Il dislivello da superare è modesto (1100 m) e la salita richiede solamente tre ore.
Può essere utile una corda da 30 m. ed alcuni moschettoni (anelli per ancoraggio presenti ove necessario).
Divertente discesa per il lunghissimo ghiaione.
Dal Passo San Pellegrino (1919 m) si imbocca una stradina che permette di guadagnare un altro po’ di dislivello fino in prossimità di un albergo. Abbandonata l’auto, ci si incammina verso nord-nord-est puntando ad aggirare a destra l’altura chiamata Om Piccol. Il sentiero è qui molto semplice e ben segnato ma una volta giunti al grande ghiaione alla base della nostra cima esso diviene più incerto. Andando a zig zag (un po’ a caso) si rimonta questo faticosissimo ghiaione puntando alla forcella tra la Cima dell’Uomo e la cima del Ciadin a sinistra di essa (la forcella è detta dell’Uomo). Circa 150 m sotto la forcella, quando il ghiaione si è già ristretto per prendere la forma più appropriata di un canalone, si intravede sulla destra la possibilità di un facile sbocco sulla parete sud. Si percorre ora la cengia del Mènego che taglia tutta la parete sud.In alcuni tratti lungo la cengia sono presenti degli anelli di assicurazione e,superando alcuni punti più impegnativi ed una rampa-canale rocciosa,si arriva con difficoltà di I e II alla cresta sud-est. La cresta, poco inclinata, si percorre facilmente seguendo una traccia nella ghiaia e con passaggetti di I-I+ ed uno di II su di un muretto roccioso, porta alla grande croce di vetta.