grazie alle antenne della prospiciente isola di Gavdos.
La gita può essere compiuta in entrambe le direzioni, indifferentemente, con vantaggi e svantaggi nei due casi.
Da Aghia Roumeli. Aghia Roumeli, posta alla foce della Gola di Samarià, non è servita da strade ma solo da traghetti. Se si vuole partire al mattino presto (indispensabile, in estate) occorre arrivare la sera prima e pernottare lì. Il vantaggio principale è che una buona parte del dislivello viene coperto nelle temperature più ragionevoli del mattino. Secondariamente, si ha tutta la giornata e quindi parecchio margine di tempo per portare a termine la gita. In primavera e in autunno, con temperature non eccessive, si può evitare di dormire ad Aghia Roumeli e arrivare con il traghetto del mattino da Soughia (intorno alle 10, controllare gli orari sul sito http://www.anendyk.gr/). In questo modo, si ha la possibilità di prendere visione dal battello del territorio che si attraverserà, nonché di scattare qualche bella foto. Lo svantaggio è che ci si trova a camminare nella seconda parte della giornata con il sole che picchia in faccia senza pietà.
Da Soughia. Se si vuole/deve tornare in giornata, occorre partire molto presto in modo da arrivare ad Aghia Roumeli per il traghetto del pomeriggio (in genere intorno alle 17:30, ma gli orari possono variare). Un ulteriore svantaggio è che ci si trova a compiere la parte più faticosa della gita, la risalita da Dhomata a Xeroporta, nelle ore più calde della giornata.
La presente relazione descrive il tragitto partendo da Aghia Roumeli.
Ad Aghia Roumeli, dall’attracco dei traghetti incamminarsi verso Nord imboccando la via principale, quindi svoltare a sinistra, nella lunga via che taglia il paese ortogonalmente, e poi a destra su una sterrata che finisce quasi subito a ridosso di una recinzione, in prossimità del palo giallo-nero dell’E4. Superato e richiuso alle proprie spalle il cancelletto, si inizia a salire obliquamente sotto i pini fino a portarsi in una zona di grotte, con il sentiero in falso piano che si allontana da Aghia Roumeli in direzione Ovest. Si sale ancora fino ad un colletto con vista a piombo su un piccolo molo, all’estremità ovest della lunga spiaggia di Aghia Roumeli. Si scende sul lato opposto attraverso una grossa frana, si costeggia una rete di protezione e si raggiunge il bordo di un secondo promontorio (vista magnifica su Aghia Roumeli). Il sentiero riprende a salire piuttosto ripido in un bosco di pini e raggiunge i 500 metri circa di Xeroporta, quota massima della gita. Si perdono circa 100 metri, si risale di 50 e poi inizia una lunga discesa in campo aperto che conduce alla spiaggia di Dhomata, sovrastata da una imponente parete di conglomerato e dove è d’obbligo un bagno. Si attraversa Dhomata fino alla sua estremità occidentale dove sbocca la Gola di Kladhos. Quella di Kladhos, insieme alla Gola di Tripitì, è una delle più lunghe e selvagge di Creta e ha la sua origine ai piedi del Gingilos, 1700 metri più in alto. Si entra nella gola e, seguendo ometti e segnavia, ci si dirige sul suo versante destro idrografico, risalendolo per un centinaio di metri. La traccia si muove ora fra bassi cespugli di frigana e timo selvatico, scende dolcemente in una zona dominata in alto da grotte naturali scavate nella roccia calcarea, si incunea in una stretta gola seguendo il profilo della costa, e ne esce poco dopo. Inizia qui il tratto più delicato, con il ripido sentiero progressivamente sempre più eroso e dove è bene non scivolare. Si riprende quota di una cinquantina di metri e poi si scende nuovamente fino alla spiaggia di Sedoni, al cui bordo occidentale si trovano dei brutti baraccamenti di un pastore (che vive lì da anni). Passare a monte della casetta, oltrepassare l’immancabile recinzione (chiudendovi il cancello alle spalle) e introdursi nel dedalo roccioso di Tripitì, un altro angolo spettacolare della costa cretese. Con il mare mosso e per buona parte dell’inverno, questo tratto di E4 è impassabile. Per una buona mezzora si cammina tra gigantesche formazioni rocciose e grotte naturali, fino a sbucare alla foce della Gola di Tripitì. Si risale il letto asciutto del fiume e, in caso di bisogno, ci si rifornisce d’acqua presso la chiesetta di Aghios Nikolaos (unica fonte lungo tutto il percorso), appartata sul lato orientale della gola poco prima dell’uscita. Ci si inoltra nella forra seguendo gli ometti che conducono sul suo versante destro e invitano a risalirlo sempre più ripidamente, su terreno franoso e disagevole, fino alla quota di m.320 di Pikilassos, dove c’è un panoramico colle e le rovine di un castello turco. Se si ha ancora fiato e nel frattempo non è esploso il cranio per il caldo, si possono risalire le poche decine di metri che separano il forte dalla chiesa di Profitis Ilias (q.405), posta in cima al promontorio che sovrasta Tripitì e da cui si domina una vasta porzione di costa. La lunga discesa successiva passa per una zona con una falda acquifera dove, ai piedi di una grande macchia di oleandri, è stata edificata una curiosa cappella votiva. Ancora saliscendi per un paio di chilometri, quindi il sentiero si addentra nella Gola di Keratidhias e ne risale il versante opposto fino all’ennesimo colletto, circa 100 metri più in alto. Qui si incontrano i segnavia bianco-azzurri che da Soughia salgono a Koustogherako, lungo il sentiero detto della “Polifemo’s Cave” (Caverna di Polifemo). Dopo altri due chilometri si raggiunge finalmente la strada sterrata che scende a Soughia, accorciabile sfruttando i tratti di sentiero che la intersecano. Arrivati sul greto del torrente (secco), lo si attraversa e si entra in paese.
=Tempi=
Aghia Roumeli – Xeroporta: 1h 30m
Xeroporta – Dhomata: 1h 30m
Dhomata – Tripitì: 2h 30m
Tripitì – Pikilassos: 1h 30m
Pikilassos – Colle su Keratidhias Gorge: 1h 45m
Colle – Soughia: 2h
Dislivello positivo: 1400 m.
Sviluppo: 21,5 Km.
Durata: 10/11 ore, senza grosse pause.
Periodo consigliato: Aprile/Maggio o Settembre/Ottobre
- Cartografia:
- Anavasi 11.13, Samarià/Soughia 1:25.000
- Bibliografia:
- Hikes, Walks and Rambles in Western Crete (Kritiki Publishing)
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