Escursione che presenta molto sviluppo, ed è sconsigliabile in caso di nebbia (molto frequente nel periodo primavera-estate), quindi il periodo migliore è l’autunno o un inverno scarso di neve (in tal caso però conviene avere i ramponi al seguito).
Da Saccona 886 m, percorrere la mulattiera (sentiero 413) che si trova sulla destra della chiesa in direzione nord, inizialmente in forte pendenza nella fascia boscosa. Sorpassare le baite Meini 985 m. Proseguire sul ripido sentiero (non segnato) fino a pervenire sulla strada sterrata che collega Saccona a Prarosso, che in quel punto scende a San Grato.
Continuare a sinistra sulla strada sterrata che sale, sino a poco prima che termini. Svoltare a sinistra in direzione nord-ovest (vecchio segno rosso) su buon sentiero, che procede in direzione nord-est sino a raggiungere il crinale erboso nei pressi di Punta Prarosso 1497 m.
Da qui seguire si continua sulla sinistra, percorrendo lungamente il crinale (aggirando alcune modeste asperità)
Dopo un breve strappo si perviene alla modesta Rocca Turì 1718 m con gli omonimi alpeggi, e dopo lieve salita ala Rocca Frigerola 1750 m, dopo la quale si incontrano gli alpeggi Frigerola 1809 m alla base del crestone sud-est della Cima dell’Angiolino..
Si segue un sentiero sulla destra delle stalle che prosegue sostanzialmente in piano fino al rifugio Peretti Griva 1810 m di proprietà del CAI di Lanzo. Non è presente un locale invernale.
Ora si hanno due possibilità:
1.Sotto il rifugio si individua un sentiero segnato da radi segnavia molto sbiaditi, almeno in una prima fase, segnalato come 411 – Alta Via Canavesana. Si passa nei pressi di alcuni ruderi per poi arrivare ad un cartello nei pressi di una sorgente che avvisa che qui nasce il torrente Malone. Da qui in avanti inizia un lunghissimo traverso ascendente che aggirerà tutto il versante sud-est della Cima dell’Angiolino e poi il versante sud dell’Uja. Si giunge in breve all’Alpe Angiolino 1812 m, dove occorre prestare attenzione a non farsi attrarre da tracce che proseguono in piano o in lieve discesa: il sentiero prosegue decisamente a monte delle baite, con alcune serpentine, prima di riprendere il mezza costa. Si superano alcuni canalini (potrebbero presentare neve a inizio stagione), e si continua seguendo i segnavia che seppur sbiaditi diventano molto più frequenti. Solo in alcuni tratti quasi completamente erbosi vanno un po’ ricercati. A quota 2000 m circa si incontra il sentiero proveniente dal Colle della Croce d’Intror (percorso n.2) e infine poco dopo si arriva ai ruderi dell’Alpe dell’Uja 2032 m. Qui si abbandona l’Alta Via Canavesana a favore di un sentiero sulla sinistra che passa sotto una baita, anche qui ci sono alcuni segnavia bianco-rossi un po’ sbiaditi che consentono comunque di salire il versante sud dell’Uja con una certa facilità. A 50 m dalla cima le tracce si perdono, si continua sulla destra puntando al crinale erboso sovrastante, e da qui in pochi minuti si arriva al castelletto roccioso sommitale, con una piccola insegna indicante la cima.
2. Si continua a monte del rifugio, seguendo le indicazioni per il Colle della Croce d’Intror e Cima dell’Angiolino, per poi abbandonare la Cima dell’Angiolino continuando a destra a mezza costa per il Colle della Croce d’Intror 1947 m. Si continua per il sentiero che passa 200 m circa più in alto del precedente, con nuovi segnavia del Trail del Monte Soglio, superando il Bric Volpat 2038 m, e quindi dopo una discesa si raggiunge il bivio con il sentiero 411 poco prima dell’Alpe dell’Uja.
Questo percorso aggiunge un po’ di dislivello e non è consigliabile a inizio stagione per la possibilità di trovare neve sulla cresta.
Per la discesa si rientra dal percorso di salita, oppure con una seconda auto a disposizione, si continua sul sentiero 411 verso est scendendo sul versante opposto verso il Monte Soglio, e senza raggiungerlo si scende a Pian Audi.