Per raggiungere il rifugio Pradidali varie possibilità:
1) Dal rif. Rosetta, raggiungibile con gli impianti, seguire il segn. 702, che sale da San Martino. Evitando numerose serpentine ormai in rovina, questo percorso scende attraverso un pendio detritico in direzione S fino al Col della Fede (2278). Da qui si dirama il sent. n. 715 per il passo di Ball. Assicurato con funi metalliche nei punti esposti, tale sentiero percorre lo zoccolo della parete O della Pala di San Martino dapprima con andamento orizzontale, poi in salita. Dal passo di Ball, scendendo per circa 15 min. dallo spartiacque, si giunge al rif. Pradidali (2278) (1h 45’)
2) Dal rif. Rosetta, raggiungibile con gli impianti, seguire il segn. 707 e successivamente il 709 per attraversare l’Altopiano delle Pale passando per il Passo Pradidali Alto e giungere al rif. Pradidali (2 h ½ -3h).
3) dal Cant del Gal (1160) in 3 h circa si sale al rif. Pradidali (2278 m.)
Dal rif. Pradidali (2278 m.) si distingue senza difficoltà il profondo intaglio che separa la cima di Ball dalla cresta rocciosa che si spinge sino al Sass Maor. La ferrata del Portòn conduce attraverso questo ripido canalone e sale fino alla forcella da cui prende il nome (2450 m.).
Il punto d’attacco della via è raggiungibile dal rifugio lungo un sentierino segnato, scendendo alla fine in una fossa generalmente piena di neve, oltre la quale delle staffe in ferro aiutano a risalire rapidamente la parete quasi verticale.
Il percorso guadagna rapidamente 120 m di quota; le traversate verso sx si alternano a serie di staffe. Indispensabile la mancanza assoluta di vertigini.
Dopo un passaggio impegnativo la via ferrata sbuca nella desolata forra che scende dal Portòn. Su fondo ghiaioso fino alla forcella si procede con fatica ma senza difficoltà rilevanti, con un ultimo tratto provvisto di scalette, 1 h 1/2.
Subito al di sotto della meravigliosa forcella denominata “Il Porton” (2480 m) si gira a dx e si sale all’inizio dolcemente attraversando ampi prati e poi con alcune svolte, per ghiaie e ripide terrazze erbose contornando il versante meridionale della cima di Ball, fino ad una forcellina (2550 circa).
Si scende dall’angusta forcellina lungo il canalino terroso (corde fisse) per poi risalire lungo un cengione che si percorre in saliscendi (alcuni brevi tratti attrezzati) tagliando tutta la parete Sud-Ovest della Cima di Ball.
Si sale ripidamente traversando per rocciosi pendii a volte esposti (delicato,ma facile), roccette, detriti e zolle erbose fino a raggiungere la forcella Stephen (2705mt), ariosa insellatura sulla cresta che collega la Cima di Ball e la Cima di Val di Roda.
Da qui a sinistra per traccia in 15′ alla cima.
Il tratto attrezzato, Nico Gusella inizia con un tratto di ghiaie e detriti addossato alla parete S della Cima di Val di Roda. Poi traversa a dx e si sviluppa prevalentemente sulla parete N della Cima di Ball.
E’ molto gradevole e poco faticoso, ma non banale, alternandosi tra caminetti ed alcune belle placche lisce ma provvidenzialmente inclinate; uno spigoletto viene inoltre superato con l’aiuto di alcuni pioli metallici.
Usciti dallo verso lo stretto canalone incassato tra la Cima di Ball e la Cima di Val di Roda, si raggiunge la fine delle rocce e degli infissi in corrispondenza di una targa metallica (2500mt circa).
Per evidenti tracce in direzione E, su ghiaione e brevi tratti innevati, si scende al Passo di Ball.
Dal Passo di Ball si segue il sentiero che, proseguendo verso SE, scende in pochi minuti al rifugio Pradidali