
Whymper la conquistò per primo a 25 anni, il grande Armand Charlet aprì tutti gli itinerari più interessanti e la scalò ben 100 volte (!).
Rebuffat ne fece una tappa fondamentale per l"'apprenti montagnard": dalla Verte si ritorna veri alpinisti.
L'Arrete du Jardin è una salita splendida, lunga ed impegantiva, in ambiente selvaggio e grandioso.
Non presenta difficoltà tecniche di rilevo, anche se la scalata della cresta Est della Aiguille du Jardin comporta alcune lunghezze di IV grado piuttosto rude ed il mitico colle Armand Charlet può essere molto delicato se in ghiaccio od in neve inconsistente.
Di bellezza pargonabile alla Sans Nom, anche se un pò più breve ed un pò più facile, l'arete du Jardin comporta il superamento di due 4.000 che non sono certo tra i più agevoli per i collezionisti di "quattromila"
La discesa lungo la cresta del Moine, l'unica praticabile in tarda stagione ed in orario tardivo, è un itinerario lungo e complesso, valutato AD+, che non si presta per nulla alle calate in doppia. Si può paragonare alla cresta svizzera del Cervino, ma senza corde fisse, senza capanna Solvay e senza molte tracce di passaggio. Difficile non perdersi ogni tanto, soprattutto se non la si è già percorsa in salita.
Aggiungiamo solo qualche nota alla relazione, complessivamente attendibile, riportata da Laroche-Lelong.
– sulla cresta rocciosa della Aiguille du Jardin, dopo il tiro di IV per raggiungere il colletto a destra del grande gendarme, si può salire dritti cercando poi di passare attraverso uno stretto buco ( roccia molto buona ma noi non siamo riusciti a passare); l’alternativa consiste nel traversare a sx e salire circa due tiri di 4° su roccia grigia molto instabile fino a riportarsi sulla cresta principale.
– per scendere dalla Aiguille du Jardin al colle Armand Charlet utile una doppia di 20 metri.
– dalla cima della Grande Rocheuse si scende di poco sulla destra fino a trovare un ancoraggio per doppia di 30 metri che permette di arrivare alla neve del colle.
– una corda da 60 m. ci è stata dunque sufficiente per la salita.
Gli orari riportati sono abbastanza stretti:
noi abbiamo impiegato 8 ore dalla crepaccia terminale alla cima della Verte e 6 ore per scendere la cresta del Moine fino al ghiacciaio.
In tutto 18 ore da rifugio a rifugio
- Bibliografia:
- J.L. Laorche, F. Lelong: Ascensions au Pays du Mont Blanc. Ed. Glénat
Nelle vicinanze Mappa
Itinerari
Jardin (Aiguille du) Couloir Sud o Couloir Armand Charlet

Verte (Aiguille) Arete Sans Nom
Verte (Aiguille) Couloir Whymper

Grand Dru Traversata dei Drus

Grande Rocheuse Late to say i’m sorry

Droites (Les) Cresta sud per il pendio del Col des Droites

Drus Couloir Nord

Grande Rocheuse Vivagel

Carrèe (Aiguille) Ravanel-Frendo
