
La linea si sviluppa su due tiri. Il primo, meno difficile, risale alcuni salti divertenti di cui uno più impegnativo e porta all'anfiteatro suddetto. Il secondo è il tiro chiave e sale la sezione più verticale e continua della linea. Infine sarebbe possibile un terzo tiro su ghiaccio appoggiato a cui abbiamo dovuto rinunciare a causa dell'eccessiva magrezza di un breve tratto sommitale. Nel secondo tiro abbiamo salito la candela di destra dove risultava più facile. Sono altresì possibili varianti ma sopratutto la candela di sinistra che però nell'occasione della nostra prima salita pareva troppo esile e minacciosa per essere tentata.
A detta di Davide tale formazione è un evento abbastanza raro; probabilmente la persistenza di freddo intenso tra fine di gennaio e l'inizio di febbraio 2012 hanno permesso la consolidazione di questa struttura che rappresenta una delle formazioni glaciali più notevoli nell' intero panorama Apuano. Benchè la cascata sia raggiungibile in tempi relativamenti brevi (se l'innevamento lo permette) l'ambiente è estremamente suggestivo ed isolato. Per la ripetizione sono utili 2 mezze corde da 60m che permettono un rientro agevole con 2 calate da buoni punti.
Lo sviluppo totale è di circa 110 metri (+altri 40 se il ghiaccio lo permette) con difficoltà: III,IV
Avvicinamento.
Da Forno si procede in macchina verso la località “Mozziconi”. In prossimità di un tornante dove è ubicata una cisterna verde dell’acqua per l’antincendio, si parcheggia la macchina. Qui parte il sentiero n. 37 che sale il canale Regolo (o Regollo) verso Foce di Navola. Si segue la lizza prima sulla destra orografica poi sulla sinistra. Dopo un evidente restringimento del canale sulla verticale del Picco di Navola si ripassa nuovamente alla destra orografica e da qui se le condizioni lo hanno permesso è già visibile la colata della “Cascata dell’ Apparizione”. Si oltrepassa l’ attacco della suddetta e si continua sulla lizza ignorando il sentiero che l’abbandona a destra. Si persiste quindi ancora la lizza che via via si impenna pervenendo ad un punto franato che richiede alcuni passi in arrampicata in traverso per essere superato. Dopo ancora pochi metri sulla sinistra è evidente il termine del canale che ospita la cascata; da qui per intravederla è necessario continuare pochi metri la lizza fino ad un buon punto di osservazione che permette di saggiare le condizioni del secondo e terzo tiro.
Per raggiungere l’anfiteatro abbiamo risalito alla meglio il lato destro orografico del canale aiutandoci con le piccozze su terra e paleo e procedendo in cordata sostando su alberi. Di qui traversando siamo rientrati nel canale che va risalito facilmente per circa 200 metri fino a giungere al primo salto dove inizia la prima lunghezza. L’opzione di risalire direttamente il canale fin dal principio è meno preferibile a causa della presenza di grandi pozze di acqua e di alcuni salti di ghiaccio troppo marci. L’avvicinamento ci ha richiesto circa 2 ore complessive.
Relazione
L1. Si prosegue il canale procedendo su terreno appoggiato vincendo due brevi salti più ripidi. Un salto di 6 metri più difficile conduce all’anfiteatro alla base del candelo. Ghiaccio granitoso; occhio a non bagnare troppo le corde nelle varie pozze congelate! 50m.
L2. Il tiro chiave. Si sale del ghiaccio appoggiato e un muro di 5 metri verticale fino a tornare sul facile. Qui noi abbiamo salito la candela di destra che oppone una lunga sezione a 90 gradi fino al culmine sotto uno strapiombo di rocce friabili dove è necessario traversare verso sinistra su ghiaccio delicato, fino ad un buon albero dove si sosta. 50m. E’ consigliabile spezzare la lunghezza in due tiri, il primo dei quali fino ai piedi della candela.
L3. Di qui se le condizioni lo permettono sono possibili altri 40 metri su terreno appoggiato e ghiaccio sottile.
Discesa
Dal termine del secondo tiro una doppia da 40m dall’ albero permette di tornare agilmente all’anfiteatro termine del primo tiro dove con un altra doppia da 50m (da una puleggia in ferro trovata che abbiamo incastrato nella roccia) si giunge a terra. Proseguendo nel canale e tenendosi alti nella sua sinistra orografica si trova un albero dove abbiamo lasciato una sosta dalla quale con una doppia da 50 metri si giunge alle pozze alla base del canale prima menzionate nell’avvicinamento.