Lasciato il mezzo nella piazza di Vigna si risale la Valle Pesio su asfalto, sino al secondo bivio per Villaggio d’Ardua, casetta operativa del Parco. Girato a destra, alto ponte sul Pesio a breve si prende una comoda sterrata, a sinistra, lungo il torrente. Sempre più nitido il “dentone” che domina il Passo del Duca, primo obiettivo di giornata.
In ambiente paradisiaco si giunge a breve,svolta a sinistra su ampio ponte in legno, dopo intenso ma breve rampone, al Pian delle Gorre, inizio della vera salita. Le indicazioni sono per il Rif. Garelli sempre su larga e liscia sterrata. Giunti al Saut si piega a destra, guado e antipatico stretto ponticello in legno. Siamo sulla vecchia militare ridotta a largo e perfetto sentiero in fiabesco bosco a tratti panoramico sull’intero fondovalle e oltre. Acqua presso gias Arpi 1435 m.
Si prosegue in sella, spettacolari, lunghi tornanti nel muro finale, incantevole anfiteatro dolomitico, sino quota 1900 m, ultimo tornante ove a breve si spalanca L’alta valle Pesio dominata dall’imponenete parete nord del Marguareis. A breve spingendo si giunge al Passo del Duca 1989 m, libro. Comoda ma breve discesa da fare in sella intervallata da rampetta non pedalabile porta al gias dell’Ortica 1836 m (di solito acqua).
Qui inizia la seconda salita oramai a parte un breve scivolo ghiaioso, a metà, quasi interamente pedalabile. Tra marmotte e speleo si giunge in Francia, cippo proprio in fronte alla Capanna Morgantini, 2237 m , non gestita. Acqua chiusa e comunque con certificato di non potabilità!?!
In un batter di ciglio lungo sterrata a due binari, solchi da jeep ci si congiunge con la famosa sterrata transfrontaliera conosciuta come Via del Sale che congiunge Limone Piemonte con il mare. A volte intenso traffico di mezzi meccanici. La strada ha fondo irregolare e smosso, in salita, circa 2 km, bisogna spingere assai, in discesa condurre con attenzione.
Finalmente si giunge all’ospitale ma esoso nei prezzi Rifugio Don Barbera 2070 m presso lago dei Signori, sotto la vetta del Marguareis.Possibile pernottare spezzando il giro. E’discesa! Prima parte su velocissima sterrata, poi dal gias San Domenico su tecnico sentiero talvolta molto esposto, siamo nella gola della Chisetta! Comunque si cammina per brevissimi tratti.
Improvvisamente si piomba nell’abitato, un gioiello, di Carnino superiore, 1397 m. Attenzione nel vicolo tra le case con invitanti scale spingere, ci sono bambini e persone non abituate al passaggio di bici!
Dopo breve tratto asfalto si gira in salita per la frazione inferiore, scorta acqua,ove un sentiero ripido tra casette da favola ci raccorda con l’impegnativa sterrata che a breve conduce al Rifugio Ciarlo Bossi, 1540 m, non custodito.. Possibilità di evitare il sentiero scendendo su asfalto di qualche centinaio di metri, a sinistra sterrata.
Dal rifugio in pratica è tutto camalling sino al Passo delle Saline 2174 m. Spettacolare balcone panoramico trampolino per una discesa indimenticabile interamente ciclabile. L’atterraggio è morbido sui grassi prati del gias Gruppetti da cui si aggancia la sterrata di fondovalle dell’Ellero che ci conduce con corta deviazione, rampetta, al nuovo rifugio Mondovì, simpaticamente custodito.
Una breve sosta è dovuta! Velocissimi superata la breve piana tagliata da parecchi corsi d’acqua, fonte di momentaneo refrigerio, tra nuvole spesse di polvere si giunge al bivio, 1.500mt, per l’impegnativo sentiero G7, ripido e dal fondo ora ghiaioso ora molto erboso che ci conduce prima al Rifugio Comino, 1795 m, non custodito poi al Casino o Sella del Cars, cippo, 1.864mt. Finalmente non si salirà più a parte una violenta rampa in precedenza al più alto dei gias Mascarone 1664 m.
Tuttavia il tratto in mezza costa che conduce alla visibile recente sterrata, una bella cicatrice nella montagna che conduce a Vigna richiede molta attenzione essendo molto rovinato dalle bestie presenti in numero massiccio.
A fatica, cercando di trovare la traccia migliore comunque a parte un pezzo tra grossi pietroni è abbastanza ciclabile.
A palla si segue decisi la sterrata, tratti di piste da sci sino ad incontrare l’asfalto che noi abbandoniamo subito seguendo una divertente traccia, ciliegina sulla torta, tra imponenti faggi. Ululando dalla gioia si arriva al Pilone dell’Olocco, 988 m, si taglia decisamente a sinistra per un velocissimo sentiero in mezzacosta favorevole che conduce a Tetti Fuggin.
Qui sterrata ancora un breve ma divertente sentiero sino a case Pincianin quindi da Fiolera a Vigna ultimo km lanciato su asfalto.