Entrando nel parcheggio delle acque minerali si nota subito sulla destra un sentiero che sale per un prato. Imboccarlo e salire per ampi prati tra gli edifici di San Bernardino. La traccia non è evidente, ma si trovano diversi segnavia bianco-rossi sui pali; indicativamente, salendo, ci si sposta verso destra (sud). In breve si trovano anche le paline con le indicazioni delle destinazioni, seguire sempre quelle per la Bocchetta di Curciusa, impossibile sbagliare. Giunti a una fontanella con palina, il sentiero comincia a salire con decisione in un’abetaia e poi anche sopra di essa, per poi svoltare verso est (e successivamente verso sud) ad iniziare un lunghissimo traverso che alterna lunghi tratti a mezzacosta a brevi strappi in salita. Oltre quota 2200 il traverso termina e il panorama comincia a aprirsi anche sulla sinistra; da qui si sale più rapidamente fino a giungere alla Bocchetta di Curciusa 2388 m con il suo laghetto.
A questo punto si può proseguire lungo il sentiero verso la Valle Curciusa fino a quando, oltre ai consueti segnavia bianco-rossi, cominceranno ad apparirne altri bianco-azzurri che, staccandosi verso sinistra dal sentiero principale, porteranno a salire in direzione nord i dolci pendii soprastanti. I segnavia, dapprima distanziati, diventeranno man mano più fitti e porteranno progressivamente ad avvicinarsi in direzione nordovest all’ampia cresta del Piz Motton senza tuttavia mai raggiungerla. Una conveniente alternativa a questo lungo giro è quella di abbandonare il sentiero subito dopo la Bocchetta di Curciusa e, con percorso libero, salire direttamente per erba e sassi in direzione nord tenendosi comunque distanti dalla cresta per evitare inutili saliscendi, fino a incrociare dopo circa mezz’ora i segnavia bianco-azzurri; in questo modo si riduce la lunghezza del percorso senza aumentarne la difficoltà. Indipendentemente dalla scelta, sopra la Bocchetta di Curciusa non vi sono sentieri, tutt’al più i segnavia.
Continuare la salita senza puntare all’ampio panettone visibile da lontano, ma risalendo alla sinistra dell’elevazione secondaria a ovest di tale panettone sempre per terreno facile; si giunge così a un tratto quasi pianeggiante (splendido il colpo d’occhio sul Piz de Val Rossa), sempre in direzione nord, dal quale si prosegue per pietraie progressivamente avvicinandosi alla cresta del Piz Motton fino a giungere senza difficoltà alla sua cima 2853 m. La cima del Piz Motton è un’elevazione del tutto insignificante ma con un panorama estesissimo, oltre che essere un balcone quasi a picco su San Bernardino.
Dalla cima del Piz Motton si abbandonano i segnavia che proseguono in direzione del Piz Lumbreida. Si svolta invece decisamente a destra (da questo punto in poi non vi sono più segnavia né ometti) e con percorso libero si scende verso est, perdendo un centinaio di metri, l’ampio crinale che porta alla sella dove inizia l’evidentissima cresta del Piz de Val Rossa.
Dalla sella si supera un dosso erboso e si attacca direttamente la cresta standone vicino al filo. Nel primo tratto di cresta bisogna aggirare per terreno esposto sul versante sud un paio di punti difficili, ma queste difficoltà possono essere evitate spostandosi, all’inizio della cresta, su terreno più facile sul versante nord per poi riguadagnarla abbastanza facilmente pochi minuti più avanti. Proseguire in prossimità del filo di cresta aiutandosi spesso con le mani e superando i punti difficili spostandosi brevemente sul versante sud o, più frequentemente, su quello nord. Giunti a una selletta sfasciumosa la cresta diventa quasi orizzontale, anche se la qualità della roccia peggiora, e in breve si raggiunge il grande ometto della cima. Panorama enorme.
Discesa per la via di salita.
- Cartografia:
- CNS 262 San Bernardino