Percorso da affrontare con buona visibilità ed in presenza di terreno asciutto, delicato con neve, ghiaccio. A tratti può risultare difficile seguire i sentieri che non sono marcati, anche se con un po' di abitudine a questi terreni l'itinerario risulta piuttosto logico.
La difficoltà EE/F è riferita solo al breve canalino che precede la cima, per il resto E fino al colle, EE la restante parte di percorso.
Poco di prima di Prali si stacca una strada sulla destra per Rodoretto. Alle prime case proseguire dritti (non salire nel centro abitato) proseguendo per una stretta stradina che diventa sterrata, in ottime condizioni fino ad un pianoro (alcuni posteggi in uno spiazzo erboso) dopo Rimas a circa 1600 m (primo punto di partenza). E' presente un cartello di divieto di proseguire oltre ma è fittizio.
Si può quindi raggiungere il bel borgo di Balma 1713 m su un tratto di sterrata fattibile ma più sconnesso, e proseguire ancora fino alla Bergeria Balma a quasi 1900 m su una sterrata più ripida ma risistemata nel 2022.
Si segue a piedi (o in auto) la strada del Vallone di Rodoretto superando il piccolo borgo di Balma 1713 m, continuando per 1.8 km sulla ripida sterrata che conduce alla Bergeria Balma. Nom la si raggiunge, perchè appena prima del ponte si scorge a sinistra un cartello indicato il Colletto della Fontana e Punta Vergia. Nonostante il cartello indichi un sentiero gta, in realtà non ci saranno più nè segnavia nè cartelli indicatori.
Si prosegue per tracce seguendo gli ometti al centro del vallone erboso adibito a pascolo per alcune centinaia di metri, fino ad un grosso masso dove il vallone si divide in due diramazioni e si vede sulla sinistra il valloncello-pendio che culmina con il Colletto della Fontana.
Inizialmente, ancora tra radi larici e fasce di ontani si segue bene il sentiero anche se spesso ci sono tracce di bestiame che lo attraversano: a circa 2100 m si hanno due possibilità: arrivati ad una zona con una presa dell’acqua e dei tubi di plastica, si può proseguire a sinistra per cercare di seguire il sentiero “ufficiale” che porta al colle. Questo sentiero piega nettamente a sinistra spostandosi verso un costone di erba e cespugli, giunge ad una radura con delle vasche-abbeveratoio, e prosegue con numerose giravolte sul pendio rivolto a sud-ovest, risalendolo per poi compiere un lungo diagonale ascendente verso destra (sud) raggiungendo il Colletto delle Fontane 2505 m, su erba e qualche fascia di detrito senza alcuna difficoltà.
La seconda opzione è di continuare dritti per tracce seguendo il solco che delinea il centro del vallone, ci sono ometti qua e là ma la traccia poi svanisce. Il percorso è moderatamente ripido ma si cammina bene, zigzagando qua e là per sfruttare al meglio alcuni cambi di pendenza. A parte la fatica per la pendenza sostenuta (ma non eccessiva) non ci sono problemi di sorta. Poco sotto il colle si intercetta la traccia principale.
Ora per raggiungere il vicino Monte Selletta (modesta elevazione ma molto panoramica verso il fondovalle), si segue una labile traccia che si mantiene sul crinale spartiacque, aggirando alcune roccette sul lato di Rodoretto. In 10′ si giunge in cima 2574 m. Questa divagazione è anche utile per vedere meglio la parte alta del percorso per la Punta Vergia (si identifica bene il sentiero di salita ed il punto in cui occorrerà salire sul crestone.
Ritornati al colle, si prosegue verso la meta dell’itinerario la Punta Vergia, seguendo l’evidente traccia che si mantiene ora per un lungo tratto sul lato di Prali, attraversando i ripidi versanti erbosi rivolti ad est. Un primo ripido strappo porta ad un promontorio, poi la salita diventa meno ripida e si prosegue con un lungo mezza costa sotto cresta, fino a 2700 m circa, dove il sentiero proseguirebbe dritto per il Passo della Scodella, ma questo percorso ormai è franato e non più percorribile in sicurezza.
Si deve invece deviare di 90° verso destra, il punto è evidente perchè sono state poste alcune pietre a sbarrare il sentiero del Passo della Scodella e che invitano alla deviazione, inoltre poco in alto si scorge un bollo di vernice blu (l’unico presente). Su terreno più ripido ma facile si sale verso la cresta sovrastante, che si raggiunge gradualmente. Si trovano poi numerosi ometti ed una traccia piuttosto evidente, fino a raggiungere un affioramento roccioso: questo può essere sia superato da una traccia un po’ scoscesa sul lato di Prali, ma più comodamente ancora seguendo i numerosi ometti presenti sul versante ovest, abbassandosi tra pietrame senza difficoltà. Si può poi o ritornare in cresta subito sfruttando una brevissima paretina gradinata (passi di I) oppure proseguendo sempre sul lato ovest scendendo ancora di 10 m per aggirare uno “scoglio” roccioso, oltre il quale un sentiero marcato gradualmente riporta verso la cresta.
Si arriva così ad uno stretto intaglio posto sotto la paretina rocciosa che sorregge la vetta dove è presente un ometto di pietre.
La soluzione più facile, senza andare a incasinarsi sul versante est che pare avere delle tracce ma in realtà poi obbliga ad una ripidissima salita tra erba e roccette marce, è quella di salire l’evidente canalino roccioso-sfasciumoso posto a pochi metri a destra rispetto al filo della cresta rocciosa (che può anche essere salita, roccia più salda ma con passi di II/II+).
Si individua il canalino, lo si raggiunge o aggirando una placca rocciosa a destra su terreno un po’ infido, oppure consigliabile salire un breve e stretto intaglio tra due rocce con tramite una fessura ben gradinata.
Arrivati quindi alla base vera e propria del canalino, che misura 20-30 m max, lo si risale per un comodo gradone di II, ben appigliato, per poi proseguire su un brevissimo tratto leggermente aggettante, buoni appigli per le mani mentre i piedi poggiano su terreno friabile; ma appena superato il passo il canalino diventa più agevole e non esposto seppur un po’ verticale. Si affrontano altri passi di I/I+ ma via via diventa più appoggiato e camminabile, fino a che si giunge al termine, e si apre davanti il breve pendio di detriti che senza particolari difficoltà porta all’ampia cima, con la croce di vetta posta su uno sperone a picco su Prali.
La discesa avviene dal percorso di salita, o eventualmente in traversata su Prali proseguendo dal Colletto delle Fontane sul lato est fino al Colle Gaumont (occorrre ovviamente una seconda auto).
- Cartografia:
- Fraternali 1:25000 n.5 Val Germanasca, Val Chisone