Necessari corda piccozza, ramponi, bussola e/o GPS indispensabili con l'altimetro e la cartina in caso di mal tempo, perché in un simile ambiente anche la guida locale è destinata a perdersi.
Lungo sviluppo Dal mare ai ghiacciai in giornata in un ambiente severo.
* Sotto uno strato di seicento metri di ghiaccio si risveglia di tanto in tanto un vulcano tutt'ora attivo che nell'ultima eruzione del 1996 sul versante NE, ha sciolto uno spessore di ghiaccio di 600 m. creando una eruzione catastrofica.
Questo percorso in tarda stagione consente di salire su terreno sicuro sfruttando la lingua di terra che si insinua a S dello Svinafellsjokull, fino a raggiungere la neve e quindi il ghiacciaio oltre le seraccate .
Si parte a seconda dell’innevamento con gli sci ai piedi, ma il primo tratto è ripido; poi si risale senza percorso obbligato uno spallone che volge verso NE, in vista della colossale seraccata del ghiacciaio Svinafellsjokull; quando la pendenza si attenua si è sul ghiacciaio a c.a. 1100m.
Ci si mantiene a S di una zona rocciosa e quindi continuare la blanda salita facendo attenzione ai crepacci che si aprono nella direzione del percorso da seguire. Oltrepassare e tenere sulla destra le q.1550m. e 1629m. puntando alla base del castello sommitale a c.a. q.1850m. che a seconda delle condizioni si potrà risalire con gli sci ai piedi o in cordata con piccozza e ramponi perché ripido e tormentato con crepacci e saracchi incombenti (PD).
Usciti dalle difficoltà, invero modeste, una larga cresta che lascia pregustare la soddisfazione dell’arrivo, conduce all’ampia cima e ad un fantastico ed ineguagliabile panorama a 360°: a S l’Oceano Atlantico ed intorno, a perdita d’occhio il ghiacciaio del Vatnajokull il più vasto d’Europa.
Discesa:
dall’itinerario di salita, entusiasmante con vista sull’Oceano Atlantico pendenza ideale e sicura: valanghe in pratica inesistenti da valutare però il pericolo di … eruzioni vulcaniche!