




Attualmente si paga un piccolo permesso di 25 dollari USA per l’ingresso nel Parco Nazionale, e a Pueblo Sajama è possibile ingaggiare una guida per la salita, i muli per trasportare il materiale al Campo Base e i portatori per trasportare le tende e altro materiale dal Campo Base al Campo Alto.
Dal paese è possibile accorciare il percorso di avvicinamento al Campo Base usufruendo di un servizio di trasporto con mezzi fuoristrada, e ridurre la salita da 4 ore a circa 3. Il periodo adatto per salire questa grande montagna va da luglio a tutto il mese di agosto, generalmente il tempo è sempre piuttosto favorevole, anche se ci può essere vento forte e talvolta temperature piuttosto rigide (intorno ai -20°! Dal Campo Alto alla cima). Per la logistica potete scegliere liberamente se prenotare i servizi che vi interessano in una delle tante agenzie specializzate di La Paz oppure direttamente negli uffici del Parco direttamente a Pueblo Sajama.
La via normale si svolge inizialmente su roccia e misto, con passaggi di I/II/I su roccia e un ripido canalino sui 40° che spesso si trova in ghiaccio vivo e con la presenza di fastidiosi penitentes che possono ostacolare non poco la progressione !
Poi ancora terreno misto prima di raggiungere l’inizio del ghiacciaio, dove ci aspetta una fitta barriera di penitentes che obbligano a continui traversi per trovare il passaggio migliore, infine il crestone nevoso largo e inclinato intorno ai 35-40° che porta verso la cima, con pochi crepacci da attraversare e/o aggirare. Il Campo Base è su terreno pianeggiante, su sabbia e terriccio decisamente comodo e con la presenza di acqua nei dintorni, molto spazioso, non ci sono problemi per montare la tenda, anche in presenza di molta gente ; mentre al Campo Alto su pietrame e detriti non c’è spazio per più di 7 o 8 tende, e qui è difficile trovare l’acqua…quindi occorre provvedere dal basso e portarsi le bottiglie necessarie per bere e cucinare.
L’unica cartina che si può utilizzare (anche se approssimativa nel rilievo e non molto utile) è il foglio 5839-IV dell’IGM Boliviano in scala 1:50000.
Mentre per avere un’idea della salita e delle difficoltà si può consultare il volume “The High Andes – A guide for climbers” di John Biggar della Andes Editions (è disponibile solamente in inglese), ma è molto sintetica e le vie di salita sono appena accennate e non descritte in maniera dettagliata.
Da Pueblo Sajama si segue una strada sterrata che va a sinistra in direzione delle acque termali, fino ad un bivio, dove si segue la diramazione di destra (è la via di accesso verso il Campo Base del Sajama) fino al punto dove termina e si trasforma in sentiero. Si prosegue lungo il sentiero che sale sulla sinistra, risalendo pendii erbosi di moderata inclinazione, raggiungendo un’ampia spianata dove si gode di una splendida visuale sull’imponente versante Ovest del Sajama.
Da qui si prosegue prima in piano e poi in leggera discesa raggiungendo un ampio pianoro di sabbia e terriccio dove è ubicato il Campo Base a quota 4800 m. Ci sono ampie possibilità per piantare le tende e si trova anche l’acqua per cucinare. (ore 2,30 / 3,00 se si utilizza il fuoristrada fino al termine della stradina, altrimenti 4 ore da Pueblo Sajama). Dal Campo Base, si prende una buona traccia di sentiero che sale in direzione Est (verso sinistra) prima in piano e poi risale la morena, fino a raggiungere uno spallone detritico alla base delle conoidi detritiche iniziali del Sajama.
Qui il sentiero prosegue a mezzacosta sempre verso sinistra tagliando una vasta pietraia, fino a raggiungere la cresta NO del Sajama. Passati sul versante opposto il sentiero sale subito ripidamente su pietrame e sfasciumi verso un imponente blocco roccioso della cresta NO, che viene aggirato sulla sinistra, non lontano dalla parete rocciosa. Successivamente il sentierino imbocca un ripido canale di pietrame che viene risalito con numerosi tornanti, fino a raggiungere una piccola conca sotto un blocco roccioso, una ultima rampa verso sinistra conduce alla sella detritica posta a 5700 m. dove è collocato il Campo Alto (qui si possono montare al massimo 7-8 tende), se non c’è neve è difficile trovare l’acqua. (dal Campo Base ore 3,30 / 4,00. Dislivello 900 m. circa).
Solitamente ci si sveglia verso le 2,00 e si parte tra le 2,30 e le 3,00 di notte. Si segue una traccia nei detriti (o nella neve, a seconda delle condizioni) sulla destra, appena sotto il filo della cresta rocciosa, per circa 1 ora, fino a raggiungere la base di un ripido canalino (sono circa 180 metri di dislivello, con pendenza sui 40° talvolta qualcosa in più nella parte alta, spesso questo tratto è in ghiaccio vivo) che va risalito (noi abbiamo trovato dei fastidiosi penitentes nel canale che ci hanno costretto a tante deviazioni prima di uscirne fuori, il canale era ghiacciato).
Usciti dal canalino, si prosegue sulla nostra destra per una cresta rocciosa poco ripida, ma a tratti abbastanza esposta (passi di I/II, 1 spit nel passaggio forse più delicato) per circa 200 metri, fino a raggiungere la base del ghiacciaio. La prima parte del ghiacciaio è costituita da una fitta barriera di penitentes che costringe a continui zig-zag per cercare il passaggio migliore in mezzo a lame che talvolta superano anche un metro e mezzo di altezza. Questo tratto, circa 300 metri di dislivello richiede molto tempo per superarlo (non c’è alcuna pista e non è semplice indovinare il passaggio giusto).
Superato questa specie di labirinto, si esce sull’ampio crestone nevoso NO, che si segue tenendosi al centro, con pendii inclinati sui 35-40° guadagnando rapidamente quota. Si sale direttamente o con alcune diagonali, aggirando qualche crepaccio, lungo i pendii sommitali, fino a raggiungere il pianeggiante e immenso calottone che costituisce la vetta di questa grande montagna !
Il punto più elevato è in corrispondenza di un piccolo muretto di ghiaccio (ore 5 / 7,00 dal Campo Alto alla cima. Dislivello 845 m.).
In discesa si segue lo stesso itinerario percorso in salita.
Questa cima ha ben tre itinerari che salgono lungo il versante Ovest (quello rivolto verso Pueblo Sajama), ma sia l’itinerario per la cresta SO che quello che sale per il versante O sono caduti in disuso a causa dell’arretramento del ghiacciaio, dei mutamenti dello stesso e non vengono più ripetuti (sono anche pericolosi, per via dei seracchi e dei tratti in ghiaccio vivo che incombono verso il basso.
La cima di questa montagna è un calottone glaciale vastissimo e pianeggiante…al punto che il 7 agosto del 2001 sulla cima si svolse una partita di calcio tra boliviani, durata più di mezz’ora!
La prima salita nota di questa montagna risale al 4 ottobre 1939 ad opera degli alpinisti austriaci Wilfrid Kühm e Josef Prem che salirono lungo la cresta SO.
- Cartografia:
- BIGM foglio 5839-IV in scala 1:50000