
Nonostante la brevità ed il contenuto dislivello comporta diversi tratti esposti ed un passaggio tecnico da non sottovalutare come diversi camminamenti esigui su ghiaie.
Seppur breve e senza particolare impegno tecnico il viàz presenta tutte le caratteristiche della zona degli Spiz.
Roccia a tratti precaria, cornici e passi ricoperti di ghiaie, esposizione a volte diretta. Il senso descritto consente di percorrere alcuni brevi tratti friabili in salita come pure di terminare il giro con una sosta presso il rifugio.
Per evitare l’iniziale passo del gatto il passaggio all’esterno risulta precariamente friabile ed esposto.
Lungo quasi tutto il percorso la traccia risulta abbastanza logica.
Affacciati sul primo canalone di Mezzo, questo non va approcciato direttamente verso l’interno – passaggio umido su placca esposta - ma, una volta raggiunto un evidente ometto, si discendono pochi metri a sinistra a prendere una sottostante cornice che conduce al traverso sul canale.
Dopo una serie di ripidi tornanti si raggiunge il parcheggio " Pian dela Fopa" a 1200m.
Dal parcheggio, proseguire per pochi minuti fino all’altezza di un ponte di legno che consente di passare sul lato opposto del torrente sul sentiero 534 con tratti a volte ripidi fino al bivio 522 a destra per il bivacco Carnielli (1400 m).
Si sale con continue svolte sempre più ripide per inoltrarsi nel canalone posto tra gli Spiz e la Pala dei Lares. Poco sotto il termine del suddetto canale, sulla sinistra si può notare l’inizio di una cengia con un caratteristico passo del gatto. A bordo sentiero è presente un piccolo ometto. Quindi passare in mezzo ai mughi per raggiungere la parete opposta (1580 m – 0.30’).
Ci si alza per qualche passo su zoccoli di ghiaie e cornici, si traversa a sinistra (delicato ed esposto) raggiungendo l’imbocco del viàz presso un caratteristico passo del gatto che va evitato, cercando di rimanere esternamente appoggiandosi su rocce molto esposte. Oltre l’angusto passaggio la cengia diviene più praticabile, ci si alza per qualche metro ad aggirare uno spigolo oltre il quale si discende una sporca rampa accostati alla parete. Su pale erbose appena più comode ci si addentra nel Canalone di Mezzo verso un
ometto. Da qui è visibile il centro del canalone. Non va raggiunto direttamente, ma è meglio scendere di pochi metri verso una cengia più bassa fino al centro del canale. Passati sul lato opposto, si traversano le ghiaie in leggera salita aggirando alcuni blocchi rocciosi e qualche macchia di mughi ed una breve risalita su terreno friabile e più appoggiato.
Si prosegue in parziale esposizione traversando un largo pendio e riportandosi con breve discesa sotto le alte pareti soprastanti. Dopo un breve tratto tra il verde ed i mughi si risale una facile paretina sin dove la cengia corre sotto la volta rocciosa, con un caratteristico antro con grosso ometto.
La traccia taglia una zona di mughi e riprende la sua contenuta esposizione in aggiramento verso l’imbocco del successivo largo canalone Nord. Si giunge sotto uno sbarramento roccioso con un grosso torrione piramidale a sinistra e la verticale parete a destra dove la cengia sembra esaurirsi (1.00h).
Si risalgono i primi facili metri sotto l’intaglio (I°) e lo si sormonta con qualche passo in opposizione (pochi metri – II°+) sostando sul terrazzino di sassi e ghiaie soprastante. Per scendere sul lato opposto. è meglio salire alla propria sinistra fino alla sommità coperta di mughi, per poi scendere facendo attenzione per balzetti rocciosi sporchi di detriti. Passaggio più brutto da vedere che da fare.
La cengia riprende ora chiara e comoda sopra il precipizio e conduce verso l’ansa del canalone nord ricoperta di grossi sassi e detriti, la si attraversa e ci si porta sul lato opposto. Si traversa in falsopiano sotto le pareti ed una successiva colata di ghiaie parzialmente esposte. Si traversa un canalino franoso dove sembra perdersi la traccia, si traversa brevemente e ci si alza subito dopo lungo un breve pendio detritico tra i mughi a riprendere la traccia che si addentra successivamente in una corposa macchia di mughi dove termina il viàz.
Si segue ora la traccia nella vegetazione, chiara seppur poco marcata in qualche tratto e con due strategici ometti dove questa sembra perdersi tra il verde. Si prosegue in sensibile discesa per un tratto nel bosco sino ad innestarsi sul segnavia 534 presso alcuni grossi massi (1600m – 0.30h) – a sinistra è possibile rientrare direttamente con la breve ferratina al Pian de la Fopa.
A destra sul bel sentiero al vicino ed accogliente rif. Angelini Sora ‘l Sass (1588m – 0.10h).
Dal rifugio lungo il percorso di accesso appena percorso in falsopiano seguendo il 534 a sud sin sopra il salto dove lungo la facile – seppur un po’ esposta – breve ferratina in discesa sin quasi alla base del canalone nord. Quindi tra le roccette ed il bianco pendio al ponte che anticipa il parcheggio in Pian de la Fopa (1200m – 0.45h).
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