Dal parcheggio di La Joux, si seguono le paline indicatrici per il Rifugio Deffeyes segnavia 2, attraversando quasi subito un ponte in legno.
Si prende a salire nel bosco, raggiungendo la prima cascata (deviazione d’obbligo). Dopo numerose svolte nel bosco si esce in una radura sopra il torrente con una baita. Si continua attraversandola fino a costeggiare il fiume, pi si riprende a salire in maniera più decisa sulla mulattiera di pietroni, toccando una seconda cascata da ammirare.
Si arriva così nella splendida conca dell’Alpe Glacier, alle spalle della quale il sentiero risale il pendio di erba e pietre fino ad un colletto. Raggiuntolo si scende qualche metro in direzione del Rutor e in pochi minuti appare il Rifugio Deffeyes.
Dal rifugio si prosegue sul sentiero sottostante, perdendo qualche metro di quota.
Visto il ritiro del ghiacciaio ed il fatto che da almeno 15 anni la parte di lingua in alto a sinistra si é staccata dal resto, gli itinerari di approccio al ghiacciaio sono cambiati rispetto a molte descrizioni.
Le possibilità sono 3:
- 1) Prendere il sentiero basso per i Laghi del Rutor e attaccare il ghiacciaio alla sua fronte al Lago Superiore (2584 m). Sicuramente la via più lunga.
- 2) seguire tutto il sentiero che passa in alto sopra la lingua del ghiacciaio, superare un paio di tratti attrezzati e raggiungere la parte “staccata” del ghiacciaio, molto più in alto, intorno a quota 2950. In questo caso di percorrerà la parte alta del ghiacciaio facendo un ampio arco sotto le cime Flambeau, Doravidi e Chateau Blanc. Proprio a causa di ciò anche questo itinerario risulta leggermente più lungo.
- 3) L’ itinerario più breve. Si percorre il sentiero fino a quota 2735 (palina bianca), per poi scendere e traversare sulla morena laterale senza alcuna traccia, raggiungendo il ghiacciaio a quota 2705, vi si risale a fianco per attaccarlo in corrispondenza una spianata (“piazzola”) a quota 2750. Esiste forse un itinerario più diretto che dal sentiero scende direttamente alla piazzola, ma non é evidente.
Facendo l’appoccio n° 3, si affronta poi un primo pendio più ripido, poi le pendenze diventano molto più blande. In caso di poca visibilità bisogna ricordarsi di restare nella parte sinistra del ghiacciaio, meno crepacciata, con punto di riferimento le bastionate rocciose. Si passa accanto a dei seracchi, che si superano passando alla loro destra, per poi riprendere a salire leggermente a sinistra.
Quando i pendii si addolciscono ulteriormente e gli spazi si aprono, si punta ad un intaglio sulla cresta di fronte a noi. Dal pianoro sottostante si piega ora decisamente a destra portandosi sotto ad un breve pendio che si sale direttamente, raggiungendo così la cresta nei pressi di un vecchio ricovero, dove si congiunge la salita dal Rifugio Scavarda. La cima è ormai vicina e ben visibile. Se le condizioni lo consentono si puà seguire la traccia di sentiero sulla cresta detritica stando sul lato di La Thuile, altrimenti si può affrontare il pendio nevoso sotto la vetta, prima con un traverso e poi con un breve ma ripido pendio fino a raggiungere l’ampio crestone a pochi passi dalla vetta.
Discesa sul percorso di salita.