





Lasciata l’auto nello spiazzo al bivio di sterrate di quota 1250, si risale la gradinata naturale (ometto) che porta in 10 minuti al Rifugio Volikas (quota 1300). Si prosegue verso Sud alla sinistra di un costone, seguendo ometti e tacche bianco-gialle dell’originario tracciato E4. Strategici pali a fil di cielo indicano la via da seguire lungo una successione di grandi dossi. Poco oltre un isolato cipresso, si lascia a destra il bivio per Mile (indicazione su un masso) e si continua per il pendio seguendo gli scarsi ometti. Poco sotto quota 1700 ci si imbatte in una profonda voragine (palo), quindi ci si muove progressivamente verso sinistra ad aggirare un’ultima elevazione, mentre la vista si apre sul vallone di Gournes. Si continua a salire sul versante di Gournes e si tocca finalmente la cresta Nord dello Spathì (quota 1900 circa); senza percorso obbligato si superano o aggirano a destra due piccole anticime per affrontare infine l’erto pendio che conduce alla vetta. Bellissima la vista che si gode sulla costa settentrionale e sulle montagne prospicienti, in primis Aghio Pnevma a Sud e Ornio a SO; in mezzo, più lontano, lo Svourichtí.
Si scende ora in direzione SO nella zona denominata “Ghourghoutha tou Spathioù” costellata da profondissime e impressionanti doline. Si procede bordeggiandole e risalendo modesti dossi sino alla base del pendio NE del Monte Ornio. Lo si risale senza percorso obbligato su sfasciumi di varie dimensioni sino a toccare la prima delle due sommità settentrionali (q. 2116). Con facile e breve percorso di cresta si raggiunge anche l’altra cima più a NO, quotata m. 2129.
Si torna brevemente sui propri passi verso la depressione tra le due cime (q. 2111) dalla quale ci si abbassa gradualmente su ripido pendio di brecciolino e pietre attraversando una suggestiva area di rocce nere nella quale non è inconsueto imbattersi in buchi e voragini. Tornati alla base settentrionale dell’Ornio, si riattraversa la zona di doline puntando alla elevazione quotata 2018 situata a Ovest dello Spathì, la cui cima viene agevolmente raggiunta rimontandone la breve dorsale SE (sulla vetta si trovano i ruderi di un mitato).
Si prosegue sulla dorsale in direzione opposta a quella di salita e ci si abbassa progressivamente con laborioso tragitto mirando a un ampio colle, visibile sin dalla vetta dell’Ornio, che garantisce l’accesso al vallone di Mile. Si passa sul bordo di gigantesche e molto profonde doline, dapprima su pietraia a moderata pendenza poi su massi e placche via via più ripidi (qualche passaggio delicato).
Raggiunto finalmente il colle, si può individuare un centinaio di metri più a valle un basso muretto di sostegno alla mulattiera di Mile, nei cui pressi c’è una famosa grotta. Si affronta la discesa verso sinistra e, oltrepassata una barriera rocciosa, si imbocca un canale cercando il percorso migliore tra pietre e frygana (bassi cespugli spinosi) fino a raggiungere la mulattiera, la quale peraltro è sempre visibile dall’alto.
Badando ai segnavia giallo-bianchi, si continua per circa 1 ora sul sentiero/traccia che si snoda più o meno sul letto di un piccolo corso d’acqua in secca e ridiscende la valle fino a chiudere l’anello con un lungo traverso al bivio sopra il Rifugio Volikas. Da qui in breve si torna al rifugio e all’auto.
- Cartografia:
- Crete 11.11/11.12 Lefkà Ori Sfakià/Pachnes 1:25.000 Ed. Anavasi
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