Dal colle la salita è indicata solo da sporadici ometti, l’ultimo tratto non è banale e richiede l’uso delle mani non tanto per arrampicare quanto per aggirare o superare i grossi massi. Evitare pertanto di portare gli amici a quattro zampe.
La salita, che avviene lungo la via per il Deffeyes, è una possibilità per provare la variante sul sentiero del centocinquantenario.
Si parte da La Joux 1610 m, raggiunta da La Thuile ricordando che d’estate la strada potrebbe essere chiusa durante il giorno.
Al piazzale del bar delle Cascate vi sono due possibilità:
a. si imbocca il sentiero AV2 per il Rifugio Deffeyes (indicazioni), che passa vicino ad una baita, costeggia uno steccato in legno ed attraversa il torrente su un ponte in tavole, quindi inizia a salire nel bosco raggiungendo successivamente le tre cascate (al momento lavori in corso alla prima cascata);
b. si prosegue sulla sterrata verso le baite di La Joux e si imbocca il neo-realizzato “sentiero del centocinquantenario” (v. relazione su Gulliver) che sale nel bosco, con alcuni saliscendi, mantenendosi sempre sulla sinistra idrografica del torrente. Il sentiero si affaccia poi sulla due cascate del Rutor (seconda e terza), le aggira ed attraversa il torrente una passerella metallica proprio sotto la terza cascata ricongiungendosi all’itinerario precedente.
Passata l’indicazione della terza cascata si arriva al bivio dove occorre prendere il ramo con il n. 8 per il Laghi di Bellacomba (destra salendo). Si aggira il costone e si scende ad attraversare il Rutor su un ponte in legno, si prosegue su un tratto in piano, si passa il bivio con il sentiero n. 7 (indicazioni), quindi risaliti ed aggirati due costoni si entra nel Vallone di Bellacomba. Si prosegue sull’evidente sentiero fino al lago superiore dove il sentiero termina, si attraversa il guado in pietre e, ad un bivio, si prende il ramo che sale, scavalca un dosso, attraversa un valloncello ed inizia a risalire ripido sul fianco opposto. Il sentiero potrebbe non essere evidente in alcuni tratti ma vi sono sempre ometti che ne indicano il percorso; iniziato a risalire il pendio il sentiero è invece sempre marcato ed evidente. Si sale prima verso l’emissario di un primo dei vari Laghi del Tachuy, quindi si costeggia con un saliscendi il grande lago quota 2550 m, si percorre ancora un tratto in lieve salita ed in breve si arriva al Colle del Tachuy 2673 m.
Dal colle conviene seguire la cresta di confine che punta verso l’evidente sommità a quota ca. 2900 m. Si percorre un primo tratto su sfasciumi franosi, e si arriva ad un promontorio dove la cresta si assottiglia ed appare il vallone adiacente oltre ad alcuni frequenti ometti. Si prosegue su cammino ora abbastanza agevole fino ad arrivare ai grossi massi sotto la cima che vanno scavalcati o aggirati grazie ad alcuni ometti strategici.
Raggiunta l’anticima la cresta diventa pianeggiante e per raggiungere la vetta più elevata si devono superare alcuni passaggi in cui bisogna usare le mani, in particolare uno breve di 1 metro sul filo è particolarmente esposto (da fare a cavalcioni oppure in equilibrio in piedi sulla cresta se buoni equilibristi e passo sicuro, 20 cm di larghezza e vuoto su entrambi i lati)
Se si vuole proseguire in cresta, si scende scavalcando due elevazioni denominate Roc Rouge e Tète du Charvet, ma la gita diventa alpinistica PD- (passi di II° su ottima roccia) e volendo si può proseguire sino al colle De la Lex Blanche (cresta senza segni di passaggio, sul finale con roccia più delicata) e poi dal colle rientrare ai laghi di Bellecombe tramite sentiero.
Discesa per il percorso di salita
- Cartografia:
- Carta L’Escursionista, Fg. 02 LaThuile, scala 1:25000 – Carta IGN 3532ET, Les Arcs- La Plagne