Il tiro chiave è la fessura di L3, il resto si svogle su muri e placche con difficoltà mai superiori al 5c; diverse cenge pietrose interrompono la continuità e costringono a prestare attenzione per non far cadere sassi su chi sta sotto.
La via è chiodata a spit, distanza giusta (2/3m) nei tratti impegnativi e più distanziata in quelli facili. Soste in generale comode su 2 spit, quasi sempre da unire.
I primi 2 tiri si possono aggirare sulla dx tramite una comoda cengia, così come arrivati ad S10 si può uscire per cenge sulla dx e raggiungere il col Termier; diversamente, scalare le facili placche sommitali e raggiungere la vetta dell'anticima della tour Termiere, alta 3000m circa, e da qui ricongiungersi alla traccia che scende dal Grand Galibier fino a raggiungere il col Termier (ometti); dal colle scendere tenendosi sulle roccette di sx (faccia a valle) evitando di entrare nel canale franoso. Ometti e bolli gialli/rossi, 40 minuti circa fino all'attacco della via.
La via è esposta a SO, in estate sole dalle 10.30, in autunno dalle 12. Riparata dal vento di NO che soffia spesso qui.
Se si lasciano gli zaini alla base conviene attaccarli al primo spit (marmotte voraci in zona).
La via attacca nel punto più basso della parete, non lontano dal conoide di detriti che scende dal col Termiere; nome "Allo la terre" alla base (con cui condivide la prima lunghezza).
L1: muro a piccole prese poi sosta su cengia, tiro breve in comune con “Allo la terre”, 5b.
L2: seguire gli spit a dx, serie di facili risalti e sosta ai piedi di un diedro fessurato, tiro breve concatenabile col precedente, 4c.
L3: attaccare il diedro sfruttando una lama, poi salirlo in dulfer usando la larga fessura di fondo per 7/8m, al suo termine ribaltarsi faticosamente a dx su muro verticale a prese buone, tiro fisico e obbligato (spit a 3/4m), 6a.
L4: dalla sosta traverso ascendente verso dx fino a raggiungere un vago spigolo, un passo delicato ma ben protetto per superarlo e poi salire per qualche metro, 5b.
L5: serie di muretti interrotti da cenge, un passo più duro su lame un po’ aggettanti, 5b.
L6: bel muro tecnico, un passo delicato per ribaltarsi a sx su placca a cannelures, 5c.
L7: salire sopra la sosta e traversare verso sx stando bassi, superare un canale pietroso e franoso (attenzione!) traversando decisamente a sx e rimettere mano alla roccia, superare un vago e breve camino e fare sosta su terrazzo ai piedi di una specie di grottina su 2 spit da unire, spit e sosta poco visibili, prestare attenzione, 4a.
L8: salire a sx della sosta (presente sosta di calata su pulpito), poi ritornare verso dx sulla verticale della sosta e vincere un passo delicato per ribaltarsi su una placca appoggiata che si segue fino in sosta, 5b.
L9: qualche metro facile, poi superare un canalino attaccando un muro verticale con un passo delicato verso dx, poi bel pilastrino tecnico, 5b/c.
L10: traverso ascendente a dx esposto ma su prese buone, poi bella placca a cannelures, 5b/c.
L11: superare cengia terrosa e poi placca scolpita a cannelures, roccia abrasiva, 4c.
L12: serie di risaltini interrotti da cenge, un paio di spit, fino a raggiungere la sommità; recuperare il secondo a spalla o proseguire direttamente in conserva da S11, III.
- Bibliografia:
- Oisans nouveau Oisans Sauvage