E' una bella ascensione che si compie normalmente in due giorni, il primo giorno si sale al Rifugio Similaun m. 3019 da Vernago, una bella escursione abbastanza lunga ma piacevole, presenta 1300 m.
Il secondo giorno invece la salita alla cima richiede poco più di 2 ore con il ghiacciaio e la neve in buone condizioni. Nelle giornate di bel tempo dalla cima del Similaun è possibile ammirare un panorama vastissimo e spettacolare ! Il periodo migliore per salire il Similaun va da metà giugno a fine settembre.
Parcheggiata l’auto a Vernago, si prende il sentiero con segnavia n. 2 (indicazioni e cartello segnaletico per il Rifugio Similaun) che risale verso sinistra un bel boschetto, per raggiungere un pianoro, dove è ubicato il Rifugio Tisa m. 1814 (privato).
Si prosegue ora sulla destra, entrando nel Vallone di Tisa, il sentiero si tiene al centro del vallone, risalendo belle praterie, e alti pascoli in modo graduale e senza strappi, nella parte alta del vallone il terreno diventa detritico, ma il sentiero è sempre evidente, ben tracciato e segnalato. Si raggiunge così la testata del vallone, dominato in alto a sinistra dalla bella Punta di Finale m. 3516.
Ora il sentiero volge a destra, sale più ripidamente, superando alcune gradinate rocciose con diversi tornanti. E per sfasciumi e/o neve si raggiunge l’ampia insellatura del Giogo Basso m. 3019, e pochi metri a sinistra si trova il grande e confortevole Rifugio Similaun .
Dal rifugio si vede bene il percorso da fare il giorno successivo. Si mette piede sul Ghiacciaio (la Vedretta del Giogo Basso) e si inizia a salire verso destra, tenendosi non lontani dalla cresta Ovest del Similaun. Nella parte alta del ghiacciaio la pendenza aumenta, ma il percorso resta sicuro e agevole, si aggira a sinistra il Piccolo Similaun m. 3355 (che con una breve deviazione è possibile salire lungo il filo di cresta per neve e facili rocce) e poi la traccia volge nuovamente a destra raggiungendo il filo della cresta Ovest.
Non rimane che seguire la cresta, che nell’ultimo tratto si presenta affilata ed esposta ma non difficile, fino a raggiungere l’ampio calottone glaciale della vetta, sormontata da una grande croce metallica.
In discesa si ripercorre lo stesso itinerario di salita.
La prima salita nota a questa montagna risale al 1834, dove 2 alpinisti T. Kaserer e J. Raffeiner raggiunsero la cima per la cresta Sud (che non è la via normale descritta in questa relazione).
- Cartografia:
- Tabacco foglio 4
- Bibliografia:
- Guida escursionistica-alpinistica dell'Alto Adige di A. Gadler