sentiero per la Bocchetta di Pesciola inizia sulla sinistra in una via cementata (cartelli)
Partendo da Moggio (dislivello totale circa 1250 m) si imbocca il sentiero per Piani di Artavaggio – e Bocchetta di Pesciola/Rifugio Lecco che inizia in una stradina cementata su Via del Roncaiolo. La prima parte del percorso si svolge su una pista sterrata, e sempre seguendo le indicazioni per Rifugio Lecco si arriva alle Baite di Faggio, bella radura. Si rientra nel bosco e con percorso inizialmente un po’ dispersivo si entra nel vallone che condurrà alla Bocchetta di Pesciola. Raggiunta la baita di Pesciola Bassa (fontana) si traversa in piano sulla sinistra e poco dopo si inizia a salire più ripidamente al centro dell’evidente vallone erboso. Si passa successivamente a sinistra della baita di Pesciola Alta, ormai in vista della Bocchetta di Pesciola 1784 m. Da qui si scende di pochi metri sul versante dei Piani di Bobbio collegandosi all’itinerario di chi sale in funivia.
Dalla stazione a monte della funivia dei Piani di Bobbio si prosegue al centro del vallone dei Camosci seguendo eventualmente una stradina sottostante la pista da sci più in alto.
Si arriva rapidamente alla conoide del canale, piuttosto evidente sulla parte destra dell’anfiteatro racchiuso tra Zucco Barbesino a sx, Zuccone Campelli al Centro, e Zucco di Pesciola a destra.
Calzati i ramponi si punta ad un evidente sperone che fa da spartiacque tra il Canale dei Camosci sulla sx e il Canale della Madonnina a destra (generalmente usato per la discesa, qualora si compia la piccola traversata.
Si entra quindi a sx nello stretto canale dei Camosci, che raggiunge pendenze attorno ai 40° con brevi tratti più ripidi. Si incontrano alcune brevi fasce rocciose che a seconda delle condizioni potrebbero risultare scoperte. Il canale sinuoso si allarga nella parte sommitale, dove si biforca anche in due rami (a dx un po’ più ripido) uscendo verso una sella dopo essere passati a fianco di caratteristici pinnacoli rocciosi.
Dalla sella, si prosegue a sinistra lungo la cresta, inizialmente elementare, poi si restringe in vista di un profondo intaglio roccioso, dove si incontra un tratto attrezzato da catene (esposto) che va sceso. Quindi si risale tra detriti ed alcune roccette fino a toccare la croce sommitale 2159 m. In presenza di molta neve il percorso per giungere in cima è tutt’altro che banale.
Tornati a ritroso alla sella all’uscita del canale, in presenza di poca neve (meglio ancora se assente) si può proseguire in traversata verso lo Zucco di Pesciola. Fino alla croce degli alpini posta su un dosso intermedio il percorso è piuttosto comodo, dopodichè una ripida discesa su una paretina rocciosa, molto verticale ed attrezzata con catene (utile una longe per assicurarsi con l’imbrago) permette di raggiungere l’intaglio alla base dello Zucco di Pesciola, dove sbuca il Canale della Madonnina.
Rapidamente si giunge alla cima dello Zucco di Pesciola 2096 m e quindi si intraprende la discesa dal canale della Madonnina, piuttosto breve e di pendenza leggermente inferiore a quello dei Camosci. Sceso il canale si fa ritorno ai Piani di Bobbio.
Qualora la cresta tra e due cime non fosse percorribile, una soluzione alternativa è di scendere dal Canale dei Camosci e salire anche il Canale della Madonnina per toccare anche lo Zucco di Pesciola