






Non una falesia, non una parete di montagna.. ma una struttura rocciosa in un ambiente ameno insolitamente alpino (nonostante la quota modesta max 1500 mt.), dove iniziare a muovere i primi passi su vie multipitch, alla quale si aggiunge "LA RESURREZIONE DI TUTANKHAMON", una via con un obbligatorio leggermente più alto rispetto alla entry level "Orizzonti di Cheope", ma pur sempre con una chiodatura cosidetta “plaisir”, che permette di superare in piena sicurezza tutti i passaggi più belli senza dover ricorrere all’azzeramento degli stessi.
La particolarità di questa via è che la terza lunghezza supera il "mento" della Sfinge nel suo lato sx con una serie di passaggi ben esposti, in grado di regalare intense sensazioni senza per questo doversi assumere rischi elevati.
Il superamento in libera del "mento" è stato possibile solo grazie alla presenza di una grande lama posizionata al disopra del tetto, parallela alla parete e distaccata da essa su tre lati, che offre l’UNICA sequenza naturale di appigli per potervi riuscire.. è perciò stato necessario realizzare un’opera di consolidamento alquanto ardita.. ma al contempo sicura, per mantenere la suddetta lama nella stessa posizione millenaria in cui la natura ha voluto che fosse..
Si tratta quindi di un’opera artificiosa il cui unico scopo è però stato quello di mantenere la parete nel suo aspetto originale, evitando di deturparla con un imponente opera di disgaggio che l’avrebbe privata di un elemento imprescindibile per la scalata in libera e per la stabilità di un tratto di parete più ampio, trattandosi di una sorta di chiave di incastro, della quale non si può fare a meno..
Con questa nuova realizzazione, il n.ro di vie multipitch allo Sperone della Sfinge sale attualmente a cinque, permettendo di trascorrere un’intera giornata all’insegna dell’arrampicata su tracciati sempre diversi (consultare l'elenco delle vie scorrendo la pagina in basso).
Necessari 10 rinvii e anelli di corda/fetucce con relativi moschettoni a ghiera per collegare gli spit disgiunti delle soste allestite per la sola progressione..
Non portare alcun dispositivo di protezione mobile poichè la spitattura “plaisir” li rende totalmente inutili..
L1 (25 mt., max 6a) :
attaccare verticalmente in prossimità della targa (5a un passo), poi salire obliquamente verso dx per facili placche fino a rinviare il 2° spit(4°) e da lì procedere orizzontalmente(3°) portandosi sotto un bel pilastrino verticale, apparentemente poco ammanigliato, che farebbe pensare ad un grado più elevato di quanto in realtà non sia.. ed attaccarlo nel punto più basso possibile, in prossimità dello spigolo dx.
Procedere verticalmente sfruttando una bella sequenza di tacchette per mani e piedi (6a) fino a giungere in sosta 1 dopo aver superato qualche risalto sommitale (5c).
Trattandosi di una sosta di sola progressione, è stata realizzata su due spit disgiunti che devono essere adeguatamente collegati prima dell’impiego..
L2 (30 mt., max 3°+) :
da S1 molto comoda (posta su un balconcino fra le rocce), con un breve trasferimento su erba leggermente verso dx, portarsi alla base della grande placca centrale e salirla fino alla sosta di progressione (3°+ costante per tutta la salita), superando alcune cenge (su una delle quali sulla sx verrà attrezzata un sosta fuori via, adibita al solo cospo di agevolare le discese in doppia su corda singola da 70 mt.).
L3 (30 mt., max 6b/6b+ aggirabile.. ) :
Da S2 molto comoda (su cengia rocciosa) proseguire dritti, dapprima su placca appoggiata (4°) e poi verticalmente su belle tacche e buchi (5c) fino a giungere su una piccola cengia.
Seguire la linea di spit che permette di superare in sicurezza la fascia leggermente strapiombante posta al disopra della piccola cengia (6a costante) fin sotto il tetto che delimita il lato sx del grande “mento” della Sfinge.
Il suddetto tetto, il cui bordo è sovrastato da una grande lama parallela alla parete e distaccata da essa su tre lati, a seconda di come viene superato, presenta difficoltà diverse (trattandosi di una difficoltà non obbligatoria o per meglio dire aggirabile..)
Se viene superato nella modalità prevista in fase di apertura, ovvero tutto sulla dx “pinzando” con le mani il bordo verticale destro della lama sovrastante, facendo poi una forte trazione sulle braccia con il resto del corpo nel vuoto.. oppure effettuando un vero e proprio “lancio” verso dx (con i piedi inizialmente appoggiati su uno spuntone al disotto del tetto sulla sx), si arriva a prendere con una mano il bordo orizzontale superiore della lama (in prossimità dello spigolo superiore dx), riuscendo in tal modo ad alzare i piedi fin oltre il bordo del tetto sul quale fare opposizione con le scarpette in aderenza.. (si consiglia a tal proposito di avere una buona mescola..). Posizionando il piede sx in aderenza fra le staffe di sostegno della grande lama e il piede dx su una buona tacca (risolutrice) in prossimità dell’angolo in basso a dx della lama stessa, si riesce ad avere la meglio sul passaggio, il cui grado in libera dovrebbe aggirarsi sul 6b+ (oppure in A0 avvalendosi dello spit posizionato direttamente sulla lama).
Se invece lo si affronta salendo con i piedi su uno spuntone di roccia non solidissima che sporge sotto il tetto sulla sx, tenendosi con una mano in presa rovescia sotto il bordo inferiore della lama (fra le staffe di sostegno) e con l’altra mano sul bordo superiore della lama che offre una buonissima presa, si riesce a salire con i piedi in aderenza prima sul bordo del tetto e poi sulla lama stessa superando con facilità il passaggio (6a/5c a seconda di quanto ci si è tenuti a sx dello spit che protegge il passaggio).
Se invece lo si aggira sulla sx portandosi in prossimità dello spigolo che divide il lato destro del grande diedro sommitale con il “mento” della Sfinge, le difficoltà si abbattono completamente (5b/5a..) ma si è fuori dalla linea logica della via, sconfinado su “Orizzonti di Cheope” che sale a fianco..
Discesa:
Da S3 (comodissima) due possibilità:
- con un passo si sale sulla sommità piatta della struttura, scendendo dapprima per facili placche poco inclinate sul lato opposto (prestando solo un po’ d’attenzione al lichene nel caso siano bagnate) e poi per ripidi sentieri a lato dello sperone stesso. Consigliato il sentiero sul lato sinistro (guardando a valle) poichè, anche se più ripido, è più scalinato e permette di raggiunge in minor tempo il punto dove attacca la via (10 min.);
- con due doppie da 30 e 35mt. (se si dispone di corda singola da 70 mt.) oppure con una sola doppia da 60 mt. (se si dispone di due mezze corde) calandosi sulla sx della struttura (guardando a valle) fino a giungere nel canalone erboso che scende a sx dello sperone e da lì in breve (percorrendo il sentiero di cui sopra), alla base della struttura. : la seconda doppia (indispensabile solo se si impiega un corda da 70 mt. doppiata) viene effettuata da una sosta fuori via, appositamente realizzata a tale scopo, posta su una comoda cengia, poco sotto un terrazzino erboso ben visibile dall’alto) più o meno al centro della grande placca sottostante. Nella seconda doppia è bene prestare attenzione alla lunghezza corda, poiché, se si decide di scendere in prossimità della targa di attacco via (evitando in tal modo di fare qualche passo con le scarpette sull’erba nel canalone a fianco..), la corda da 70 mt. doppiata termina a 1,5 mt. circa dalla base di attacco, perciò negli ultimi 30 cm. di discesa si sfila dal discensore prima che le vostre scarpette abbiano toccato terra..
Materiali impiegati:
Via attrezzata con placchette FIXE che, essendo bicromate, offrono alta resistenza all’ossidazione. Per il fissaggio delle stesse è stata impiegata una tecnologia innovativa (viti da roccia) che sopporta alti carichi di rottura e semplificherà di molto eventuali future attività manutentive.
Soste montate con maillon in acciaio inox A4 per poterne sostituire i singoli componenti qualora risultasse necessario intervenire a scopo manutentivo..
Prima salita: M. Dalla Chiesa M. Moine 16/08/2020
- Bibliografia:
- http://lemiepareti.flazio.com/la-sfinge
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