




Da Pian del Secco si può anche proseguire a piedi per la sterrata che sale dritta verso l'ex-stazione intermedia dell'Aquila ed una volta giunti nei pressi di un grosso ometto, svoltare a SX (vedi indicazione "vie di roccia" riportata in blu su un grosso masso tavolare che lastrica la sterrata) procedendo per una mulattiera secondaria in discesa e successivamente per sentiero fino ad una sella erbosa dove iniziano gli affioramenti rocciosi. Il primo affioramento, più piccolo, è la parte terminale dello speroncino dell'Aquila dove sono state tracciate brevi vie di falesia (vedi relazione Gulliver https://mono.gulliver.it/itinerario/13146/), il secondo, più grande, è la parte terminale dello Sperone della Sfinge caratterizzata da rocce piatte inclinate..
Una volta giunti sulla sella erbosa, scendendo nel versante opposto tenendosi lo speroncino dell'Aquila sulla sx, si passa sotto la base di quest'ultimo e proseguendo in discesa verso sx, si giunge sotto lo sperone della Sfinge, fiancheggiandone la parete ovest fino ad incontrare la targa della via.. Tempo di percorrenza dal parcheggio dell'Aquila: max 40 min.
Via breve, “plaisir” di 3 lunghezze in luogo ameno e tranquillo con un aspetto inaspettatamente alpino nonostante la quota modesta.
Alla sera, il muro su cui sale il 3° tiro, presenta tonalità del rosso spettacolari..
E’ possibile scendere in doppia da ogni sosta. Necessari 6 rinvii.
La chiodatura, realizzata secondo un criterio di massima sicurezza, implica comunque l’obbligatorietà dei passaggi (un lungone servirebbe a poco..).
Data la conformazione dello sperone, nella parte centrale della “Sfinge” la chiodatura è molto più lunga che in altri tratti, ma le difficoltà molto contenute, permettono comunque una progressione sicura facendo la dovuta attenzione (in particolare nei tratti in cui la via passa vicino allo spigolo sx della struttura).
Percorrendola insieme ad altre vie della zona (ad esempio “La via della Sfinge” che sale a fianco) è possibile riempire la giornata.
Sebbene si tratti di un gneiss granitoide rossastro, la roccia molto lavorata presenta livelli di grip eccezionali ed una notevole presenza di tacche nette che permettono un’arrampicata non troppo difficile, anche su tratti molto esposti come il tiro finale (L3).
La via attacca dalla base dello sperone in prossimità dello spigolo sx (targa alla base riportante le specifiche principali della via).
L1: (max 6b+) muro verticale/strapiombante con tacche nette piccole ed un diedro sulla dx (la spittatura consente di “addolcire” le difficoltà sfruttando la parete del diedro a destra su cui appoggiare la scarpetta, se invece si sale dritti sul muro le difficoltà sono maggiori con passi fino al 6b+);
L2: (max 5b) un primo tratto facile su una “schiena d’asino”, poi un breve tratto di 5b in prossimità dello spigolo sx della struttura ed un traverso finale (4b) sulla dx che porta in S2 (in comune con la via “La Sfinge”;
L3: (max 6a) dopo un breve trasferimento su ampia cengia, attaccare il lato sx del grande diedro sommitale (nei pressi della testa della Sfinge) con passi di 5b/5c (prima di arrivare nell’estremità sinistra del sovrastante tetto). Una volta giunti sotto il tetto (placca rossastra compatta), spostarsi leggermente a sx oltre lo spigolo della struttura ed innalzandosi con i piedi su evidenti tacche, rinviarne lo spit al disopra (sulla dx). Una volta assicurati, procedere sul muro superiore, verticale/strapiombante, che presenta tacche nette per mani e piedi, portandosi sulla linea di spigolo, per poi arrivare alla sosta finale (tratto di 6a dal superamento del tetto fino alla catena).
Una volta giunti in sosta si può scendere in doppia oppure, oltrepassando la catena, si scende a piedi dalla testa della Sfinge sul lato non esposto caratterizzato da rocce lisce poco inclinate.
Spero sia di gradimento per i successivi ripetitori pur ricordando che non si assumono responsabilità sullo stato della via e sui dispositivi di sicurezza in essa presenti e che ognuno, affrontando la salita, dovrà valutarne l’affidabilità in base alla propria esperienza personale assumendosene la responsabilità.
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