Partendo dal parcheggio di Frasso (se si ha la fortuna di trovare un posto libero), si attraversa l’abitato (m 970), ricollegandosi alla mulattiera che sale da Scopello (all’altezza del rinomato Ristoro di Frasso) e si prosegue lungo il segnavia 31 su facile sentiero per circa 1 Km. Al bivio proseguire in salita sulla destra (sempre indicazione n 31).
Il sentiero, a mezza costa sotto l’incombente Testa di Frasso, diviene poco più impegnativo e dopo un altro chilometro (m 1310 circa) si incontra un bivio (ben segnalato), dove si può valutare la scelta del percorso più opportuno, in base alle preferenze, ma soprattutto alla stagione: a sinistra in leggera discesa prosegue il segnavia 31, che attraversato il Rio di Frasso, risale il versante opposto fino all’Alpe Sella di Bedino e quindi all’Alpe Balma in Mezzo.
È il percorso più lungo, normalmente più agevole, ma presenta due possibili inconvenienti: fino all’Alpe Sella la vegetazione è molto fitta ed il sentiero, benché ritracciato, potrebbe in breve tornare ad essere indecifrabile; inoltre il successivo percorso a mezza costa fino alla Balma in Mezzo richiede il superamento di due profondi canaloni, normalmente innevati sino a tarda primavera.
L’alternativa, proposta nel presente itinerario (e nella traccia gps allegata), è quella di destra (segnavia 31b), molto più diretta, che su sentiero ripido ed a tratti impervio (attenzione ad un paio di dirupi con colatoi che possono risultare pericolosi se ghiacciati), conduce all’Alpe Balma in Fondo (m 1460), ormai diroccata, e quindi su terreno più facile si riunisce al precedente all’Alpe Balma in Mezzo ( m 1640), agibile sino a pochi anni or sono, ma di cui ormai resta ben poco. Di qui in breve per ripidi pascoli si raggiunge l’ampia sella, da cui, dietro la linea di cresta, si dirama il sentiero che conduce in vetta (segnavia 31d a 1760 m), mentre con una piccola digressione si può sostare all’Alpe Balma in Cima (m 1780), tuttora agibile.
Si prosegue quindi inizialmente sul versante nord (della Val Sermenza), poco sotto la linea di cresta, innevata fino alla tarda primavera e quindi direttamente in cresta, con qualche breve passaggio esposto (delicato in caso di neve), fino alla vetta del Monte Ventolaro (m 1835), da cui si gode un magnifico panorama in tutte le direzioni.
Ben più agevole la discesa sul versante di Scopa, che segue la cresta est (segnavia 26), ampia ed erbosa, con qualche tratto più ripido prima del pianoro che sovrasta Casere e la Bocchetta di Scotto (m 1540), crocevia per la Val Sermenza (Piaggiogna e Boccioleto). Scendendo a destra si raggiunge invece in pochi minuti l’Alpe Scotto (ufficialmente m 1481), punto di appoggio del CAI Varallo appena ristrutturato. Con facile sentiero si incontrano quindi l’Alpe Giavine (m 1410) e l’Alpe Ticcarello (m 1327), entrambi diroccati, ed attraversato un bel faggeto si abbandona la direzione di Scopa (bivio sulla destra segnavia 26d), passando accanto all’Alpe Chioso Nero (m 1150), si guadano i riali della Comba dei Fossali (fra i quali il Rio Coppi), raggiungendo Pian d’Ovasco (quota ufficiale m 1124), vivace e fioritissimo alpeggio in perfetta conservazione ed efficienza, quindi Le Piane ed in pochi minuti si ritorna a Frasso.