“La parete cade sulla comba delimitata dalla parte inferiore del Rio del Boschietto e del Rio Nasasse.
E’ la via normale, più diretta e più facile, per salire alla vetta dalla Valle di Forzo.”
Personalmente penso che ai tempi della stesura della suddetta guida, la salita per l’Alpe Peghiò ed il prosieguo oltre l’alpe, fosse abbastanza agevole in quanto la montagna era ancora frequentata e sfruttata dai pastori, ma oggi non è più così salvo qualche vaga traccia e qualche bollo rosso fino all’Alpe Peghiò, il resto è una salita faticosissima su pendii erbosi sempre più ripidi. Pertanto ho preferito descrivere come itinerario migliore ad oggigiorno, la salita agevole all’Alpe Giavino e relativo traverso a raggiungere il canale di salita finale.
Parcheggiata l’auto nella piazza della borgata Forzo, seguire il sentiero del Bivacco Davito fino al bivio, posto appena dopo il ponticello in legno sul Rio Lasetto; seguire il sentiero che sale a destra alla borgata Boschietto. Giunti alla chiesetta di Boschietto, seguire a destra il sentiero che attraversa i prati dietro le case ed inizia ad alzarsi nel bosco con una serie di strette giravolte ed esce dal bosco alle baite diroccate di Percetti m. 1800.
Andando a sinistra si supera una barriera rocciosa e si giunge alla baita Sengie; andando ancora a sinistra si supera una seconda barriera rocciosa e si giunge alle Baite Biestan e da queste salire verso destra un pendio erboso giungendo sulla dorsale da seguire fino al Casotto PNGP all’Alpe Giavino dove termina il sentiero segnalato dai bolli di vernice bianco-rossa.
Seguire ora il sentiero con segni di vernice rossa, che parte davanti al casotto verso destra, attraversa immediatamente un piccolo rio e prosegue con un traverso più o meno pianeggiante, attraversa altri due piccoli rii e risale leggermente ad una balza, quota 2183 (carta Mu edizioni). A questo punto, ci troviamo esattamente sul bordo sinistro, senso di salita, del canale che porta alla Punta Tressi. Salire ora a piacimento il lungo e ripido canale, spaziando tra il solco centrale di rocce scalinate ed il ripido pendio erboso, in questo caso cercare di sfruttare al massimo le numerose balze e sellette del filo di cresta, che anche se un po’ esposto, è comunque più facilmente camminabile e nota positiva, molto panoramico. Giunti in alto, allo sdoppiamento del canale, salire il ramo di sinistra, ora più pietroso e più facilmente camminabile e si raggiunge la cresta, piegando a destra, oppure direttamente in verticale un po’ verso sinistra e si giunge direttamente in vetta.
Discesa per lo stesso percorso di salita.
- Cartografia:
- Mu Edizioni - Carta della Val Soana
- Bibliografia:
- CAI-TCI Gran Paradiso