Molto consigliabile può anche essere l'avvicinamento al rifugio in mountain bike (percorso tecnicamente non difficile, ma che prevede un po' di saliscendi).
A inizio stagione indispensabili piccozza e ramponi, mentre da fine luglio diventa praticamente una salita escursionistica (il ghiacciaio sulle cartine non esiste più).
Dopo il rifugio le tracce sono quasi inesistenti fino a prima del Col de la Barme de l'Ours, ci si deve orientare a vista (con visibilità ottimale nessun problema).
E' anche possibile usufruire di una navetta gratuita che nei mesi di luglio-agosto percorre la tratta Termignon-Bellecombe.
Una seconda navetta, a pagamento, fa la spola da Bellecombe al termine della strada nei pressi del Rifugio Entre Deux Eaux, ma la fermata per il Refuge de la Femma è la penultima, denominata Plan Plume.
Dal parcheggio di Bellecombe, si segue il sentiero che si infila subito a destra nel piccolo canyon, con ottime indicazioni per Plan du Lac, Refuge de la Femma. Dopo una breve salita il sentiero inizia un lunghissimo mezza costa, passando su tutto l’altopiano del Plan du Lac, lasciando in basso a sinistra il rifugio. Si continua senza possibilità di errore, con qualche saliscendi, attraversando conche e vallette, finchè il sentiero indirizzandosi verso il vallon de la Rocheure, inizia gradatamente a perdere dislivello (circa 150 m). Si trova quindi la strada sterrata, che va percorsa verso destra, superando la cappella di Saint Antoine, quindi oltrepassando un ponte, e poco dopo la sterrata termina nei pressi di una baita.
Si prosegue sul bel sentiero ormai nel cuore del vallone (marmotte in quantità incredibili), costeggiando il torrente dall’alto. Si raggiunge un promontorio con una croce, dal quale ormai si vede il Refuge de la Femma non lontano.
Dal rifugio percorrere per pochi metri il sentiero del Col de la Rocheure, quindi salire a sinistra un pendio fino ad un ripiano con un ruscello, quindi proseguire a sinistra del Ruisseau des Cotes des Anes su gobbe e risalti seguendo vaghe tracce di bestiame, fino ad un secondo ripiano più esteso, il Plan des Cavales a circa 2750 m.
In alternativa a questa salita, è possibile seguire un sentiero che si stacca poco prima del rifugio, che compie un mezza costa ascendente verso est, e superato il primo ripiano, attraversa il torrente principale, salendo poi per il pendio erboso a destra, e quindi per dossi guadagna il Plan des Cavales. Questo secondo percorso ha il vantaggio di essere più diretto.
Si attraversa tutto il ripiano spostandosi sul lato destro, ci si tiene a destra delle piccole bastionate rocciose (dalle quali scendono alcuni ruscelli) e si risale un pendio abbastanza ripido inizialmente erboso che nella parte alta diventa detritico. Prima che questo pendio termini ci si sposta a sinistra e si intravedono alcuni ometti che confermano la correttezza del percorso. Si supera un piccolo promontorio e dopo la traccia diventa più marcata. Un traverso su sfasciumi conduce ad un colletto che si affaccia su una conca dove sorge un bel lago di fusione non segnalato sulle carte. Ci si mantiene sulla crestina in alto rispetto al lago, verso sinistra (ovest), e si arriva alla base del pendio che precede il Col des Barmes de l’Ours: si può salire direttamente il canalino (meglio in presenza di neve) altrimenti si sale percorrendo la dorsale alla sinistra, solcata da tracce di sentiero, giungendo così al colle.
A questo punto la cima appare ormai evidente di fronte, sembra vicina ma ci vuole ancora un po’ di tempo e di fatica.
Dal colle ci si abbassa leggermente per attraversare una valletta che scende sul lato Isere, e poi si risale il versante opposto giungendo ad una conca con un altro piccolo laghetto (qui terminava il ghiacciaio). In presenza di buon innevamento è sicuramente più redditizio calzare i ramponi e salire i bei pendii nevosi, moderatamente ripidi ma ampi e mai esposti, percorso a piacere. Altrimenti ci si mantiene sulla dorsale a destra, seguendo le evidenti tracce e gli ometti che indicano la via migliore. Si sale a volte con fatica a causa della natura sfasciumosa del terreno, che specialmente se intriso d’acqua diventa molto faticoso. Superato l’ultimo ripido strappo, si giunge alla panoramica cima contraddistinta da un ometto di pietre.
tenersi a sx della cresta sul residuo del ghiacciaio de la Sana fino in vetta.
In discesa si segue il percorso di salita, oppure giunti al ripiano sotto il col des Barmes de l’Ours, anzichè continuare verso il lago, si scende seguendo gli ometti di pietre molto evidenti dapprima con estrema facilità, poi però occorre scendere tra le bastionate viste in salita dal Plan des Cavales. I passaggi possibili sono molti e tutti segnalati da ometti, bisogna comunque prestare attenzione perchè si deve scendere tra piccoli risalti e terreno non propriamente stabile. Se non ci si sente sicuri meglio passare dal lago. Dal Plan des Cavales si torna quindi al rifugio, o lo si bypassa percorrendo una delle tracce che si incontrano verso destra, che portano nel vallon de la Rocheure a valle del rifugio.