Discesa nolto interessante e complessa, non facile da trovare in condizioni.
Prima discesa dell'itinerario classico diretto nel 1986 ad opera del pioniere Rinaldo Rovere che, in un anno di grazia, la trovò completamente ricoperta di neve. Ora, anche negli anni più favorevoli, salvo rare eccezioni, la parete presenta vaste aree rocciose, tra le quali occorre ricercare il percorso e che rendono la discesa decisamente d'impegno.
Dalla sbarra seguire la strada principale per una decina di minuti, quindi seguire lo sterrato che si inoltra nel vallone del Carro.
Tenersi tendenzialmente sulla ds. orografica del vallone puntando ad alcuni dossi morenici, fino ad arrivare alla base della parete.
Per la variante del canale, salire direttamente il canale sulla sn. della parete o, se goulottato, superare in diagonale i pendii a fianco.
Rimontare il canale con una svolta a destra (40°, 45° max.), quindi traversare decisamente a destra sotto le rocce che sorreggono il nevaio centrale per uscirne a destra (45°), esposto.
Il nevaio centrale interrompe le difficoltà della via ed è un ottimo belvedere sulla sezione alta, la più impegnativa.
Salirla al centro (45° costanti, tratti a 50° esposti), quindi, verso la metà, traversare a sn. fin quasi sulla cresta N e risalire i pendii che seguono fino a pochi metri dalla punta (45° pieni, ultimo tratto a 50° pieni e in grande esposizione).
Discesa per la via di salita.
- Bibliografia:
- Ripido! - per foto