Attraversata la diga di Ceresole seguire la carrozzabile che costeggia la sponda destra orografica del lago fino ad incontrare (in località Villa Poma) il sentiero della GTA per il Colle della Crocetta.
Raggiuntolo non abbassarsi sul versante opposto, ma seguendo un sentiero che sale in leggero obliquo verso est raggiungere in breve il Colle della Terra.
Da qui si scende al vicino lago di Fertà che si costeggia lungo la sua sponda meridionale.
Superato il Lago di Fertà si prosegue in direzione est dapprima per prati con traccia di sentiero non evidente poi per buon sentiero fino a raggiungere l’estremo orientale del Gran Lago di Unghiasse e i Colli della Crocetta e della Terra).
Dal Gran Lago la traccia di sentiero che attraversa il Col Bessun non esiste più ed il percorso risulta fortemente disagevole specie nel superamento della seconda di due fasce rocciose poste entrambe sul versante di discesa (nord) la prima appena sotto il colle, la seconda alcune centinaia di metri a monte dell’ Alpe Cherson.
Costeggiata la sponda meridionale del lago e raggiunto il suo estremo occidentale si piega decisamente verso nord (ometti).
Seguendo l’ evidente fascia rocciosa che taglia il versante sud-occidentale della quota 2882 della cresta ovest del Monte Bessun si esce sull’ ampia depressione del colle che si percorre verso ovest (ometti) fino ad un grande ometto.
Da qui, in circa venti minuti, si può raggiungere la cima del Monte Unghiasse (2939m) percorrendone la facile cresta orientale.
Da settentrione sale al Col Bessun un piccolo valloncello dominato sulla destra orografica dallo scosceso versante settentrionale della quota 2882 del Monte Bessun e, sulla sinistra orografica, da una cresta secondaria che dall’Unghiasse scende con direzione circa est-nord-est.
L’ accesso a detto valloncello dal Colle Bessun è impedito da una fascia rocciosa che dal versante settentrionale della quota 2882 del Monte Bessun si estende fino alla predetta cresta dell’Unghiasse.
Benché si possano ancora reperire i resti di un ometto posto alla sommità di un canale roccioso il cui imbocco si individua una decina di metri sotto il colle, il percorso più conveniente consiste nel costeggiare a monte tutta la fascia rocciosa fino alla cresta secondaria dell’Unghiasse.
Se si è raggiunta la sommità di quest’ultima montagna, in pratica, non si dovrà far altro che scendere tenendosi verso sinistra senza ripassare dal colle. Abbassatisi lungo la cresta per alcune centinaia di metri, si piega verso destra, al di sotto della fascia rocciosa per portarsi nel fondo del valloncello che scende dal Coll Bessun. Proseguire per detto vallone fino a quando, sulla sinistra, la cresta percorsa all’inizio non ha termine.
Ci si trova ora al di sopra di un’ ampia fascia rocciosa (peraltro ben evidente anche sulla cartina IGC). Alla estremità sinistra orografica detta fascia raggiunge il suo minor sviluppo in altezza ed in un punto sembra percorsa da una cengia. Il reperimento esatto di detto punto è però, ovviamente, molto problematico provenendo dall’alto.
Conviene quindi traversare verso destra sullo spalto che domina la fascia rocciosa avendo, grosso modo, per direzione il percorso della vecchia traccia così come riportato sulla cartina IGC.
Oltrepassato un piccolo pianoro su cui si trova un inconfondibile blocco roccioso alto una ventina di metri e spaccato in due come una gigantesca mela, si prosegue ancora verso destra oltrepassando anche i resti di un vecchio alpeggio. Si perviene così su di una pietraia posta al di sotto di una fascia rocciosa che in pratica costituisce il versante orientale della cresta che dalla sommità del Monte Bessun scende verso nord.
Scendere lungo la pietraia ed al suo termine piegare verso sinistra (faccia a valle) non avendosi altra possibilità poiché a destra si apre un’ ampia parete alta diverse centinaia di metri.
Ci si abbassa quindi per ripido bosco aggirando al meglio i salti rocciosi che lo inframmezzano sino a pervenire (non senza patemi…) all’estremità a monte del pianoro dove sorge l’ Alpe Cherson intorno ai 1800 m di quota.
La discesa dal termine del valloncello che scende dal Colle Bessun fino a detto pianoro è su puro rododendro.
Dal pianoro si attraversa il torrente che scende nel vallone e si reperisce la esile, ma sempre evidente, traccia che sale alla Bocchetta di Fioria (ometti, nessun segno di vernice).
Detta traccia si perde alcune centinaia di metri sotto la bocchetta. Per reperire il sentiero che scende sul versante opposto in direzione dei laghetti di Bellagarda, non bisogna puntare al punto di maggior depressione dove il vallone giunge con una pietraia, ma salire per i ripidi pendii erbosi a destra di quest’ultima.
Dalla bocchetta lungo l’ evidente sentiero dei laghetti si rientra a Ceresole.
- Cartografia:
- IGC foglio Gran Paradiso e foglio Valli di Lanzo
- Bibliografia:
- Guida CAI-TCI Valli di Lanzo