
Riportiamo come descrizione quella del parco e aggiungiamo traccia gps.
La traversata da Cicogna, la “piccola capitale” della Val Grande, a Finero è un tuffo prolungato in una natura incorrotta, ma anche un bagno di memoria. L’itinerario della traversata percorre
interamente la testata sulla sinistra orografica della Val Pogallo, percorsa dal Rio Pianezzoli e definita dall’arco di montagne tra la cima Marsicce e il Monte Zeda.
Fondotoce) proseguo per Rovegro (3,2 km) su un'ampia strada fra gli alberi, quindi (7,8 km) per
Cicogna lungo una stretta e tortuosa strada asfaltata.
Da Cicogna a Pogallo si cammina su un’ampia mulattiera (ore 1,30). A valle dell’alpeggio (cartelli indicatori) si scende nel bosco a traversare su ponte il torrente che scorre in una forra incassata
(entrando in Pogallo, si lasciano a sinistra le baite e, lungo il limitare del pascolo, si segue la mulattiera che scende a destra). Dopo il ponte, il sentiero evidente (si tralascia a sinistra la traccia che sale a Busarasca) prosegue in falsopiano costeggiando il rio Pianezzoli e passa il torrente su ponte sotto i ruderi di Casàa di Gài ; qui l’azione erosiva delle acque ha inciso profondamente il
letto roccioso levigandone le pareti. Si sfiorano i ruderi di quello che, dice la tradizione locale, fu un ampio mulino.
A Sottosasso si guada il torrente per poi salire nella faggeta; si incontrano poco dopo i resti, semisommersi dalla vegetazione, di una stazione di cambio della teleferica. La faggeta è molto bella e, dopo le drastiche tosature dei grandi disboscamenti, il bosco ha ripreso vigore e un equilibrio naturale che ha cancellato gli interventi passati. Il sentiero prosegue con numerosi saliscendi; si incontrano i ruderi della Prea (Preda di qua 1005 m) e poco dopo traversa il torrente su un ponticello nuovo. Dopo la Prea d’là (Preda di là 1007 m) si sale nella faggeta fino a passare su un
ponte il torrente che scende dalla Piota e, con una breve rampa, si raggiunge l’ampio anfiteatro di pian di Boit (1123 m). Oltre l’alpeggio il sentiero si inerpica a lungo nel bosco scosceso per
raggiungere l’alpe Terza (1428 m), con i ruderi delle casere persi tra i prati inselvatichiti. La traccia sale sulla sinistra dorsale, fra rocce affioranti e erba magra. Sulla sommità della dorsale, poco sotto uno sperone roccioso, la traccia piega a destra e con lunga diagonale porta alla Bocchetta di Terza (1836 m). Dalla bocchetta si scende in valle di Finero su ripide tracce che si snodano a sinistra sotto le guglie aguzze delle Torri di Terza. Si scende quindi al centro della valletta per raggiungere la radura che ospita i ruderi dell’alpe Val Viccio (1440 m), pochi muretti sotto grandi massi, una vita da trogloditi.
Si scende a destra entrando nel bosco per attraversare un canale e proseguire in falsopiano. La discesa di una ripida rampa permette di raggiungere il sentiero che scende all’alpe Uovo. Da questo punto il sentiero corre accanto al fiume che non si attraversa fino a Provola. Si incontra l’alpe Prebusa (1154 m) con un balmo che serviva da ricovero per gli alpigiani. Quasi alla fine della fatica, si cammina piacevolmente nella grande faggeta per arrivare al grande corte ammodernato di Provola con rustici in larga parte ristrutturati. Dalle case all’inizio del prato si stacca una bella pista che scende al fiume e lo attraversa su ponte. Risalire sull’altro lato per raggiungere Finero (896 m).
- Cartografia:
- Club Alpino italiano Sezioni Est Monte Rosa. Carta escursionistica fogli 113 e 115 Geo4Map
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