Il dislivello indicato è di circa 2000 m se si effettua il percorso scendendo dal Colle Sulè al Colle Sulà, mentre se si decide di salire direttamente la cresta si considerino 200 m in meno. La difficoltà EE/F è solo relativa ai passaggi sulla cresta dal Colle Sulè, quindi se si evita questa via di salita o discesa, l'itinerario è puramente escursionistico seppur in assenza di tracce. Consigliabile avere con sè i ramponi a inizio stagione, ma anche dei ramponcini in estate qualora si incontrassero nevai residui. Da evitare in caso di nebbia (frequente nel periodo estivo).
Dall’inizio del sentiero nei pressi dell’Alpe Barnas, si scende brevemente ad attraversare il rio d’Arnas, per poi iniziare a salire in direzione ovest nel pendio boscoso,seguendo il sentiero 120 per il Rifugio Cibrario; a quota 1820 m si incontra il tracciato della decauville, la si segue per 200 circa verso destra e poco prima di una galleria il sentiero riprende a salire sulla sinistra, nuovamente in buona pendenza. Poco sopra si incrocia il sentiero 118 proveniente da Margone.
Il sentiero prosegue lungamente verso sinistra in ascesa, poi si affrontano alcune serpentine e si attraversa una breve zona di pietrame per poi scendere leggermente ad un ponticello per attraversare il torrente, non lontano da una piccola diga. Si riprende a salire la china erbosa da sinistra verso destra, alzandosi di quota sul vallone, fino ad un colletto che si affaccia sulla bella conca del Pian del Sabiunin, dove si scorge il Rifugio Cibrario 2612 m, che si raggiunge con una lieve discesa.
Dal rifugio si prosegue attraversando tutto il pianoro acquitrinoso, seguendo i cartelli per il Colle Sulè. Giunti al termine del pianoro, si sale brevemente la morena per poi deviare a sinistra (qui spesso è presente un nevaio da attraversare, anche a fine stagione, volendo è aggirabile salendo a destra per ghiaia e roccette e poi attraversando a sinistra una serie di roccette) per poi iniziare una ripida salita su terreno ghiaioso a serpentine lungo il pendio di pietrame.Si giunge ad un ripiano a circa 2900 m, sotto le propaggini della Testa Sulà, e si prosegue seguendo i numerosi segnavia che risalgono dolcemente il valloncello con alcuni piccoli laghetti, sino a raggiungere a destra il Colle Sulè 3063 m, da cui parte la cresta est di salita alla Testa Sulà.
Se si vuol salire direttamente in cima per cresta (EE/F), dopo un primo tratto detritico occorre affrontare una breve paretina con roccia non propriamente salda, per poi riguadagnare il crestone che diventa facile fino in vetta.
In caso contrario, si prosegue in discesa seguendo il sentiero 122, perdendo rapidamente 200 m di quota fino a circa 2850 m, dove anzichè proseguire sul fondo del vallone per il Colle di Spiol, si devia sul segnavia di destra, sino a raggiungere un piccolo laghetto (secco a fine stagione) in località le Gavie. Qui si inizia ora a salire verso destra, senza tracce nè ometti, in direzione del Colle Sulà: il terreno inizialmente è prevalentemente di erba e terriccio, abbastanza ripido ma senza problemi. Successivamente, quando si entra in un pendio-valloncello sotto i contrafforti della Punta Valletta, si affrontano un po’ di pietrame e detriti, ma a parte la fatica si cammina sempre bene, sino a giungere al Colle Sulà 3184 m, dal quale diparte il facile crestone ovest per la cima.
Si sale su detriti inizialmente fino ad una anticima, poi dopo una breve sella, qualche zona di pietrame accatastato precede il castello sommitale, che si aggira comodamente sulla sinistra per poi salirlo.
Per la discesa, se non si vuole affrontare la cresta per il Colle Sulè, oppure non dover risalire dalle Gavie al Colle Sulè stesso, la terza opzione (che consente di effettuare un anello) è la discesa dal versante nord verso il Lago di Peraciaval. Qui è consigliabile avere buona visibilità e dotarsi di traccia gps; il terreno non sarà difficile, anzi (eccetto un breve canalino un po’ franoso nella parte conclusiva) ma per evitare di incasinarsi è bene sapere dove si sta andando, vista la totale assenza di ometti e tracce.
Dalla cima si scende direttamente seguendo le zone di detriti più comode, il terreno generalmente è molto facile; si punta ad una conca rossastra posta tra il pendio della cima e quello dell’anticima, per poi piegare in discesa progressivamente verso sinistra per evitare le zone più ripide a destra (riferimento come direzione la Croce Rossa. Si lascia ben più in alto e a sinistra il Lago della Valletta, scendendo con percorso logico la conca di pietrame, puntando ad un modesto promontorio di colore chiaro. Qui si scende ancora puntando ad una successiva sella, si notano su alcuni massi dei segni di vernice e riferimenti ad indicare il fronte dell’estinto ghiacciaio di Peraciaval. Non farsi mai tentare da discese a sinistra dirette al sottostante Pian del Sabiunin, ma da questa selletta rocciosa, si scende un canalino di pietrame che da sopra inizialmente pare come salto roccioso; in realtà con un po’ di attenzione si individua un percorso logico, su terreno un po’ franoso ma non difficile. Scesi circa 50 m si giunge ad una conca, e appare una traccia che in traverso verso sinistra in breve condurrà a incontrare il sentiero 118, che seguito in discesa porta rapidamente al Lago di Peraciaval 2759 m. Da qui, attraversando l’emissario, con un tratto di sentiero un po’ ripido e scosceso si raggiunge il Rifugio Cibrario, chiudendo l’anello. Si rientra all’auto dal percorso di salita.
- Cartografia:
- Fraternali Editore 1:25000 n.8 Valli di Lanzo