
Ci sarà qualcuno a cui capita di girare e rigirare le pagine di Rock Paradise senza trovare la via giusta da fare domani, un po' perché quelle potabili le ha già fatte quasi tutte, un po' perchè è stanco di fare le solite vie che fanno tutti: qualcuno che adora la valle dell'orco, ma poi salendo per la centounesima volta il sentiero per il sergent, gli è scattato il desiderio di vedere un posto nuovo.
Qualcuno per cui anche gli spit alle soste sono di troppo, perchè sanno di inflazionato (anche se poi quando li trova tira il più delle volte un sospiro di sollievo).
Beh, se c'e' qualcuno come noi in questi sensi, allora magari possiamo proporgli (non suggerirgli, ne consigliarli) di andare a fare questa via, esperimento abbastanza riuscito di una domenica uggiosa di fine novembre in cui proprio non si riusciva a decidere cosa fare. Bisogna essere chiari: la pareti più belle e le linee più evidenti sulle pareti più belle sono state scoperte da mò. Se si vuole provare l'ebbrezza del nuovo bisogna scendere a qualche compromesso. In questo caso i compromessi sono tre: l'avvicinamento è un po' più lungo e scomodo di quello del sergent, la via è più corta di una via del sergent e infine la via non è il non plus ultra della continuità (ha un tiro di trasferimento su 4). In compenso tre tiri su quattro sono proprio carini e piacevoli da arrampicare.
Inoltre se è vero che ravanare nel bosco per mezzora e più per fare tre tiri è un sacrificio inammissibile per noi climber moderni, è pure vero che sulla stessa bastionata ci sono alcune altre evidenti possibilità, quindi non sai mai che un giorno ...
La via sale un diedro molto marcato, caratterizzato da grandi colate nerastre su una roccia piuttosto chiara, sulla bastionata rocciosa (alta circa 80-90m) che si trova indicativamente tra il settore sx del Sergent e il dado, ma decisamente più in alto di entrambe le strutture. Il diedro è riconoscibile dalla strada statale, all'altezza del bivio per la casa del fondo.
Avvicinamento:
Non esistono sentieri o tracce che conducono alla base della parete. Un possibile punto di partenza è il bivio per la casa del fondo. Da qui, individuato il diedro, è abbastanza facile proseguire "a vista" (tenendosi indicativamente a dx salendo di una scoscesa pietraia con ruscello) prima per prati, poi per pineta ripida con erba olina, poi per pietraia. Cercare di evitare alcuni cespugli di rovi che comunque in stagione avanzata non danno fastidio, nel complesso abbastanza scomodo (ci si ripropone di andare a costruire qualche ometto che conduca alla base della via). E' sicuramente possibile arrivarci dal parcheggio del Sergent, dal quale però non si vede il diedro in questione. A breve aggiungeremo una foto che renderà più facile la localizzazione della via dal basso. (40 minuti circa)
Il diedro visibile dal fondovalle attacca su un’ampia cengia inclinata, difesa da un risalto roccioso alto 15-20m. Tale risalto è superabile su varie linee (ne abbiamo individuate almeno quattro). La via che abbiamo percorso, segue una evidente e netta fessura leggermente strapiombante per un tratto di 5-6m.
- L1: Primi 5m su placca facile, poi fessura ad incastro leggermente strapiombante per 5-6m con uscita parecchio problematica, breve traverso a dx con ristabilimento su placca appoggiata e sosta (friend) su terrazzino. Lunghezza breve ma bella ed intensa. 20m – 6b+
- L2: Senza percorso obbligato, prima a sx e poi a dx, superare un paio di muretti e uscire sul cengione, andando a sostare (friend + fettuccia intorno a spuntone) sotto il diedrone. Tiro di trasferimento. 20m – 4a
- L3: Traversare dalla sosta a dx fino alla base del diedro. Attaccare il diedro dotato di ottima fessura di fondo per i primi 10m. Poi, dopo un terrazzino, la fessura si allarga in camino con blocchi incastrati (bene). Dopo ulteriori 10m, si giunge all’ultimo, enorme blocco incastrato, che si schiva a destra grazie ad un provvidenziale gradino, per poi salirci sopra. Si arriva quindi su un bel pianerottolo, dove si sosta (friend). Lunghezza mai difficile, ma molto verticale e continua, con bei movimenti (dulfer, incastro, opposizione) tipicamente granitici. 30m – 5b
- L4: Rimangono da affrontare gli ultimi dieci metri di diedro, i più ostici. In punta di pedi su uno spuntone ci si protegge, poi faticosamente si superano i primi due metri strapiombanti (dulfer+incastro). Poi l’arrampicata continua un po’ più facilmente ad incastro per qualche metro fino all’uscita sulla placca sommitale, per la quale non si può fare affidamento ad altro appiglio che un grosso ciuffo d’erba (che però sembra tenere):ristabilimento delicato ma che si protegge bene. Altri 10m di facile placca erbosa e si raggiunge un grosso albero dove di sosta. Lunghezza molto bella, un po’ aleatoria l’uscita su erba. 20m – 6a+
Discesa
Dall’ultima sosta con due doppie si arriva alla base. Sulla cengia mediana si può usare un grosso albero (marcio) per la calata (disponibili altri alberi più piccoli ma vivi).
Materiale
Sulla via non è stato lasciato nulla (neppure alle soste) fatta eccezione per l’ultima sosta dove abbiamo lasciato due cordini e un mallion per la calata. Per ripetere la via sono sufficienti friend doppi dal 0.3 al 3 camalot + magari un 4, e qualche nut. Le soste per quanto siano da attrezzare, sono sempre ottime (o meglio: è sempre possibile attrezzare delle ottime soste).
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