Materiale: corda da 40m, rinvii, cordini e friend.
Dal rifugio, tornare indietro un breve tratto e risalire verso l'evidente cresta E dell'Aiguille (ometti e diverse tracce nella pietraia). Al termine della pietraia si prosegue in un pendio di facili roccette obliquo da sx a dx, che termina sulla spalla da cui attacca la cresta (bastoni di legno).
Dalla spalla iniziare a salire inizialmente lungo il filo (III), seguendo i segni di passaggio sulla roccia e i radi fix che danno indicazioni sul percorso migliore. Ci si sposta quindi qualche metro a dx lungo un caminetto (III), quindi si rientra a sx e si sale un altro camino un po’ patinato (III+) con uscita a sx (cordone). Si riprende il filo verso dx e si prosegue cercando sempre il facile, i fix e i segni di ramponi sulla roccia. Affrontato un altro camino (III+) un po’ sulla sx, si raggiunge una placca (III+) che porta su un altro terrazzo.
Con una breve disarrampicata, si raggiunge un intaglio da cui ci si sposta sul versante N e si affronta un primo tratto di cresta affilata. Superato un piccolo coup de sabre, si passa attraverso un caratteristico intaglio e quindi si prosegue su terreno più facile verso l’evidente ultimo salto della cima E. Si risalgono quindi le facili placche (max III) che in breve portano sulla cima E (qui finisce la prima parte di cresta). Si prosegue ora in piano su elementare cresta erbosa, ci si sposta di un metro sotto il filo lato sud seguendo un tracciolino, fino a raggiungere una paretina con fix nero che porta a riprendere il filo.
Inizia qui la parte più caratteristica ed entusiasmante di tutta la cresta: una lunga traversata, pressoché priva di dislivello, che passa proprio sul tagliente di cresta, a volte non più largo di una spanna. In questo tratto è possibile utilizzare i numerosi fix presenti (mediamente uno ogni 10/15m) e cordini su lame e clessidre. Giunti ad un intaglio, si scende un metro (presente una sosta di una via proveniente dal versante N) e quindi dopo un breve traverso si riprende a salire in una bella fessura da proteggere, fino a raggiungere il punto sommitale della cresta (cima O).
Si prosegue ora in discesa, molto più facilmente, verso O fino ad un ometto. Dopo un primo prato, conviene restare legati e proseguire lungo la cresta che si mantiene sempre molto esposta, scavalcando alcuni risalti prima sulla sx e poi sulla dx. Si raggiunge così uno spezzone di corda fissa che porta ad un fix con maillon da cui è possibile effettuare una calata di una decina di metri, fino ad un comodo terrazzo. Ignorare il vecchio spit traballante e proseguire lungo la cresta verso O, fino a reperire una sosta a fix da cui partono una serie di calate (corda da 30m al limite) lungo facili placche, disarrampicabili senza problemi (Max II+) fino al prato basale.
Da qui seguire l’evidente traccia omettata che ripassa alla base della cresta lato sud e in breve riporta al Col de la Vanoise, dopo aver attraversato una pietraia.
- Cartografia:
- IGN 1:25.000
- Bibliografia:
- Patrick Col, Bernard Vion - Les sommets de la Vanoise