Sviluppo gita considerevole, circa 20 km a/r.
Dal parcheggio di Pont, si attraversa subito il torrente sul ponte, e si prosegue sul bel sentiero che lo costeggia, seguendo indicazioni per il Rifugio Vittorio Emanuele II. Dopo un primo tratto in piano, si inizia a salire nel lariceto sulla bellissima mulattiera lastricata, in pendenza costante. Superati i primi 300 m di dislivello si esce dal bosco, con scorci panoramici sul Vallone del Grand Etret e del Nivolet. Si prosegue lungo le serpentine, finchè il sentiero si addolcisce e si inoltra in direzione Est, superando un altopiano, finchè si giunge al Rifugio Vittorio Emanuele II 2750 m.
Si passa alla destra del laghetto sotto il rifugio, proseguendo in direzione della evidente cresta morenica solcata da una traccia di sentiero. La si risale con percorso un po’ ripido e faticoso, finchè questa non spiana. In presenza di innevamento sufficiente, è possibile salire per i pendii in basso a destra della morena, In entrambi i casi si raggiunge il vasto ripiano sopra la morena, con in bella evidenza la piramide della Tresenta. Si seguono i numerosi ometti (percorso comunque a piacere) e si attraversa il piano del ghiacciaio di Moncorvè (che a fine stagione si presenta spesso di ghiaccio vivo, ramponi indispensabili), in direzione del colle del Gran Paradiso, fino alla quota di 3180 m circa, dove inizia l’ascesa finale. In caso di buon innevamento si attacca il pendio alla sinistra, compiendo prima un diagonale sul versante nord-ovest, poi un secondo diagonale verso destra che consente di passare al do sopra della piccola bastionata rocciosa che sorregge il primo pendio giungendo ad un piccolo ripiano. A fine stagione senza neve, è invece preferibile spostarsi a destra verso il Colle di Moncorvè, per poi risalire a sinistra il primo tratto di pendio sul versante ovest, risalendo con fatica e cautela la fascia di grossi massi instabili, guadagnando il ripiano. Qui si prosegue verso destra, ancora in traverso, sino a raggiungere una dorsale, che si scavalca (abbastanza ripido con neve) entrando così in una valletta più dolce, compresa tra la spalla e il crestone ovest che scende direttamente dalla cima. Su traccia di sentiero o nevai, si raggiunge l’ampia cresta ovest, dalla quale senza più possibilità di errore si giunge in cima, o seguendo le evidenti tracce di sentiero (sempre prestando attenzione a non smuovere le pietre talvolta di grosse dimensioni, quasi sempre instabili), oppure salendo su neve mantenendosi o sul filo della dorsale o sul pendio di destra. Si raggiunge la cresta sud pochi metri prima della croce di vetta della Tresenta, che si raggiunge senza difficoltà ulteriori.
- Cartografia:
- IGC Gran Paradiso
- Bibliografia:
- Gran Paradiso-Chabod