Nella sua prima parte, infatti, la via vince un contrafforte a forma di pera, che prima spancia, e poi si assottiglia formando una specie di arrotondato “minareto” (L1-L4). A monte di quello, il pilastro si protende sopra un marcato zoccolo, formando due successive pance, incise al centro da una lunga fessura; al termine della fessura, si percorre quindi un crinale più abbattuto ma molto aereo, che prelude alla panoramica sommità (L5-L7).
L1 (20m.)
Si afferra una lama obliqua, per poi proseguire su rocce più appoggiate (III+) fino alla base di una placca compatta e verticale, a sx di una più evidente fessura verticale. La placca si supera direttamente, o sfruttando la fessura, con arrampicata comunque piuttosto sostenuta, fino al soprastante comodo gradino (V; 2 fix; sosta su 2 ch. con cordino e maillon di calata).
L2 (25m.)
Con breve traverso verso sx, si riprende a salire oltre il filo del contrafforte, che qui è molto arrotondato (2 ch. e 1 fix); un secondo gradino invita quindi a ritornare verso dx, dove un traverso su rocce piuttosto abbattute ma molto compatte, conduce a scavalcare una spaccatura, e guadagnare un terrazzino, proprio dove questa s’impenna bruscamente (IV con passo IV+; 1 cless. alla partenza del traverso, e possibilità di friend medio-grande all’arrivo; sosta su 2 ch. con cordino e maillon di calata).
Nota: qui probabilmente siamo entrati nella variante Gogna/Bonelli (forse un pelo più difficile ma molto logica) perché sia nel traverso prima del terrazzino di sosta, sia nella successiva bella fessura, non abbiamo più trovato alcun tipo di protezione.
L3 (15m.)
Si prosegue quindi in verticale all’interno della spaccatura (IV+ poi IV, da proteggere sempre con friend medio-grandi). A metà, quando la fessura riparte facendosi più stretta e compatta, si esce verso sx, afferrando il margine superiore di una liscia placca staccata, per ristabilirsi sotto un muretto di roccia ben articolata, che poi si supera in direzione di un più comodo terrazzino (IV+ esposto, poi IV; 1 cless., sosta su 1 ch. e 1 fix con cordino e maillon di calata).
L4 (25m.)
Sfruttando una rampetta obliqua verso dx, si raggiunge un pulpito alla base di un affilato spigolo (III; 1 ch.) Lo spigolo si sale inizialmente all’interno di una fessura a sx del filo, per poi portarsi a dx dello stesso, con arrampicata elegante ed esposta, fino ad un secondo aereo pulpito, posto sotto il culmine del primo contrafforte, che qui forma una specie di arrotondato minareto (IV sostenuto; 2 fix e 1 ch.; sosta su 1 fix e 1 ch. con catena e maillon di calata).
L5 (40m.)
Aggirato verso dx il “minareto”– e attraversata la successiva breve forcella – si riprende a salire su bella placca a dx del filo di un ben marcato zoccolo (IV con passo IV+; 1 fix, 1 cless., e 1 ch.). Si raggiunge così un panoramico balconcino, sotto una lunga e serpeggiante fessura, che incide due successive pance di roccia. Superati i due più ostici passaggi (V+/VI; 2 fix e 1 ch. sulla prima pancia; 1 ch. e 1 fix sulla seconda) la fessura riparte formando un diedrino appoggiato, che conduce su più comoda nicchia (IV; 1 cless.; sosta su 2 fix con catena e maillon di calata).
Nota: per quanto ci riguarda, abbiamo spezzato il tiro sostando sul balconcino alla base della fessura strapiombante (rinforzando il primo fix con 1 ch. che poi abbiamo recuperato) come da più antica relazione di Gogna.
L6 (30m.)
Con breve traverso a dx si esce dalla nicchia, e si riprende a salire oltre lo spigolo, seguendo un crinale molto aereo e panoramico, fino a scavalcare un intaglio (IV con passo di V in partenza; 1 fix; sosta su 2 fix da collegare).
L7 (25m.)
L’ultimo corpo di roccia si vince ritornando sul crinale da dx verso sx, per poi afferrare un più netto e ripido spigolo, che si supera poco a sx del suo filo (III e IV con passo di V in uscita; 2 fix; sosta da attrezzare sulle prime rocce sommitali, oppure poco oltre, sul primo ancoraggio di calata).
Discesa in corda doppia:
Scavalcate le prime rocce sommitali, si raggiunge un terrazzino che affaccia a Ovest (verso la valle di Lanaittu) dove si trova il primo ancoraggio di calata, costituito da 2 fix collegati con catena. Usando due corde, si può così raggiungere un’ampia terrazza alberata a due terzi di parete, che poi precipita sul ghiaione compreso fra l’VIII e il IX pilastro. In alternativa (per minimizzare il rischio di incastri) è possibile usare una sola corda, frazionando la calata su alberello di ginepro attrezzato con cordino ed anello.
In ogni caso, raggiunto un boschetto pensile un po’ a dx della verticale (faccia a valle) si segue una corda fissa che conduce ad un più grosso e contorto ginepro affacciato nel vuoto; sotto questo, infatti, si trova un secondo ancoraggio di calata, costituito da 2 fix collegati con cordino e vecchio moschettone a ghiera.
Nota: pur utilizzando entrambe le nostre corde (50m. abbondanti) siamo arrivati a circa 30m. dal ghiaione, senza scorgere ulteriori ancoraggi; pertanto, guadagnata una nicchia, abbiamo attrezzato un ultima calata, costituita da 2 ch. collegati con un cordino blu da 7mm.
Successivamente la via è stata riattrezzata con alcuni fix alle soste e nei passaggi chiave, accompagnati da buoni chiodi e clessidre.
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