Sicuramente la presenza (da una decina d'anni a questa parte) del bellissimo bivacco Rotary/E. Borroz, a poca distanza dal piede del versante, incentiva la frequentazione.
Il versante è abbastanza articolato e alto complessivamente quasi 1500 m. Un breve pendio appoggiato porta subito a un ripido "gradino" iniziale, solcato da alcune rampe oblique da destra a sinistra. Al di sopra, una zona di pendii e morene a pendenze moderate precede la parete vera e propria, che è alta circa 700 m, e dopo una fascia basale più rocciosa (ma interrotta da rampe e canali), nella parte alta è caratterizzata da due canali: uno principale e più largo, che esce sulla cresta Nord, e un altro più a sinistra che porta dritto in vetta.
Data la sfortunata esposizione a Nordest, la parete è esposta al primo sole del mattino. Per la salita a piedi i periodi migliori dovrebbero essere o in inverno, ma solo in annate di scarso innevamento e dopo lunghi periodi secchi, o in primavera a patto sempre che la neve sia perfettamente assestata. Consigliabile uno zero termico intorno ai 2500 m, non molto oltre. A fine primavera si può trovare neve più trasformata in alto, ma lo zoccolo basale potrebbe essere già senza neve (meno comodo da salire al buio) ed è difficile che faccia abbastanza freddo...
A meno che non si voglia scendere su Cogne, la faticosa discesa dal Colle della Tersiva lato Clavalité può essere a tratti delicata e andrebbe effettuata in orario adeguato.
Da qui si scende al piano, lo si attraversa e si segue la strada poderale che risale tutta la valle seguendo le indicazioni per il bivacco Borroz (2150 m, circa 2h).
Conviene partire in corrispondenza del bivio che da una parte porta al bivacco (che è sull'altro lato della valle) e dall'altra alla Grand'Alpe. Se si dorme al bivacco si deve tornare indietro per circa 10 minuti e 100 m di dislivello.
Dal bivio si sale il primo pendio fino a raggiungere lo zoccolo roccioso. Salirlo per rampe, possibilmente nevose, verso sinistra (max 45-50°, studiare il percorso preventivamente) lasciando sulla destra una cascata. Si sbuca a ca. 2400 m di quota su vasti pendii più dolci, che si risalgono sempre verso destra scavalcando cordoni morenici. Si giunge infine a un ampio canalone appoggiato che fa da base alla parete e che raccoglie tutte le slavine che scendono da essa. Lo si attraversa verso destra. Da qui due possibilità per raggiungere il canale principale della parte alta:
1) dato che in basso il canale è difeso da salti rocciosi, si può subito prendere una rampa un po’ esposta, parallela ad esso e posta immediatamente alla sua sinistra (45-50°). L’accesso a questa rampa è solitamente ben innevato. Al termine di essa, circa 150-200 m di dislivello, si piega a destra (55-60° al massimo, possibile qualche passo di misto) fino a ricongiungersi al canale.
2) se si prosegue ancora nel canalone basale per poche centinaia di metri, si trova un canale incassato che si insinua fra le rocce verso destra e porta anch’esso a raggiungere la sezione sommitale della parete. Questo canale, ripido e con possibili salti, è solo vagamente intuibile dal basso e le sue condizioni non sono verificabili finché non ci si è dentro. Soluzione consigliabile solo con forte innevamento.
Raggiunto il canale principale nella parte alta della parete, o lo si segue dritti fino alla cresta (50° almeno, possibili grandi cornici in uscita) oppure lo si lascia subito per intraprendere una lunga diagonale verso sinistra (esposto, 50-55°) fino a raggiungere l’altro canalino, spesso più stretto (55° max), che porta a uscire pochi metri a sinistra della croce di vetta.
Discesa: scendere la cresta Nord fino a poco prima del Colle della Tersiva. Qui abbassarsi a destra sul lato Clavalité (attenzione, possibili cornici, valutare attentamente il punto migliore) e per pendii inizialmente ripidi (50°) scendere tenendo sempre la sinistra (faccia a valle), quasi a ridosso delle pareti (ma non troppo sotto perché scaricano…). Con percorso abbastanza intuitivo, max 40°, si scende su neve fino al ripiano dove sfocia il canalone basale, a circa 2500 m di quota. Da qui per scendere lo zoccolo sottostante:
1) o si traversa tutto a destra, anche un po’ prima del ripiano in fondo, andando a riprendere il percorso dell’avvicinamento
2) o ci si tiene tutto a sinistra scendendo per pendii ripidi (o prati).