Dal passo si scende al torrente e si risale al di là lasciando il sentiero basso per il ponte dell’Amicizia e il Dosso Tresero.
Si sale un centinaio di metri fino a una spalla dove si accede al vallone del Dosegù. Si perde circa altrettanto in quota per scendere sul fondo del vallone, dove si riprende a salire via via più ripidamente sul versante sinistro orografico, in un ambiente dominato dai torrenti glaciali che scendono dal ghiacciaio del Dosegù e dalle loro cascate spettacolari.
A circa 2800 m, quando non mancherebbe più molto a metter piede sul ghiacciaio, si devia decisamente a destra (cartelli) lasciando dritto la traccia che prosegue verso il ghiacciaio e il San Matteo.
Si sale per pietraie e nevai e si accede alla conca sotto al passo Dosegù, dove fino a pochi decenni fa era presente una piccola vedretta.
Senza giungere al passo, si sale a sinistra verso il visibile bivacco, alla fine recuperando vecchie mulattiere militari.
Dal bivacco, ci si può accontentare della soprastante croce sulla cresta, già molto panoramica, fra le rovine in pietra di baracche, oppure si può proseguire lungo la cresta verso est, anch’essa abbondantemente punteggiata di rovine di baracche e filo spinato, lungo la mulattiera militare ancora in ottime condizioni, senza particolari difficoltà in pochi minuti fino alla Cima di Vallumbrina, dove il panorama si apre sui campi di neve del ghiacciaio del Dosegù e sulle cime del Tresero e del San Matteo.
Discesa per la via di salita.
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