In caso di neve o ghiaccio l'itinerario è comunque fattibile, portare al seguito i ramponi.
Da Scareno, si entra nei vicoli del paesino fino al memoriale degli alpini, seguendo le indicazioni (paline) per Piaggia/Passo Folungo. Terminate le ultime case la bella mulattiera a tratti lastricata inizia un lungo falsopiano, con tratti in discesa (si perderanno quasi 100 m di dislivello) fino al Ponte del Dragone (nei pressi il torrente forma delle bellissime cascate e pozze in cui d’estate è possibile fare il bagno).
Attraversato il ponte di pietra, si inizia finalmente a salire più decisamente, nel bosco di castagni e faggi (molte foglie in tardo autunno), toccando un pilone votivo dove un cartello indica Piaggia a destra (attenzione indica 10′ ma è sbagliato). Ancora un tratto boscoso, poi si aggira un costone e con un bel traverso in piano si arriva al bellissimo borgo dell’Alpe Piaggia 910 m.
Passando a fianco della chiesa. il sentiero ben segnato si inerpica tra le ultime case, alcuni ruderi e prosegue in direzione nord, arrivando all’Or di Casè 1028 m. Nonostante la bassa quota ormai si è definitivamente fuori dal bosco e si possono apprezzare begli scorci panoramici.
Superat ii ruderi di vari alpeggi si scende a guadare a destra il torrente (resti di ponte, ma il guado non pone problemi), risalendo la sponda opposta fino a Corte Bavarione 1097 m. Da qui si prende il ripido sentiero a sinistra (cartello sulla baita per Passo Folungo) che si risale faticosamente e lo si segue fino al passo del Folungo, oppure per abbreviare leggermente il percorso senza passare dal Passo si punta direttamente per prati ad un rudere di alpeggio/casermetta ben visibile dove si incontra la strada proveniente dal passo stesso.
Ora occorre seguire la strada (più lunga ma facile) o il sentiero che percorre la cresta (breve ma ripido e con un tratto attrezzato) che portano prima al bivacco di Pian Vadà 1711 m (chiuso, occorre prenotare al Parco della Val Grande). Si prosegue lungo la stradina che poi diviene un comodo sentiero, costeggiando il Monte Vadà, in piano fino ad un colletto alla base del crestone est del Monte Zeda a circa 1900 m di quota.
Non resta ora che seguire il sentiero che ben segnato percorrre la dorsale di erba e pietrame, senza alcun problema (fattibile anche con neve) sino ad arrivare alla cima con la grossa croce metallica 2156 m.
Da qui è anche possibile in circa 30′, raggiungere il Pizzo Marona (tratti attrezzati con catene) e quindi tagliando poi le pendici del Monte Zeda per il comodo sentiero, si ritorna al colletto alla base della cresta salita.
Per la discesa si può:
1. tornare dall’itinerario di salita.
2. compiere un anello parziale, scendendo dal percorso di salita fino a Corte Bavarione, dove si gira a sinistra e con un lungo percorso con vari saliscendi si arriva a Biogna dopo aver attraversato i ruderi di vari alpetti. A Biogna, posto in bellissima posizione, visitare la cappella della Madonna dei Fulmini. Da Biogna scendere il vallone fino al ponte della Gula (segnavia un po’ nascosti da erba e foglie) e poi risalire a Sassello. Da qui seguire la mulattiera (dopo le case, tenersi sul sentiero basso, non quello che sale in alto) che scende a Scareno in circa 30/45′ dopo aver attraversato altri alpeggi abbandonati.
3. la possibilità più breve anche se più selvaggia, è tornare al Bivacco Pian Vadà e da questo seguire integralmente la dorsale sud che scende verso Piaggia. Non c’è praticamente sentiero (vaghe tracce che appaiono a tratti) e si tenga presente che subito si dovrà scendere un ripidissimo pendio di erba scivolosa (specie in autunno) poi un tratto più comodo pianeggiante (Pian dei Morti) e di nuovo un tratto più fastidioso, abbastanza ripido e con tratti di vegetazione felci e arbusti di ogni genere) che porterà direttamente a Piaggia (ultimo tratto con boschina abbastanza fitta).
Da Piaggia si rientra a Scereno per il noto sentiero, che comporterà la risalita di 80-100 m (piuttosto dolce).
- Cartografia:
- KOMPASS n.97, Varallo, Verbania, Lago d'Orta
- Bibliografia:
- P. Crosa Lenz, G. Frangioni. Parco Nazionale Val Grande. Sentieri, storia e natura