
Da Villa di Prali, seguire la provinciale per Ghigo per pochi passi fino a raggiungere, sulla sx, una croce in legno, nei cui pressi inizia un sentierino poco evidente ed invaso dalla vegetazione che sale a tornanti nel bosco raggiungendo in breve il Colletto Galmont (fontana). Si volge a sx e seguendo la traccia lungo la cresta, si sale con ripido percorso fino ad un crocevia di sentieri. Si prende la traccia di sx che in pochi metri scavalca il filo della boscosa cresta e si porta sul versante sud-est. La traccia prosegue raggiungendo alcune costruzioni, quindi si porta nuovamente sulla erbosa cresta in corrispondenza di un colletto. Si prosegue lungo il sentiero di cresta nel bosco di larici, puntando al Monte Selletta. In vista del Monte Selletta, termina il bosco e ci si trova su aperti pendii erbosi. Il sentiero è sbarrato da una fitta serie di reti paramassi, ma con qualche aggiramento si riesce a passare tra le reti raggiungendo la cresta del Monte Selletta. La traccia, con un breve traverso a lieve pendenza sul pendio erboso, raggiunge quindi il Colletto della Fontana 2505 m, tra il Monte Selletta e la Punta Vergia.
Da qui in 10′ seguendo ilta traccia sul crinale detritico si raggiunge la sommità del Monte Selletta 2574 m, modesta elevazione ma molto panoramica sul fondovalle. Questa divagazione è anche utile per vedere meglio la parte alta del percorso per la Punta Vergia (si identifica bene il sentiero di salita ed il punto in cui occorrerà salire sul crestone.
Ritornati al colle, si prosegue verso la meta dell’itinerario la Punta Vergia, seguendo l’evidente traccia che si mantiene ora per un lungo tratto sul lato di Prali, attraversando i ripidi versanti erbosi rivolti ad est. Un primo ripido strappo porta ad un promontorio, poi la salita diventa meno ripida e si prosegue con un lungo mezza costa sotto cresta, fino a 2700 m circa, dove il sentiero proseguirebbe dritto per il Passo della Scodella, ma questo percorso ormai è franato e non più percorribile in sicurezza.
Si deve invece deviare di 90° verso destra, il punto è evidente perchè sono state poste alcune pietre a sbarrare il sentiero del Passo della Scodella e che invitano alla deviazione, inoltre poco in alto si scorge un bollo di vernice blu (l’unico presente). Su terreno più ripido ma facile si sale verso la cresta sovrastante, che si raggiunge gradualmente. Si trovano poi numerosi ometti ed una traccia piuttosto evidente, fino a raggiungere un affioramento roccioso: questo può essere sia superato da una traccia un po’ scoscesa sul lato di Prali, ma più comodamente ancora seguendo i numerosi ometti presenti sul versante ovest, abbassandosi tra pietrame senza difficoltà. Si può poi o ritornare in cresta subito sfruttando una brevissima paretina gradinata (passi di I) oppure proseguendo sempre sul lato ovest scendendo ancora di 10 m per aggirare uno “scoglio” roccioso, oltre il quale un sentiero marcato gradualmente riporta verso la cresta.
Si arriva così ad uno stretto intaglio posto sotto la paretina rocciosa che sorregge la vetta dove è presente un ometto di pietre.
La soluzione più facile, senza andare a incasinarsi sul versante est che pare avere delle tracce ma in realtà poi obbliga ad una ripidissima salita tra erba e roccette marce, è quella di salire l’evidente canalino roccioso-sfasciumoso posto a pochi metri a destra rispetto al filo della cresta rocciosa (che può anche essere salita, roccia più salda ma con passi di II/II+).
Si individua il canalino, lo si raggiunge o aggirando una placca rocciosa a destra su terreno un po’ infido, oppure consigliabile salire un breve e stretto intaglio tra due rocce con tramite una fessura ben gradinata.
Arrivati quindi alla base vera e propria del canalino, che misura 20-30 m max, lo si risale per un comodo gradone di II, ben appigliato, per poi proseguire su un brevissimo tratto leggermente aggettante, buoni appigli per le mani mentre i piedi poggiano su terreno friabile; ma appena superato il passo il canalino diventa più agevole e non esposto seppur un po’ verticale. Si affrontano altri passi di I/I+ ma via via diventa più appoggiato e camminabile, fino a che si giunge al termine, e si apre davanti il breve pendio di detriti che senza particolari difficoltà porta all’ampia cima, con la croce di vetta posta su uno sperone a picco su Prali.
- Cartografia:
- IGC n°1 - Valli di Susa, Chisone e Germanasca
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