Passaggi facili (III+/IV) ma di effetto per l'esposizione. Dà grande soddisfazione.
Itinerario lungo anche se arrampicata non difficile . Trovare pioggia sulla cima rende pericolosa la discesa nel vallone dalla cresta ovest.
Materiale necessario: friend medio-piccoli, nut medi, cordini/fettucce, sufficiente corda da 30m. Sulla cresta sono presenti una sosta di calata (cordoni+ch.), 2 ch. e 1 fix.
Dal cartello di divieto d’accesso al vallone di San Grato, si percorre la strada per poche centinaia di metri, fino alla prima curva verso destra, dove si incontra una scalinata e un cartello indicante San Grato.
Si sale brevemente nel bosco toccando un rudere, e poi per prati si sale con percorso molto sostenuto toccando altre baite, con ben visibile in alto la cappella bianca di San Grato, che si raggiunge 1684 m.
Qui si apre un vallone stupendo, si prosegue verso sinistra seguendo il sentiero 1C-GSW superando delle baite meravigliose, finchè si entra nel bosco sempre su ottima mulattiera. Il percorso ora è molto dolce, e per circa 40′ non si compie molto dislivello.
A Mettiu 1894 m si incontra un ponticello che permette di passare sulla sponda opposta del ruscello, e quindi tramite altro ponte poco oltre si riprende a salire un dosso fino al bel pianoro pascolivo di Munes 2021 m con la cappella Madonna delle Nevi.
Si passano le baite poi si piega a destra del vallone verso una baita posta sotto un pendio erboso. Dal fianco della baita sale un sentiero con ometti che porta all’alpe Vlou inferiore e poi a quello superiore (2363m) in 2 ore.
Dall’alpe Vlou superiore prendere il dosso erboso (inizio della cresta sud) e risalirlo fino all’intaglio netto dove parte la cresta rocciosa (ometto con palo di legno).
Prendere il filo di cresta che termina (dopo 60 metri) verticale all’intaglio e scendere con una doppia di 13 metri oppure effettuare un traverso di 60 metri alla base della crestina fino all’intaglio, roccia ottima e proteggibile.
Da qui si prosegue sul filo lungo una pilastrino fessurato di ottima roccia (20m, III+/IV), si supera un tratto in piano e quindi un dente staccato (disarrampicata delicata oppure traverso più facile a metà lato ovest). Si raggiunge quindi una liscia placca improteggibile che si aggira a sinistra del filo lungo una cengetta, dopo pochi metri di torna sul filo percorrendo una spaccatura leggermente strapiombante (III+). Si supera il successivo torrione sempre su ottima roccia lungo un estetico diedro (III/+), si piega di nuovo debolmente a sx del filo e quindi si rimonta in cresta lungo una spaccatura (friend incastrato, III+).
A questi primi torrioni segue un tratto facile di erba e grossi blocchi che porta agli ultimi risalti della cresta.
Si riprende l’arrampicata su placche di roccia magnifica prima un po’ a dx del filo, quindi dopo un breve traverso esposto si torna in cresta, si affronta una paretina liscia (III, ch.), si percorre un altro tratto pianeggiante e quindi si sale un’ultima paretina (III, ch. sulla e dx e fix in uscita a sx). Un ultimo risalto facile porta direttamente in vetta.
Discesa per la cresta ovest non banale (PD, passi di II/+ e 2 brevi doppie possibili) fino alla massima depressione da cui si riesce a raggiungere il vallone, seguire gli ometti che conducono all’ape Vlou superiore e da lì lo stesso sentiero dell’andata.
2° salita O. Bastrenta e E. Capello 28/08/55
1° invernale M. Boffa Tarlatta e S. Faletto-Baciorda 10/01/66
- Cartografia:
- Ivrea Bassa Valle d'Aosta
- Bibliografia:
- Monte Rosa - CAI-TCI