Il sentiero da seguire è sempre evidente e ben segnalato, però occorre prestare attenzione al ritorno quando si giunge al cantiere in prossimità della diga, dove mancano le indicazioni per imboccare il sentiero che scende a Vallorcine.
Per il resto, visto lo scarso affollamento e l’ambiente, ancora un percorso riservato gli amanti della wilderness.
Da Chamonix si procede in direzione Martigny; si attraversa l’abitato di Argentiere, si passano le case di Le Bouet, al bivio si svolta a sinistra per Le Couteray, dove la strada termina.
Dal parcheggio si segue la strada all’inizio asfaltata, che poi diventa pista e quindi largo sentiero, sempre seguendo le indicazioni per Loriaz. Il sentiero sale dolcemente nella fitta pineta e ne esce in prossimità di una croce, per poi arrivare in breve all’alpeggio-rifugio di Loriaz (2020 m).
Dall’alpeggio, seguendo le indicazioni ed il sentiero marcato con evidenti bolli gialli, si prosegue in direzione del Col de la Terrasse. Il sentiero parte all’inizio pianeggiate, attraversa una fascia prativa con rododendri, per poi arrivare in una zona detritica che attraversa con un lungo traverso (attenzione all’innevamento anche in stagione inoltrata) ed infine, con le ultime ripide rampe in alcuni punti franate, arriva al colle.
Dal colle si può rientrare via Tres les Euax oppure, come qui descritto, per i laghi di Emosson, scendendo seguendo le indicazioni per le “tracce dei dinosauri”.
Seguendo allora la traccia sempre evidenziata da giganteschi ometti si scende tra le rocce montonate fino al primo bivio in cui si stacca il sentiero che porta alle tracce dei dinosauri e dal quale si vede il lago vecchio di Emosson, al quale si può scendere via sentiero. Conviene invece, seguendo le indicazioni, scendere alla nuova diga di Emosson attraverso il sentiero sempre visibile e ben segnalato dai segni bianco-rossi, sentiero che anche in stagione avanzata attraversa dei nevai residui. Il sentiero arriva all’area del cantiere in prossimità della gigantesca diga, dove è stato deviato con passerelle aeree e con gradini in grigliato metallico. Terminato questo tratto un po’ disastrato, arriva su un promontorio roccioso, dove si presentano tre possibilità: 1) proseguire in direzione della diga, arrivando alla fermata del trenino e della funicolare con la quale si può scendere a valle, 2) ritornare all’alpeggio di Loriaz seguendo le indicazioni scritte su una placca rocciosa ed il sentiero con alcuni tratti attrezzati, 3) cercare il sentiero, di cui resta solo un’esile traccia segnata con pochi segni rossi sbiaditi, che scende a valle ripido nella gola verso Vallorcine.
Qui è stata seguita la via 3). La partenza del sentiero non è segnalata, va cercata ad intuito, e se ne vede in basso un tratto molto ben marcato. Scendere dunque su percorso un po’ faticoso fino ad un bivio in cui si segue il ramo per Vallorcine ignorando le indicazioni per Finhaut-Chatelard; il sentiero perde ora in pendenza, entra nel bosco, ne esce su un tratto erboso su detriti, per poi rientrare nella pineta (attenzione a seguire sempre le indicazioni) dalla quale si esce trovandosi ormai nell’abitato di Vallorcine. Seguendo la strada asfaltata si rientra a Le Bouet, quindi a Le Couetery chiudendo così l’anello.
- Cartografia:
- Carta Topo Rando, Vallée du Trient, Ed. MPA - Scala 1:25000
- Bibliografia:
- S. Ardito - Il Parco del Monte Bianco - Ediz. CDA, 1995