Questa è una gita prettamente primaverile, da effettuare con neve ben assestata e trasformata in alto e poca neve nel primo tratto fino alle “canali”. Si tratta di un itinerario molto vario che attraversa ambienti selvaggi e di elevato interesse naturalistico, ma un po’ atipico (non segue alcun percorso scialpinistico) e per questo consigliato solo a chi non teme la solitudine e non soffre i percorsi non già tracciati in precedenza da altri.
Dal fondo della piazza centrale di Pragelato (ufficio info), si prende la strada sulla destra e la si segue fino al ponte sul Chisone dove di vedono i trampolini, lo si attraversa e si sale dritti fra gruppi di chalet fino al fondo della via dove si trova un tabellone in legno dei forestali con indicazione dei sentieri.
Si attraversa il ponte sul rio Mendia, quindi si prende subito a destra la ripida pista del trial (indicazioni) e dopo breve si incontra un sentiero (segnavia rossi) che sale con stretti tornanti. Si passa nei pressi di un’altana di caccia in legno, quindi in breve si giunge alle diroccate Grange Jacques.
Qui si prende il sentiero che dopo i ruderi piega a sinistra (bolli rossi); alla fine della rampa (quota 2000 m circa) lo si abbandona, per salire nel bosco di pini uncinati piegando leggermente a destra (E).
Dopo circa 100 metri di dislivello si raggiunge una radura con alcune vasche in legno dove si incontra un ampio sentiero proveniente da Pradamont (bolli rossi); lo si segue verso destra (SE) ed in breve si giunge ad una presa dell’acqua.
Oltre inizia un tratto attrezzato nella roccia provvisto di passerelle in legno e cavi d’acciaio come mancorrenti e denominato “canali” (il sentiero che si segue è di fatto un’antica bealera).
Si prosegue verso SE e attraversato un canale valanghivo proveniente dalla sovrastante punta Gran Muels, si abbandona il sentiero per prendere quota tagliando a mezzacosta le pendici meridionali del Gran Muels.
A quota 2300 m circa si esce sul “piano delle marmotte”, il più basso di una lunga serie di pianori. Si sale ancora ma più dolcemente verso SE fino alla base del versante NNE della Punta Vallonetto. Si punta ora ad un colletto della cresta fra la Punta Vallonetto e la rocciosa e minuscola punta Ciapel.
Il tratto finale del pendio è piuttosto ripido (40 gradi) e può richiedere l’uso di picca e ramponi. Usciti sulla cresta a circa 2600 m, si piega a sinistra (SE) e seguendo la facile cresta ONO si raggiunge la cima, costituita da un roccione di roccia marcia che si può scalare con una breve e facile ma delicata arrampicata.