
1° Giorno: Salbeltrand – Rifugio Troncea
Da Salbeltrand si segue inizialmente il GTA fino a Montagne Seu (Rifugio Arlaud), per poi deviare sul sentiero G7 fino alla strada dei cannoni. Sul sentiero dei cannoni poco più a est parte un sentiero (non segnalato) che accorcia di molto il percorso per arrivare a Colle Blegier 2379 m.
Da qui si prosegue a ovest fino a Colle di Costa Piana 2320 m la strada carrozzabile. Si scende poi sul T3 fino a quota 1803 m (baite diroccate) e nuovamente a ovest per arrivare alla frazione Allevè 1813 m. Discesa poi a Plan 1580 m e da qui fino al rifugio Troncea 1900 m per la carrozzabile sterrata.
2° Giorno: Rifugio Troncea – Rifugio Lago Verde
Dal rifugio Troncea si risale il vallone fino alla bergeria Benna e da qui al Col Clapis 2861 m. Poco sotto è presente un bivacco, per il quale bisogna “affittare” le chiavi alla sede del parco 10 euro a persona! dotato però anche di riscaldamento e cucina. Dal colle si scende fino all’Alpe Plane 2091 m e da qui si prosegue verso il vallone del Gran Miol salendo prima il passo della Longia 2822 m e poi il Frappier 2894 m. Magnifica vista sulla Val Germanasca, il Gran Queiron e il Monviso.
Si scende il sentiero indicato come 210B fino a valle 2250 m circ) dove si può risalire infine al Rifugio Lago Verde 2590 m.
3° Giorno: Rifugio Lago Verde – Rifugio Jervis
Dal rifugio Lago Verde si sale ai 2737 m del passo Bucie, scendendo poi un centinaio di metri verso la Francia e risalendo al Col Bucie 2635 m. Volendo un sentiero marcato solo da ometti evita di scendere troppo. Al Col Bucie il bivacco Soardi (gestito da volontari nel periodo estivo) offre un posto di ristoro. Dal colle si segue il sentiero 120 che passa a Col di Boina e scende fino all’alpe Crosenna 1653 m. Da qui un magnifico viottolo inizialmente ripidissimo, conduce con un lunghissimo balcone al sentiero della comba dell’Urina, poi il passaggio alle barricate e infine alla Conca del Prà dove è collocato il Rifugio Jervis.
4° Giorno: Rifugio Jervis – Rifugio Giacoletti
Dal Jerwis si percorre tutto il vallone (2 sentieri disponibili) fino al rifugio Granero 2390 m. Da qui si sale al colle Selliere 2849 m. Si scende in Francia fino a incontrare il sentiero per il colle delle Traversette o passando per il Buco di Viso (serve la frontale).
Si segue poi la discesa verso Pian del Re fino a incontrare l’indicazione per il sentiero del Postino. (molto bello – esposto e protetto da cordoni e gradini artificiali). Si perviene quindi al rifugio Giacoletti 2744 m e assolutamente da vedere il panorama che si gode dalle Rocce Alte 2836 m, pochi minuti al di sopra del rifugio.
5° Giorno: Rifugio Giacoletti – Rifugio Bagnour
Dal rifugio Giacoletti 2744 m si scende verso Pian del Re fino a incontrare la via verso il riugio Quintino Sella passando dal colle di Viso. Si segue poi verso il passo Gallarino 2728 m e poco dopo si arriva al passo San Chiaffredo 2764 m. La via più ovvia sarebbe seguire il giro del Viso verso il vallone di Vallanta, ma si può anche passare per il Passo Calatà 2940 m seguendo una via ripida, pietrosa La fatica viene però ripagata ampiamente scendendo per il vallone dei Duc, ambiente selvaggio e non troppo frequentato; un bosco di pini cembri davvero fantastico (il bosco dell’Allevè). Fortunatamente il gestore del rifugio Bagnour ha segnato a meraviglia la via attraverso questo vallone, per cui è praticamente impossibile perdersi.
6° Giorno: Rifugio Bagnour – Rifugio Melezè
Dal rifugio Bagnour si scende verso Castello nel bosco dell’Allevè. Si attraversa il paese per arrivare alla diga del lago, la si attraversa e si percorre tutto il lungolago fino a Pontechianale. Riprende il cammino verso il vallone della Fiutrusa risalendolo completamente al colle omonimo.
Dal bivio per il colle del Bondormir i segni del sentiero si fanno via via meno visibili (vernice bianca e rossa) fino a scomparire del tutto in corrispondenza di un tratto di sentiero probabilmente franato e che costringe ad un passaggio un po’ delicato di pochi metri. Da qui in poi qualche ometto guida fino al colle su pendenze sempre molto sostenute. La lunga discesa verso S.Anna di Bellino si rivela invece molto ben segnalata. Si affianca Rocca Senghi e infine si raggiunge il rifugio Melezè.
- Cartografia:
- Fraternali
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