Materiale consigliato: soste a spit da collegare, friends dallo 0,3 fino al 4 BD (utile ma non indispensabile il 5 su L2), doppi dallo 0,4 fino all’1, un set di nut, fettucce lunghe (almeno 4 più le soste), rinvii
Dal primo parcheggio (quelle delle placche di Lorenzo) raggiungere la falesia trad "Tritoni a Ganderland" proseguendo 100 metri e giungendo alle prime linee (nomi alla base) sullo sperone che più si avvicina alla strada. Costeggiare tutta la parete e attraversare il prato, raggiungendo l'attacco della via posto a destra delle linee "Rogue One" e "Back to the fessure" (5 minuti).
Se invece si è parcheggiato nella stradina davanti al canile puntare dritti in direzione della parete posta di fronte, raggiungendo subito l'attacco della via.
Di domenica la strada è chiusa al traffico (occhio, ci sono le telecamere) ed è necessario parcheggiare al cimitero o a Chiusa prima di svoltare in via Barella, in entrambi i casi l’avvicinamento è di circa 15 minuti.
- L1: 5a, 20 m: salire l’evidente fessura-camino ad L attaccandola in traverso da destra. Sosta comoda su terrazzino
- L2: 6a+, 20 m: dalla sosta spostarsi un metro a destra e salire la fessura che porta ad una cengetta sotto ad un tettino. Superarlo sfruttando una lama e seguire la fessura stretta che diventa via via più larga salendo. Salire in direzione sinistra su buone prese fino alla sosta in corrispondenza di un albero
- L3: 6a, 30 m: dalla sosta spostarsi a destra, salire il bombé fessurato e poi il diedro ancora a destra. Raggiunto un tettino si traversa leggermente a sinistra e lo si supera sfruttando la fessura alla sua sinistra. Proseguire su placca verso sinistra (albero e qualche tasca per proteggersi), infilandosi nel diedro che la sovrasta e che conduce in sosta.
- L4: 6b+, 40 m: dalla sosta salire lungo la fessura sopra di essa e prendere la cengia sovrastante. Traversare a sinistra sfruttando il bordo della cengia che successivamente diventa fessura, continuare a traversare superando il tettino (restando bassi) e raggiungere il diedrino alla sua sinistra. Da qui risalire dritto lungo la fessurina che ad un certo punto traversa leggermente a destra per poi continuare dritto fino a morire su una placca liscia e delicata (tenersi un 1 BD). Questa la si affronta abbandonando la fessura e salendo verso destra in direzione di una lama che si segue dritta fino al ribalto finale che permette di uscire dalle difficoltà (2 spit). Sosta su su spit. (allungare le protezioni e separare le corde per evitare tiraggi sul traverso).
Discesa a piedi: dietro l’albero sopra la sosta reperire una breve traccia in direzione destra che conduce nel bosco in vista di una grande parete sovrastante. Risalire fin quasi sotto di essa puntando alla sua estremità sinistra (faccia a monte) e reperire una seconda traccia sempre in direzione sinistra che prosegue a mezzacosta fino ad intersecare una mulattiera. Seguirla in discesa fin quando questa non forma un tornante sopra un canalone. Abbandonare la mulattiera e scendere a sinistra lungo il canale fino a portarsi all’altezza della base della parete che costituisce l’estremità della falesia trad. Proseguire a mezza costa verso sinistra (faccia a valle) e raggiungerla per poi scendere costeggiandola fino all’antro roccioso dove si trovano i tiri all’estremità della falesia (targhette alla base) e di lì in breve al pratone sottostante (10 minuti). Eventualmente è anche possibile scendere in doppia.
Alle Spazzole Erranti va un doveroso ringraziamento per aver aiutato nella pulizia, in particolare a Soukaina Dali che insieme a Sara Basile e Giorgia Merlo ci hanno accompagnato nelle prime due libere pochi giorni dopo la pulizia.