Materiale necessario : corda, imbrago, qualche nut, friends e qualche anello di corda
La casermetta al Colle delle Coupe è ormai quasi completamente diroccata ed è pericoloso entrarvi. E’ giocoforza quindi bivaccare all’esterno o proseguire nella tappa fino al rifugio Ravetto al Colle della Croce di Ferro.
Su tutto il percorso dopo il colle del Colombardo mancano sorgenti, a parte una sotto il colle della Croce di Ferro, che non è garantita attiva in tutta la stagione. Occorre quindi prevedere punti in cui portare su preventivamente le scorte d’acqua.
In caso di emergenza ci si può approvvigionare ai laghetti dei Turlo, raggiungibili scendendo di circa 150 m dal Colle di Costa Fenera e al laghetto senza nome sotto il passo Muret lato Malciaussia, anche qui perdendo poco più di un centinaio di metri.
Ci si dirige al campo sportivo di Caselette; ci si innalza sulla mulattiera in direzione di S. Abaco, ove essa termina. Dietro il santuario inizia un sentiero ben tracciato, il quale, sempre tenendosi sul costone, permette di raggiungere in breve tempo, la cima del Musinè (1150 m).
Si tratta ora di scendere al Colle della Bassetta 945 m, massima depressione fra il Musinè e il Moncurt. Questo tratto, richiede molta attenzione, specialmente in caso di nebbia, in quanto, tutti i sentieri scendono dai due versanti, meno un’esile traccia che rimane in cresta. Dalla punta del Musinè, ci si abbassa seguendo un sentiero segnato di rosso fino al punto in cui questo si biforca, il ramo di destra sempre segnato di rosso, divalla decisamente, abbandonarlo e seguire quello di sinistra privo di segni, esso evita un primo lieve rilievo e prosegue in leggera discesa, attenzione!: quando si incontrano dopo breve tratto dei piccoli pini, (i primi), osservare sulla destra: inizia l’esile traccia succitata, lasciare il sentiero e seguire la traccia, essa risale in cresta. Seguirla sempre con attenzione, a tratti si perde, l’unico modo per non sbagliare, d’ora in avanti è di rimanere sempre in cresta.
Vicino al Moncurt la vegetazione si fa più fitta e continuerà così fino in cima, (1323 m). Ora la vegetazione diradata permette una marcia più spedita. In un avvallamento, Bassa della Val (quota 1124 m) si incontra un sentiero che evita, costeggiandolo a sinistra, il Truc del Faro, esso conduce alla Madonna della Bassa (1157 m ); qui giunge pure la strada carrozzabile da Mompellato. Chi preferisce rimanere in cresta in questo tratto, può scavalcare agevolmente il suddetto rilievo.
S’inizia ora a salire verso l’Arpone; ricompare nuovamente un sentiero segnato di rosso. Nel primo tratto, il sentiero si sposta sul fianco destro per poi ritornare in cresta, è preferibile abbandonarlo in questo tratto e seguire la cresta perché è poco evidente. Raggiunta la quota 1450 m, il sentiero devia a sinistra, non rimane che seguire la cresta e si giunge così in cima al M. Arpone ( 1600 m).
Dall’Arpone inizia un crestone diretto a ovest; scendendo lungo di esso, in breve si raggiunge il colle del Lis. Durante la discesa, si incontra nuovamente il sentiero segnato di rosso che ha attraversato il fianco della montagna.
L'idea di percorrerla era balzata in mente a Silvio Perina che con caparbietà e meticolosità aveva coinvolto parecchi Soci del C.A.I. Pianezza fin dal lontano 1978. Nel 1985 fu pubblicata tutta la traversata compiuta ovviamente a tratti. Il progetto iniziale si chiamò “Giro alpestre della Val Susa”.
Su "La Valsusa" n. 14 del 3 aprile 2003 un articolo che riportava una frase del primo cittadino di Torino, il sig. Chiamparino, in occasione di un anniversario del C.A.I. U.G.E.T. di Torino che si svolse sul Monte Musinè, che diceva pressappoco così: "... facciamo insieme a voi, amici dell'U.G.E.T. un sentiero che parta da Caselette e dal Musinè e arrivi fino in vetta a! Rocciamelone. Lo chiameremo Cresta Città di Torino... sarà pronto per le olimpiadi del 2006 perché possiamo già contare sui necessari finanziamenti... "
“II Signor Chiamparino ha scoperto l'acqua calda!” Questo fu di conseguenza il titolo dell’articolo pubblicato sul bollettino sezionale "Pera Mòra" che subito piacque ai lettori, tant'è che i partecipanti a questa fatica, partendo il giorno 6 settembre 2004 da Caselette vollero mantenere ironicamente, ma senza spirito polemico, questo soprannome.
Il progetto iniziale prevedeva di scendere a valle dopo ogni tappa.
1a tappa Caselette – Colle del Lis
2 a tappa Colle del Lis – Colle del Colombardo
3 a tappa Colle del Colombardo – Colle Forcola
4 a tappa Colle Forcola – Colle delle Coupe
5 a tappa Colle delle Coupe – Colle dei Brillet
6 a tappa Colle dei Brillet - Rocciamelone
- Cartografia:
- Fraternali