Con terreno innevato la salita è classificabile F, mentre a fine stagione è un EE/F che richiede però i ramponi al seguito (piccozza non indispensabile).
E' consigliabile, per chi volesse compiere la salita in giornata o comunque evitare di percorrere a piedi i 5 km sterrati lungo la diga, l'utilizzo della mountain bike
Dalla Diga di Place Moulin si segue la stradina sterrata (chiusa al traffico) che con qualche saliscendi conduce in circa 5 km fino quasi al Rifugio Prarayer, che non va raggiunto (a meno di usarlo come punto d’appoggio), ma appena superata la rampa dopo la Cappella di la Lè. a sinistra si stacca il sentiero per il Rifugio Nacamuli. Alternativamente alla stradina lungo la diga, quasi all’inizio è possibile seguire il sentiero n.8 che corre circa 100 m più alto e parallelo alla stradina. I due tracciati si incontrano all’inizio della Comba d’Oren.
Dall’inizio del sentiero indicato per il Nacamuli – Collon si sale brevemente lungo una stradina che termina nei pressi dell’alpeggio Praz Mondzou Desot 2070 m con bella vista sulla diga. Superato un ponte in legno sul torrente si risale brevemente nella fascia boscosa, finchè questa termina ed inizia la Comba d’Oren. Si segue dolcemente il corso del vallone restando inizialmente sul versante idrografico destro superando le Baite d’Oren e poi le Baite Garda 2216 m, dove si trova una sorgente. Si prosegue sul sentiero tra i rododendri puntando ad un ponte in legno che si attraversa per passare sulla sponda opposta del torrente. Il sentiero riprende a salire sulla destra, fino a che il vallone è sbarrato da un dosso erboso, si sale più ripidamente a destra tra pietrame per poi accedere, superata una strettoia, un ampio pianoro detritico e acquitronoso.
Qui il sentiero volge nettamente a destra per un breve tratto tra i massi, e si avvia verso un promontorio roccioso, che si sale con percorso decisamente ripido anche con l’aiuto di scalini metallici e corde fisse (non c’è particolare esposizione ma spesso le placche rocciose sono umide o bagnate); superato il dosso si arriva ad un grosso ometto già ben visibile dal basso che precede un ripiano morenico solcato dal torrente che ha origine dai ghiacciai sovrastanti..
Proseguendo nel pianoro, il sentiero si porta gradualmente a sinistra per attraversare il torrente su una passerella, dopodichè si hanno due possibiliyà: continuare sul sentiero segnalato da frecce gialle per il sovrastante Rifugio Nacamuli (e limitrofo Bivacco Col Collon), percorso leggermente più lungo, oppure proseguire verso est nel piano detritico per poi seguire tracce e ometti che più ripide salgono un pendio di ghiaioni ricollegandosi al sentiero n.8 proveniente dai rifugi.
Se si è scelta la prima opzione, una volta sotto i rifugi, non si raggiungono (è comunque una deviazione brevissima) ma si continua per il Col Collon compiendo un lungo traverso in leggera ascesa, fino ad un ripiano, che precede una nuova salita fino sotto alla fascia rocciosa che a sinistra sorregge il Col Collon. Qui a circa 2900 m si lascia il sentiero per deviare a destra, attraversando senza percorso obbligato i resti dello scomparso ghiacciaio, pianeggiante, puntando all’evidente e ripido pendio rivolto a nord, che a inizio stagione offre un bel percorso su neve (piccozza e ramponi) mentre a stagione avanzata è una ripida china di pietrame instabile, che va risalito preferibilmente nella parte centrale su ghiaioni e pietre di piccole dimensioni.
Si arriva ad un piccolo ripiano che precede una seconda parte di pietraia, massi più grossi ma più stabili. In assenza di neve si individuano alcuni ometti, che invitano ad un aggiramento con semicerchio verso destra dove il terreno è meno accidentato. Raggiunta una poco marcata dorsale rivolta verso i rifugi, si sale verso est fino a giungere nella conca superiore del piccolo ghiacciaio du Col du Laurier Noir.
Lo si risale senza percorso obbligato, stando circa al centro e puntando alla fascia rocciosa nel punto di accesso che si ritiene più comodo (appunto al centro o a sinistra). Per facili rocceette si guadagna la pietraia superiore con visibile il grosso ometto del Col du Laurier Noir; conviene appena possibile (pochi ometti) tagliare la pietraia verso destra anche superando il colle stesso, fino ad una vasta spianata dalla quale appare finalmente la rossastra Becca Vannetta.
Dalla spianata seguendo l’ampia e comoda dorsale nord si arriva alla cima 3361 m, grosso ometto.
- Cartografia:
- L'Escursionista 1:25000 n.6 Valpelline, Valle di Saint Barthelemy
- Bibliografia:
- Alpi Pennine vol. 2