Note
Storico
la prima via ad essere stata aperta sul gigantesco “Schienale” del Trono di Osiride, all’epoca una delle più difficili di Sea. Si svolge in ambiente grandioso e selvaggio e denota la grande maestria dei primi apritori nel reperire una via di salita tra questi muri. Il primo tiro originale percorreva una rampa erbosa, si è quindi provveduto ad aprire due nuove lunghezze, molto belle, nel diedro fessurato di sinistra, per altro assai evidente. Il grande diedro di A1/A2 con la nuova chiodatura è almeno per buona parte fattibile in libera, probabilmente tutto anche se nella seconda metà le difficoltà crescono. Da provare e confermare. I primi tiri sono molto belli in fessura, così come gli ultimi. Un viaggio nella storia di Sea, alla ricerca delle spade di luce.
Scala proteggibilità; grado max e obbl: II/R2 ; A1 max (difficoltà in libera da confermare) – 6a obbl
Materiale in posto: 68 spit-fix comprese le soste
Materiale occorrente: 18 rinvii, una serie friend BD dal n°0.2 al n°4, eventualmente doppi dal n°0.75 al n°3. Corde 60 m.
Importante:
Il Vallone di Sea si colloca in un ambiente prettamente alpino, austero e severo. Le pareti di roccia, sulle quali viene praticata l’arrampicata, si collocano ad una quota variabile tra i 1500 m e i 2700 m. L’avvicinamento varia dai 45-60 minuti per le strutture più vicine fino alle due ore e oltre per quelle ubicate nei posti più reconditi. Fondamentale essere sempre aggiornati sulle previsioni metereologiche prima di intraprendere qualsiasi scalata.
Gli interventi in progetto o già realizzati dall’associazione Rocciatori Val di Sea non hanno l’intento di “mettere in sicurezza” gli itinerari del Vallone bensì di cercare di sostituire, almeno in parte e nei limiti del possibile, l’attrezzatura presente considerata vetusta e soggettivamente non più affidabile. Nessuna delle vie del Vallone presenta o presenterà una chiodatura “plaisir” e nessuna ha subito o subirà una chiodatura integrale a fix. La pubblicizzazione, il rinnovamento o piazzamento di attrezzatura non implica che l’associazione, o chi per essa, intenda arrogarsi la custodia o la manutenzione del luogo e di quello che vi è collocato, né che garantisca la “sicurezza” o l’esclusione di incidenti dovuti a cedimenti di chiodi, protezioni fisse, massi ecc.. Si precisa che l’opera intrapresa NON ha fini di lucro o commerciali ma solamente l’intento di riportare alla luce vie oggi dimenticate.
E’ pertanto esclusivo onere dell’arrampicatore, che percorrerà tali vie, valutare con occhio critico lo stato della chiodatura in loco, eventualmente sostituendo o integrando parte degli ancoraggi fissi (quali ad esempio cordoni, maillon rapide, chiodi tradizionali) ed intraprendendo la scalata solo se ritiene di possedere adeguate capacità tecniche-psico-fisiche (capacità a proteggersi con mezzi amovibili, capacità di valutazione e ricerca del percorso). Essendo inoltre le strutture rocciose soggette ad assestamenti e potenziali crolli l’arrampicatore dovrà essere in grado di verificare con occhio critico eventuali lame o blocchi instabili, rinunciando alla scalata in caso di pericolo.
Avvicinamento
Scala proteggibilità; grado max e obbl: II/R2 ; A1 max (difficoltà in libera da confermare) – 6a obbl
Materiale in posto: 68 spit-fix comprese le soste
Materiale occorrente: 18 rinvii, una serie friend BD dal n°0.2 al n°4, eventualmente doppi dal n°0.75 al n°3. Corde 60 m.
Importante:
Il Vallone di Sea si colloca in un ambiente prettamente alpino, austero e severo. Le pareti di roccia, sulle quali viene praticata l’arrampicata, si collocano ad una quota variabile tra i 1500 m e i 2700 m. L’avvicinamento varia dai 45-60 minuti per le strutture più vicine fino alle due ore e oltre per quelle ubicate nei posti più reconditi. Fondamentale essere sempre aggiornati sulle previsioni metereologiche prima di intraprendere qualsiasi scalata.
Gli interventi in progetto o già realizzati dall’associazione Rocciatori Val di Sea non hanno l’intento di “mettere in sicurezza” gli itinerari del Vallone bensì di cercare di sostituire, almeno in parte e nei limiti del possibile, l’attrezzatura presente considerata vetusta e soggettivamente non più affidabile. Nessuna delle vie del Vallone presenta o presenterà una chiodatura “plaisir” e nessuna ha subito o subirà una chiodatura integrale a fix. La pubblicizzazione, il rinnovamento o piazzamento di attrezzatura non implica che l’associazione, o chi per essa, intenda arrogarsi la custodia o la manutenzione del luogo e di quello che vi è collocato, né che garantisca la “sicurezza” o l’esclusione di incidenti dovuti a cedimenti di chiodi, protezioni fisse, massi ecc.. Si precisa che l’opera intrapresa NON ha fini di lucro o commerciali ma solamente l’intento di riportare alla luce vie oggi dimenticate.
E’ pertanto esclusivo onere dell’arrampicatore, che percorrerà tali vie, valutare con occhio critico lo stato della chiodatura in loco, eventualmente sostituendo o integrando parte degli ancoraggi fissi (quali ad esempio cordoni, maillon rapide, chiodi tradizionali) ed intraprendendo la scalata solo se ritiene di possedere adeguate capacità tecniche-psico-fisiche (capacità a proteggersi con mezzi amovibili, capacità di valutazione e ricerca del percorso). Essendo inoltre le strutture rocciose soggette ad assestamenti e potenziali crolli l’arrampicatore dovrà essere in grado di verificare con occhio critico eventuali lame o blocchi instabili, rinunciando alla scalata in caso di pericolo.
Da Forno Alpi Graie percorrere la strada che porta al Santuario della Madonna Nera e parcheggiare in prossimità del bivio con il Vallone di Sea. Incamminarsi sulla strada che poi diviene sentiero in direzione del Bivacco Soardi-Fassero (segnavia n. 308), superare l’inconfondibile “Torre di Gandalf” e proseguire quindi fino al pianoro dove sorge l’alpeggio di Balma Massiet, a quota 1500 m circa.
Invece di andare fino al ponte di Balma Massiet, se le condizioni del torrente lo permettono, conviene guadare più a valle, saltando tra due pietroni (cautela). Il guado è posto di dove c’è l’evidentissimo grande masso triangolare dei boulder “Polvere di stelle” (ometti per indicare il guado). Risalire la pietraia (ometti) e arrivare contro lo “Schienale”. Qui si prende come riferimento il profondo camino-gola che solca nel centro la parete, alla cui destra, nella parte superiore, si delinea il diedro grigio regolare e perfetto di “Zarathustra” (1h).
Descrizione
Invece di andare fino al ponte di Balma Massiet, se le condizioni del torrente lo permettono, conviene guadare più a valle, saltando tra due pietroni (cautela). Il guado è posto di dove c’è l’evidentissimo grande masso triangolare dei boulder “Polvere di stelle” (ometti per indicare il guado). Risalire la pietraia (ometti) e arrivare contro lo “Schienale”. Qui si prende come riferimento il profondo camino-gola che solca nel centro la parete, alla cui destra, nella parte superiore, si delinea il diedro grigio regolare e perfetto di “Zarathustra” (1h).
- L1-tiro nuovo 2021-l’attacco originale parte sulla rampa erbosa della faccia sinistra del camino-gola, la nuova variante sfrutta invece l’estetico diedro a sinistra. Portarsi un 20m a sinistra del camino dove parte, a qualche metro dal suolo, una bella fessura (spit-fix in partenza). Superati i primi metri si attacca la fessura in Dulfer fino al suo termine. Ci si sposta quindi a destra, su parete compatta sfruttando provvidenziali gradini, fino a un terrazzino. Difficoltà 6a.
- L2-tiro nuovo 2021-percorrere il diedro sopra la sosta sfruttandone la fessura di fondo (due friend n°3 o un n°3 e un n°4) fino a un pilastrino-stele. Qui non proseguire per la fessura (conviene non tirare troppo il pilastrino) ma spostarsi sul muro a destra (2 spit-fix) per rientrare quindi poi nel diedro. Con un traverso a destra si giunge in sosta. Difficoltà 6a+.
- L3-superare il diedro fessurato fino a ribaltarsi su una comoda terrazza (uno spit-fix a metà dove sono state rimosse le lame incastrate, che rendevano più facile il tiro ma che erano piuttosto precarie, e uno in uscita). Difficoltà 6a.
- L4-superare il soprastante diedro ad arco (due spit-fix e un chiodo), vincere una strozzatura e ribaltarsi quindi a sinistra, con un difficile passaggio, su un gradino roccioso. Proseguire dritti più facilmente fino a un diedro (spit-fix), superarlo fino a una cornice (spit-fix) che s segue a destra. Difficoltà 6a+.
- L5-traversare a destra (spit-fix) fino alla base di una fessurina. Superarla in A1 sfruttando dapprima due spit-fix e poi piazzando un friend n°0.2 e quindi uno 0.5. Riprendere a scalare in libera superando tutto il diedro soprastante (un n°4 utile). Difficoltà A1 (pochi metri) e poi 5c.
- L6-salire il muretto a sinistra della sosta (tre spit-fix) e traversare quindi lungamente a sinistra (uno spit-fix con vecchio maillon di una vecchia sosta ante restyling 2021). Sosta su comodo gradino roccioso alla base del grande diedro. Difficoltà 5b.
- L7-superare tutto il lungo diedro che nella seconda metà piega a destra sotto uno strapiombo. Prevedere 17 rinvii. Il diedro è stato attrezzato per la libera che risulta possibile nella prima parte, da verificare nella seconda. Servono solo i rinvii ma per l’uscita portarsi un n°2 ed eventualmente un n°0.5, un n°0.75 e un n°0.3. Difficoltà A1 in libera….? Forse prima parte 6b+?
- L8-tiro nuovo 2021-dritti in placca sopra la sosta con alcuni passi N.L. in A0 (spit-fix), poi su roccia più articolata e un tratto erboso fino a una placca (spit-fix). Superarla fino a una fessura orizzontale che si segue verso destra giungendo in un tratto nuovamente erboso (due spit-fix). Si giunge alla sosta in comune con “I migliori anni della nostra vita”. Difficoltà A0 e poi 5c.
- L9-tralasciando la fila di spit-fix sulla sinistra (via “I migliori anni della nostra vita”) risalire il diedro fessurato ribaltandosi su un terrazzino erboso (uno spit-fix in uscita). Difficoltà 6a.
- L10-proseguire per la larga fessura (n°4 indispensabile, due spit-fix) fino allo strapiombo che chiude l’uscita del diedro. Qui traversare a destra e riprendere quindi il diedro soprastante (qualche spit-fix) fino al terrazzo dove c’è la sosta pochi metri sotto l’uscita dalla parete. Difficoltà 6a+.
Discesa
Le doppie, a parte la prima, avvengono sulla via “I migliori anni della nostra vita”.
Da S10 fino alla sosta 7 della via “I migliori anni della nostra vita”, posta sulla cengia e indicata con alcune grandi frecce bianche.
Calarsi quindi fino alla sosta 5 della medesima via (sosta con corda fissa e pochi metri a destra della S5 si “Spade di Luce”) e da questa, saltando una sosta non attrezzata, fino a quella con due golfari e due vecchi spit. Utilizzando i due golfari contrapposti calarsi fino alla base e da qui in breve all’attacco.
prima salita: G.C. Grassi, I. Meneghin ; 28/10/1982
richiodato le soste dei primi tiri: M. Blatto e P. Giatti il 13/09/2003
revisione completa: L. Brunati, L. Enrico, M. Enrico, A. Ippoliti, L. Sibille ; 05-13-27/08/2021 ;
richiodato le soste dei primi tiri: M. Blatto e P. Giatti il 13/09/2003
revisione completa: L. Brunati, L. Enrico, M. Enrico, A. Ippoliti, L. Sibille ; 05-13-27/08/2021 ;
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