
Attrezzatura classica, imbrago , casco , magari guanti da ferrata.
Inutili i nut, portare 4/5 fettucce o spezzoni di corda e 2/3 friend medio piccoli per integrare dove serve. Non presenti spit, si va via bene in conserva protetta. Nessuna doppia da effettuare
Grande opera di bollatura di Roberto Munarin.
Da Niel si prosegue lungo la bellissima mulattiera 6B lastricata in direzione est (varie paline indicatrici tra cui Colle di Lazouney e Colle della Mologna Grande). Rapidamente si sale di quota raggiungendo dei prati dove si trovano le bellissime baite di Peiri, Matta e Stubin 1697 m. Poco dopo si arriva ad un ponticello di legno sul torrente, dove si trova un bivio.
Si procede sul sentiero 6b, a destra (il sentiero 6 a sinistra porta al colle Lazouney, da qui si arriverà compiendo l’anello. Rapidamente si arriva ad un bel gruppo di baite poste in una radura, e quindi terminata la mulattiera lastricata, si inizia a salire rapidamente lungo il costone boscoso, passando nei pressi di una specie di caverna, e quindi uscendo dal bosco a circa 2200 m sin corrispondenza di un rudere di alpeggio. Ora il sentiero diventa più dolce, si sale per dossi e ripiani raggiungendo prima la baita Pitout Lazouney e poi il Lago dou Grekij con cima e colle della Mologna Grande ormai ben visibili. Il sentiero passa a destra del lago, e raggiunge l’alta via n.1 pochi metri sotto il Colle della Mologna Grande 2348 m
In basso si vede il rifugio Rivetti. Tutto il tracciato d’ora in poi sarà segnato da dei bolli blu. A volte indicano la direzione e non proprio dove mettere i piedi, ma cmq la direzione è molto logica.
Dal colle si prosegue in direzione sud verso il Gemello Settentrionale (il piu basso) dove c’è un piccolo cippo. Da qui si scende aiutati da delle catene fino all’intaglio tra i due Gemelli e salendo con delle corde fisse su un ripido pendio erbose si arriva alla cime del Gemello meridionale mt.2343.
Da qui si scende verso sud fino al colle della Mologna Piccola.
Si attacca al centro del Colle seguendo la linea di rocce rotte, puntando ad un evidente pino. Tenersi leggermente su rododendri e salire sino ad un intaglio sulla verticale del pino. Proseguire su facili roccette e placche sino alla base di un muro, ultimo tiro che sale sulla spalla erbosa. “. Proseguire sino alla P. Serange 2334m, ometto e libro di vetta. Scendere su sentierino sino ad alcuni pietroni dove si seguono i segni blu, sino all’evidente Colle Coda di Jonno 2236m. Attaccare l’evidente sperone sul versante sud (la linea diretta difficolta’ 4c/5a e’ poco proteggibile..), portandosi sul filo di cresta.
A questo punto la linea di salita diventa estremamente logica, e la progressione si articola tra passaggi esposti sul versante nord, gendarmi con ottime tacche, fessure, lame e, una serie infinita di risalti sino alla cima principale 2343m. Seguire sempre la linea di cresta con un altra serie di ripidi intagli, molto esposti ma dalle difficolta’ classicissime. Non sono presenti protezioni fisse e, come per le soste, sono facilmente reperibili spuntoni ovunque, e fessure per l’utilizzo di friends. Raggiunta la quota 2314m, la progressione avviene in conserva sino al sottostante Colle Chaparelle 2210m.
Qui terminate le difficoltà, imboccare il segnavia 6d (nord) prestando attenzione alle tracce in mezzo alle pietraie e pascoli, superando l’alpe Turia e l’Alpe Piana inf. In breve si riguadagna il bivio con palina citata in salita che riporta a Niel (1h30′).
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