Salita abbinabile al più noto Zuccone Campelli.
Partenza alternativa da Barzio o direttamente dai Piani di Bobbio raggiungibili in funivia
Da Moggio parcheggiare nei pressi dell’ufficio postale. Si seguono le indicazioni per il sentiero 24 del rifugio Cazzaniga. Dopo una breve salita in cemento si raggiunge uno sterrato che proviene da sinistra. Si possono ora seguire due percorsi.
a) Si segue lo sterrato verso destra per una ventina di metri.
A sinistra un sentiero non segnalato ma ben tracciato risale il bosco sino ad una cappelletta ed un alpeggio (“i Cornisei”), m. 1150.
Qui il sentiero si confonde con tracce di bestiame, si punta alla più alta delle casette ristrutturate che si scorgono, oltre la quale il sentiero riprende e continua in cresta nel bosco di nuovo ben tracciato.
Poco più in alto si arriva ad un incrocio di più sentieri e ci sono dei segnali a vernice.
Un sentiero prosegue per il crestone, altri scendono.
Si prosegue per quello quasi pianeggiante che taglia il versante orientale del monte, si supera un bivio con un sentiero che scende e in breve si arriva ad un grosso ometto dove inizia la salita verso la bocchetta di Pesciola (ore 1,20).
b) Si continua per lo sterrato seguendo i segnali con il numero 24.
Si passa un alpeggio (“il Faggio”) da dove si scorge la bocchetta di Pesciola, si entra in un bosco per uscirne subito e risalire dei prati che portano ad una baita in muratura.
Si entra in un bosco di faggi e betulle e, dopo poco, si arriva ad un bivio segnalato da un ometto (45 minuti).
Si lasciano a destra i segnavia per il Cazzaniga e si segue (sorgente dopo qualche metro) un bel sentiero che risale il bosco, oramai solo di faggi, con qualche albero centenario, con rare segnalazione su alberi e qualche ometto.
Lasciata a sinistra un costruzione seminascosta il sentiero svolta a destra lungamente per poi ritornare a sinistra e arrivare alla baita Pesciola bassa, ristrutturata dai cacciatori locali, con una fontana, alimentata da una sorgente nei pressi. Si continua sino a raggiungere il grosso ometto e il sentiero che sale alla bocchetta di Pesciola.
Si prosegue per esso salendo i pendii che portano, lasciata a destra la baita Pesciola alta (lapide a ricordo di partigiani uccisi dai fascisti), alla bocchetta di Pesciola 1780m) che si affaccia sui Piani di Bobbio, a pochi minuti dal rifugio Lecco.
Continuando al centro del Vallone dei Camosci, sul sentiero che conduce allo Zuccone Campelli, si arriva alla base dell’anfiteatro racchiuso tra le tre cime, Zucco di Pesciola a dx, Zuccone Campelli al centro e il ripido versante erboso dello Zucco Barbesino a sinistra.
Si abbandona la traccia per i primi due, continuando a sinistra sul sentiero che conduce alla Bocchetta della Ferrata fino a quota 2000 m, per poi continuare sulla sinistra con un traverso sino a raggiungere una sorta di solco nel versante erboso. Senza tracce su terreno piuttosto ripido ma privo di difficoltà si sale rapidamente alla sella soprastante, nei pressi di un dente roccioso che va lasciato a destra. Qui si incontra il sentiero di uscita della Ferrata Minonzio.
Volgendo a sinistra in pochi istanti si giunge sull’ampia cima erbosa, dove è posta una croce metallica.
Per la discesa, volendo compiere un anello, si prosegue per il crinale ovest seguendo il sentiero (bollato con segnavia) che porta agli impianti dei Piani di Bobbio, e da qui si fa rientro a Moggio (o a Barzio qualora si fosse partiti da qui)