
Indispensabili cordini, nut e friend medio-grandi (fino al BD nr. 3, doppiando qualche misura intermedia). Chiodi non indispensabili. Martello utile.
Le soste sono su chiodi, generalmente abbastanza buoni; i cordini invece vanno verificati. Qualche chiodo in via, pochi sulle prima lunghezze.
Scendere quindi lungo il canale detritico fino a portarsi alla base della parete; in presenza di neve, avere dei ramponi velocizza notevolemente la discesa, in caso contrario si procede più lentamente lungo il margine della lingua di neve seguendo una traccia di camosci con qualche passo di semplice arrampicata su roccia da verificare.
La via attacca sulla verticale del secondo diedro più evidente (partendo da sinistra, faccia a monte).
La relazione che segue è un adattamento di quanto si trova già sul web.
L1, IV+
Per rocce facili fino puntando alla base del diedro (le
difficoltà possono variare in base alle condizioni del nevaio alla base della parete).
L2/L3, VI+
Su per il diedro con un tratto aggettante.
L4, VI+ e A1 (oppure VII)
Sempre nel diedro fino a una sosta posta una decina di metri sotto a una larga fessura strapiombante.
L5, VI e A0 (o VII)
Dalla sosta si traversa a sinistra. Poi si prosegue obliquo verso destra lungo una rampa. La sosta si trova sotto
una marcata fessura (praticamente sulla verticale di quella precedente).
L6, V+;
Seguire la fessura sotto allo strapiombo (chiodo a sinistra fuori via). La fessura diventa poi camino. Sosta in una nicchia umida.
L7, VI
Lungo il diedro-fessura che diventa man mano più verticale e difficile. Il passo più duro è alla fine. Poi più facile fino ad una comoda sosta. Lunghezza quasi completamente da attrezzare.
L8, IV
Diedro-canale con un passo atletico. Poi più facile obliquando verso destra per cengette. Sosta da attrezzare su spuntone alla base di un grande camino che caratterizza la parte superiore della parete.
L9/L10/L11, IV
A questo punto la via piega a destra evitando il camino (che dovrebbe essere della via dei Cecoslovacchi) e per rampe, cengette e fessure con percorso non obbligato si raggiunge lo spigolo Nord-Ovest (difficoltà massime di III-IV). Circa 120 mt.
da L12 in poi si segue indicativamente la cresta per circa 350 metri (tratti di IV e un passo di V). Soste da attrezzare.
DISCESA
Dall’uscita della via dirigersi verso la vetta vera e propria e aggirarla fino a raggiungere la cresta Sud-Ovest (ci sono un paio di ometti). Calarsi con una doppia da 60 mt (attrezzata con due spit) che deposita tra il Pizzo Val della Neve e la Vergine. E’ possibile spezzare la calata in due sfruttando una sosta intermedia. Quindi per sentiero/traccia si ritorna alla Bocchetta Val della Neve (circa 20 minuti).
- Bibliografia:
- Masino Bregaglia- Regno del Granito - Vol. 2 di Andrea Gaddi
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