la via è da proteggere utilli friends e nuts medi e piccoli , i primi salitori hanno usato nuts, i cuneo e 2 chiodi; lasciati il cuneo e i chiodi
Dal pian del re si segue il sentiero che porta al Rif Q. Sella fino all’ inizio del 5 tornante dopo il lungo traverso sotto la morena N-E del Monviso, dove inizia una traccia di sentiero.
La si segue , traversando lungamente( quando si perde tenersi alti sotto la bastionata sino a raggiungere la dorsale erbosa del Monte Ghicia Pastur che domina il grande cono di deiezione del versante N-E del Viso Mozzo.
La si risale un poco seguendo una ripida traccia deviando poi a sinistra sulla pietraia per puntare al canale dal quale si innalza il campanile di S.Chiaffredo. Giunti ad un centinaio di metri dalla base del Campanile di S. Chiaffredo, si superano dei grossi massi dove sgorga sempre l’acqua e, poco più in alto, si gira a ds. (ometti), pervenendo all’attacco, su una cengia sotto una placca con fessura-camino a sin. esposta ad E (da 2h a 2h 30′ dal Pian del Re).
- l) Superare il camino-fessura ed uscire sul filo dello sperone (IV, III, 35 m).
- 2) Salire un diedrino a sin., poi seguendo una placca frastagliata si riprende il filo, andando a sostare in un anfratto (IV, III, 30 m).
- 3) Salire un paio di metri, poi ascendere a sin. verso un diedrocanalino che termina su una forcelletta. Vincere il diedro e sostare alla forcella (III, IV +, III, 1 cuneo rimasto, 35 m).
- 4) Percorrere una parete nerastra fino alle cenge presso la arrotondata sommità del primo risalto (III +, III, 35 m).
- 5) Obliquando leggermente a sin. si va a riprendere il filo della nervatura, che diventa sempre più ripido, fin sotto un evidente diedro sinuoso interrotto da gradoni rovesci (Il, III, 40 m).
- 6) Si attacca il diedro e lo si segue sino al termine, sostando in un’insenatura dominata da uno strapiombo (IV, IV + , IV, 1chiodo lasciato alla sosta, 20 m).
- 7) Evitare lo strapiombo traversando 2 m a sin., e proseguire presso il filo dello spigolo su rocce nerastre fino a delle cenge erbose (IV-, III+, 35 m).
- 8) Proseguendo sullo sperone si raggiunge un minuscolo colletto, dominato da una bella placca biancastra triangolare, alta una decina di metri (III, III +, IV-, 40 m).
- 9) La si supera prima al centro, poi sulla ds. in fessura (l chiodo lasciato); successivamente si evita uno strapiombo a sin. e si prosegue sullo spigolo fino ad una terrazzetta comoda (IV, IV + ,IV-, 35 m).
- lO) Seguendo il largo sperone si guadagna un ripiano situato una quindicina di metri sotto la cima (III, IV-, 40 m).
- 11) Gli ultimi metri si superano direttamente per rocce verticali, sbucando sui comodi lastroni dieci metri a ds. del punto culminante (IV-, 15 m)
(relazione di G.L. Bozzo).
Discesa a piedi per la normale del Viso Mozzo
- Bibliografia:
- Monviso e le sue Valli ( Berutto)