Rifugio aperto alla domenica .
Un rifugio con 100 anni di storia dove troverete:
Posti letto: 38 ( per il pernottamento e’ obbligatorio l’uso del saccolenzuolo personale )
- Ristorante anche per vegani e vegetariani
- Wi Fi free internet
- Dog friendly ( gli amici a 4 zampe sono i benvenuti )
- Sala didattica per riunioni, conferenze, a disposizione maxischermo e videoproiettore
- Calcetto da tavolo ( calciobalilla )
- Solarium
- Falesia-Boulder
- Workshop fotografici
- Astronomia per tutti : uno degli osservatori in rifugio migliori in Italia per gli appassionati di astronomia e non solo.
Unici in Italia per la ricca dotazione di potenti telescopi anche robotizzati sia per visuale che per astrofotografia ( serate ed eventi a tema ).
Dal centro di Frassenè seguire il segnavia Cai fino all’imbocco del sentiero che taglia la lunga strada di servizio al rifugio e alla seggiovia. Per il bosco e alla fine lungo la pista da sci si perviene a malga Losch e in 5′ al risalto dove si trova il rifugio.
Scesi a malga Losch si segue il segnavia che sale subito dietro un ripido scalino.
Poco più avanti lasciato il bivio per la Ferrata Stella Alpina, traversare a lungo con vari saliscendi sotto le pareti (ampio panorama verso sud).
Lasciato un bivio che in discesa porta a Malga Agner e al rifugio Scarpa, salire un breve tratto molto ripido e franoso (segnavia poco evidenti) e ancora traversare fino ad iniziare la discesa che riporta all’ultimo bivio. Per sentiero ben evidente si ritorna a Malga Losch e al rifugio e per lo stesso itinerario si ritorna a Frassenè.
Il Rifugio deve il suo nome all’originario proprietario, il pittore veneziano Enrico Scarpa ed all’ing. Ohannes Gurekian che qui si conobbero, legati dalla grande passione per la montagna.
Enrico Scarpa (1891-1935), il 12 settembre 1912, rese agibile lo chalet utilizzandolo come studio privato e dedicandolo alla figlia, nata dal matrimonio con la nobildonna Itala Teresa Casari. Alla morte del padre la figlia trasformò lo chalet in un primo rifugio, ristoro, per escursionisti. L’ing. Gurekian, viceversa, scampato al genocidio degli Armeni, a seguito di un periodo di studio ad Asolo (TV), trovò ospitalità a Frassenè Agordino ed in breve tempo se ne innamorò. Qui vi fondò la prima Pro Loco d’Italia e successivamente divenne presidente della sezione CAI di Agordo progettando le opere alpine ai rifugi Carestiato, Duran nonché la ristrutturazione ed ampliamento del Rifugio Scarpa.
Negli anni sessanta divenne di proprietà della sezione del CAI di Agordo che lo adattò a rifugio a seguito di idonei e successivi interventi di adeguamento ed ampliamento.
- Cartografia:
- carta Tabacco nr 022 Pale di san Martino