1) Uscita Rovereto Sud: seguire per Riva del Garda, poi Tione, Comano e la Val Rendena fino a Madonna di Campiglio. Proseguire qualche Km fino al passo Campo Carlo Magno (più breve ma più lungo);
2) Uscire a Trento Sud: seguire le indicazioni per la Val Rendena fino a Tione, poi come sopra;
3) Uscire a San Michele-Mezzocorona, seguire le indicazioni per Val di Non/Val di Sole. A Dimaro svoltare a sinistra per il Passo Campo Carlo Magno (più lungo ma più scorrevole).
Dalla stazione a monte della funivia, cercando di non creare intralcio agli sciatori in partenza e arrivo, raggiungere la stazione di arrivo della seggiovia. Da qui di solito inizia una traccia battutissima per Cima Grosté. Superando alcuno avvallamenti ed aggirando qualche formazione rocciosa, puntare all’evidente canalone Nord a fianco di Cima Grosté. Risalirlo eventualmente a piedi nel tratto più ripido (con buona neve e buone ciaspole si può anche evitare e per una volta possiamo sorridere beffardamente agli skialpers che fanno questo tratto a piedi con i legni in spalla…). Attenzione: richiede neve assolutamente assestata! Arrivati ad una conca dove la pendenza cala, si gira a dx (sud) e si punta all’evidente sella ad est di Cima Grostè. Se si vuole optare per una digressione, con ramponi e picozza (meglio due) si può traversare (delicato) verso destra per una decina di metri e risalire una fessura innevata (circa 45°) che porta al plateau della cima vera e propria (solo per esperti, meglio se in cordata).
In ogni caso, dalla sella si scende verso sud (ramponi, utile la picozza) il ripidissimo canalone che porta alla Bocchetta dei Camosci. Da qui, girando a dx (ovest) si scende il bellissimo canale che, con pendenza inizialmente sostenuta, poi via via calante, scende per circa 200m fino a collegarsi con il percorso classico per Cima Sella. In uno spettacolare anfiteatro chiuso ovunque da guglie ardite e pareti altissime, si procede verso sud più o meno linearmente, fino ad individuare, sulla sx, un canale che permette di superare lo sbarramento roccioso ed accedere alla Vedretta di Vallesinella Inferiore. Su pendenze sostenute la costanti, si giunge ad una conca, da cui è visibile un canalino in alto a destra. Su pendenze via via più sostenute, si procede puntando all’intaglio fra le due punte della nostra meta. Gli ultimi 50-60 metri vanno percorsi con ramponi e picozza data la pendenza e qualche eventuale roccia affiorante. Giunti all’intaglio, si può tralasciare, per motivi di tempo la cima vera e propria (che sarebbe a dx e prevedrebbe un tratto su roccette non banali) e ridiscendere (sempre con ramponi e picozza) il canalino sull’altro versante che deposita sulla Vedretta di Vallesinella Superiore. Da qui si traversa a sx fino ad individuare un bel canale (ampio) che permette di scendere il vallone compreso fra il Castelletto di Mezzo ed il Castelletto Superiore. Convine stare al centro fino alla base dell’evidente torrione, poi superarlo a destra e tenere tendenzialmente la destra per il tratto più ripido del vallone (che di quando in quando si restringe a canale e necessita un minimo di intuito per evitare pericolosi salti rocciosi. Si giunge così con difficoltà via via decrescenti al Rifugio Tuckett (chiuso) e da qui, seguendo più o meno il sentiero estivo 317, a Vallesinella. Si può tornare a Madonna di Campiglio lungo la strada asfaltata, oppure raggiungere Plaza (impianti e fermata navetta).
- Cartografia:
- Tobacco 053 Dolomiti di Brenta 1:25000
- Bibliografia:
- Scialpinismo a Madonna di Campiglio (Tappeiner)